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Cosa vuol dire perdere l'anima? L'anima si può ammalare? 

Riccardo Brignoli Psicologo Psicoterapeuta InsYoga
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L'anima nell'accezione psicologica è l'immagine archetipica del sé persone che entra in contatto con il mondo inconscio.
Sin dall'antichità sciamani mistici e dottori hanno elaborato metodi per curarla. Uno di questi è la moderna psicoterapia.
#carlgustavjung
#jameshillman
#psicologia
#psicoterapia
#anima
#daimon
#crescitapersonale

Опубликовано:

 

12 авг 2024

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Комментарии : 12   
@michelelhelou7226
@michelelhelou7226 3 месяца назад
✌❤😍
@stefaniamoro2016
@stefaniamoro2016 2 месяца назад
mi scusi come se ne esce
@riccardobrignolipsy
@riccardobrignolipsy 2 месяца назад
Da cosa?
@lorenzopalluotto9324
@lorenzopalluotto9324 2 месяца назад
anch’io ho perso l’anima
@riccardobrignolipsy
@riccardobrignolipsy 2 месяца назад
Il 21 giugno uscirà il mio nuovo libro che racconta una storia sulla perdita dell'anima. Consigliato a tutti i cercatori di anima!
@masi2421
@masi2421 3 месяца назад
Sicuro che tutti hanno 'anima?? 😢
@riccardobrignolipsy
@riccardobrignolipsy 3 месяца назад
Come archetipo secondo la teoria di Carl Gustav Jung l'anima si manifesta in ogni individuo ma se non si conosce la propria ombra essa si cela. Dunque ci possono essere anche persone senza anima
@stefanoderoc
@stefanoderoc 3 месяца назад
Ma "chi" perde l'anima? In psicologia, come in alcune religioni, si dice la "mia" anima, la "tua" anima, "avere l'anima",... Ma quindi vuol dire che esistono più entità autonome ? Il possessore dell'anima (colui che dice io e anima), l'anima, l'ombra dell'anima, e poi ancora il daimon, lo spirito guida dell'anima. E se aggiungiamo anche la "nostra mente" a queste entità abbiamo un vero e proprio popolo di soggetti autonomi ognuno dotato di suoi propri connotati esistenziali specifici. E non parliamo del corpo, che potremmo anche aggiungere alla lista. Ma questa moltitudine di soggetti è una realtà o un'invenzione del linguaggio? Ritorno quindi alla domanda iniziale: chi perde l'anima? Perché se c'è un "chi", cos'è questo "chi"? E se io quindi posso perdere l'anima, posso anche decidere di cambiarla, di prenderne una diversa, una migliore? Oppure posso curare la "mia"? Ma se io posso curarla, se ho questo potere, di curare ciò che mi anima, che tipo di entità sarei "io"? Un'anima aumentata? Uno spirito (?) che per vivere in un corpo ha bisogno di un'anima fugace, la quale a sua volta ha bisogno di uno spiriro (il daimon) per ricordare a "chi" ha l'anima il fatto di avercela nel caso lo dimenticasse? Grazie.
@riccardobrignolipsy
@riccardobrignolipsy 3 месяца назад
Ottima osservazione! Il ruolo dell'anima non va inteso come sostanza assoluta ma come immagine archetipica che si rivela nel processo ci conoscenza di sé. Per questo l'anima va intesa in ragione di una persona e di un'Io. La psiche sin da Freud e Janet si è rivelata come una moltitudine di personalità autonome dietro l'apparente rappresentanza dell'Io. La pratica della psicoterapia e dei saperi iniziatici risponde all'esigenza di scomporre la personalità e scoprire l'apparenza dell'io per rivolgersi alla complessità delle immagini. Su questo link al numero SCELTE troverà il PDF gratis con un mio articolo pertinente. centrostudipsicologiaeletteratura.org/2024/04/scelte-n-38-del-giornale-storico/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1KQmQxFOtEX7mC5Z2lYNKjizlQungGirK5139ffIJu0vzWzY_lHdQf-QI_aem_AYiAX29uLS_Z8epDo5NMgr9OrCP_XEl1ExZr9Vl7c6RAigdQsJlFtBHPkNUo04Fh_F5DzDOSLYbue-n_64xw45Rw
@stefanoderoc
@stefanoderoc 3 месяца назад
Grazie, lo leggerò. In ogni caso, queste catégorie psicologiche dell'Io non fanno che rimandare alle costruzioni del linguaggio e ai suoi limiti. Sia la psicologia che la religione hanno necessità di "inventare" un'entità ultima, l'Io o Dio, a cui rimandare tutto, da cui tutto far dipendere. Infine potremmo dire che Io e Dio sono la medesima cosa e che in loro, grazie al cielo!, tutto si risolve, tutte le domande trovano risposta, tutto si spiega, rimanendo comunque nel mistero e a "noi" (?) inconoscibile. Siamo dunque vittime del linguaggio? Sì! Questa constatazione o consapevolezza è risolutiva o liberatoria? No!
@riccardobrignolipsy
@riccardobrignolipsy 3 месяца назад
Dal punto di vista filosofico e nei contributi offerti dai logici i problemi del linguaggio si sono ampiamente rivelati ma questo non costituisce un limite per il punto di vista psicologico. Il linguaggio può essere letto come una dimensione oltre che un mezzo di comunicazione. Accettare i limiti e capire cosa essere in questi è un problema di ordine psicologico che implica anche un metodo per comprenderlo.
@stefanoderoc
@stefanoderoc 3 месяца назад
Sì, mi riferivo al linguaggio come potenzialità espressiva costituente dell'essere, non come semplice strumento. Difatti quando utilizziamo parole (o immagini)come "albero" ad esempio, piu o meno sappiamo cos'è, al meno dal punto di vista estetico, ma quando usiamo parole (o immagini) come anima, io, spirito, daimon, psiche, etc, nel momento stesso in cui le pronunciamo o le pensiamo qualcosa ci dice al tempo stesso che non sappiamo esattamente di cosa stiamo parlando, di cosa a cui ci riferiamo. Nessuna disciplina, nessun sapere o credenza può correggere o risolvere i limiti del linguaggio.
Далее
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