Ad un convegno svoltosi a Perugia nel 2006 o giù di lì, che aveva Berti come uno dei relatori, presi da uditore la parola esponendo brevemente le prospettive di ricerca e di acquisizione teoretica del P. C. Fabro, chiedendo all'allora Vittorio Possenti - anche lui tra i relatori - le possibili convergenze con la sua teoria della "terza navigazione". La risposta fu di parziale convergenza, mentre Berti, dopo l'intervento dell'allora Mons. Sorondo (che nell'occasione richiamò la vicenda umana e di ricerca di Fabro) volle prendere la parola per redarguire i miei interessi di studio, sostenendo che quella dell'actus essendi tomistico era una prospettiva ontologica del tutto erronea in teologia e prodotto di un semplice "residuo neoplatonico" trascinato a forza nella scolastica medievale. Nessuno dei presenti volle ribattere né io volli replicare. Certo fa una certa felice impressione comprendere dall'ascolto di una conferenza di più di dieci anni dopo (34:53; 41:48), che tutta quella severità fosse in realtà solo un arrogante pregiudizio. Temeritas est videlicet florentis aetatis, prudentia senescentis.