Sei bravissimo, continua così! Magari ai miei tempi avessi avuto un professore con il dono della chiarezza ed empatia verso i propri studenti come te! Ricordo tanta pesantezza, tu invece sei molto coinvolgente, grande comunicatore. Veramente tanti complimenti
19:34 "Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume né prevedere i cambiamenti di costume. E intanto passa ignaro il vero senso della vita. Si cambia amore, idea, umore, per noi che siamo solo di passaggio..." Di passaggio, dall'album "L'imboscata" 1997, scritta da Franco Battiato e Manlio Sgalambro. (All'inizio del brano viene recitato in greco antico un frammento di Eraclito!)
Bellissima e chiarissima lezione. Il Panta Rei ci fa pensare al fatto che il senso della vita può essere interpretato come un viaggio di adattamento e crescita personale accettando l'impermanenza e trovando significato nel cambiamento. 18:26
Bravissimo prof,le spiegazioni sono scorrevoli sintetiche e dettagliate,i vari esempi che fa su ogni argomento fanno la differenza nella comprensione dello stesso Grazie e complimenti.
Prof. Ha parlato di consunzione nello scontro degli opposti. Ma ha poi anche parlato di equilibrio ed unità degli opposti A me verrebbe di pensare che più di consunzione si potrebbe parlare di oscillazione tra gli opposti. Potrebbe essere corretto vedere in questi termini?
Ho scoperto per caso queste lezioni meravigliose! Non ho avuto la fortuna di fare il classico, ma ora posso seguire questo corso stupendo!!! Potrebbe consigliarmi un testo di studio valido al quale appoggiarmi???
Buongiorno Ermanno. Sto seguendo da poco le sue lezioni che trovo fatte molto bene. Sottolineava l’utilità di abbinare un testo. Potrebbe suggerire uno, semplice, per un neofita? Grazie mille. Riccardo.
Spesso opposti non possono concigliarsi ed essere in armonia. Uno che è morto sarà sempre morto e non tornerà mai a essere vivo. Al contrario uno vivo può in un attimo diventare morto e rimanere così per sempre, almeno fino a quando non scopriamo collegamenti fra universi paralleli che la stessa persona si vede protagonista di un'altra vita..... Prof. congratulazioni per la bellissima lezione
Sto guardando in successione i video della serie Filosofia per ragazzi come sempre e come tutto fatta benissimo e secondo me utile pure per adulti che non abbiano basi o che le abbiano lontane (io ho 58 anni e filosofia lo ho studiata 42-40 anni fa al classico). Ma siccome lì non è possibile commentare commento qui. Ma mi viene un dubbio proprio per la mia enorme differenza generazionale con i pubblico 8-13 anni al quel questi video sono dedicati.. Passi forse a 13 ma un bambino di 8-9 anni è davvero pronto a sentir parlare di morte cosi spesso, o di metempsicosi (es video su Pitagora) o di capire il vero significato dietro "vi piace la guerra?" o "la guerra è necessaria, senza guerra siamo morti"? E non sto parlando delle difficoltà intellettive visto che spesso si è molto più intelligenti da bambini che da adulti ma proprio dell'impatto psicologico pedagogico. E' giusto che ci si ponga cosi tanti dubbi a quell'età? Che si metta tutto in discussione, che poi è base dei ogni ragionamento filosofico? Non è un po' nietzschiano questo? Non sarebbe meglio lasciarli cammello ancora un po', per capirci? Io lessi e tutto di un fiato e rilessi tre volte subito il Gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach a 7 anni, ancora più piccolo, avendo una madre amante di filosofie orientali e cominciai anche attraverso lo studio volontario di altre religioni (seppur sommario) all'aldilà e alla metempsicosi quando magari non avevo in compenso ancora capito se i bambini li portava la cicogna o no...🙂. A 9-10 avevo già letto diversi altri libri di Bach e mi dedicavo alla lettura critica ed interpretativa del Vangelo e della Bibbia da solo. A 13 anni parlavo (ovviamente non bene come oggi) già 4 lingue e studiavo anche cinese, russo e tedesco ed ero già un appassionato di storia, di linguistica, di glottologia che studiavo su testi universitari. Prima di iniziare il ginnasio avevo già imparato da solo greco e latino a livello da poter fare traduzioni semplici senza vocabolario studiando da autodidatta per avvantaggiarmi (il latino però ai miei tempi si faceva un po' anche alle medie), a sempre a 13 anni iniziavo a studiare anatomia del corpo umano avendo già deciso che volevo fare il medico. Ma dico questo proprio perché non lo so sinceramente se tornando indietro rifarei tutto questo o passerei più tempo a godermi la mia infanzia e giocare. Non lo so se sia stato solo un vantaggio e se questo abbia avuto un impatto sulla mia "anima" non esclusivamente positivo. Forse sebbene poi alla fine questo mi abbia aiutato molto a sviluppare un cervello molto pensante con ottimi risultati nella mia professione di medico, e non a caso adoravo la filosofia e la storia sin da ragazzo, allo stesso tempo è stata per me anche fonte di grossi problemi crescere cosi in fretta occupandomi di cose cosi più grandi della mia età... e diventando adoratore del sapere e della cultura cosi presto... perfino con una certa dose di poco rispetto per chi invece "dorme" per dirla in senso filosofico o per gli "ignavi" per dirla in senso Dantesco. Ed è proprio la mia personale vicenda che mi fa porre il dubbio se a 8-10 anni sia giusto anche se oggi le nuove generazioni sono di sicuro più smaliziate e forse più sveglie.. parlare con loro di filosofia toccando temi cosi importanti e "sensibili" come la morte e l'aldilà ad esempio... Ma in quanto professore, (e che professore, io ormai da tempo passo la maggior parte del mio tempo libero a ristudiare storia e filosofia con Lei), probabilmente Lei sa meglio di me a che età si può parlare di qualcosa e come.
Mi sono posto le stesse domande anch'io, più ancora con Socrate. Non ho risposte definitive. Alla fine ho deciso di parlare comunque di questi temi per due motivi: a) alle scuole medie se ne può parlare, conoscendoli mi sembra che i ragazzi siano perfettamente in grado di affrontare questi temi; b) alle elementari dubito che finiscano su questi video senza che siano i loro genitori a indirizzarli (la serie è nata proprio su richiesta di genitori), e quindi loro sapranno secondo me capire se sia il caso oppure no, conoscendo i loro figli.
Molto interessanti queste lezioni, anche per chi ha finito il liceo 30 anni fa e vuole riprendere in mano la filosofia. Ho una sola osservazione: invece di utilizzare il termine "Dio" (già nei video prededenti, ma qui è ancora più rilevante) sarebbe più corretto parlare di "divino" o "divinità". Se parla di "Dio", applichiamo automaticamente la visione giudaico-cristiana (e islamica) del dio personificato. Il panteismo ha una concezione non personificata della divinità, più vicina al buddismo che ai monoteismi. Parlando di un "Dio" vero contro gli dei Olimpici che erano solo statue, crea un continuo concettuale tra Eraclito e la religione giudeo-cristiano-islamica che è ingannevole.
Buonasera collega. Mi permetta un appunto. Ho seguito fin qui e per quanto mi riguada il suo livello è ottimo. E ancor più rilevante che possa offrire un servizio così professionale a chiunque, gratis. Vengo al dunque. Semplifico come mio solito. Che non è assolutamente banalizzare. Anzi! Fino ad ora abbiamo detto che l'arché è anche ciò che accomuna una cosa all'altra. Per Talete gli enti del mondo hanno in comune una cosa: l'acqua. Eraclito dice l'inverso. Cioè per Eraclito l'archè non è più una cosa materiale (come appunto l'acqua per Talete). Ma è una cosa che non troviamo nel mondo dei sensi. Appunto Logos Ovvero: ciò che accomuna una cosa all'altra è proprio il fatto che ogni cosa è diversa dall'altra. L'arché di Eraclito è -in prima istanza- questa diversità. La domanda è: cosa hanno in comune gli enti del mondo? La risposta è: gli enti del mondo hanno in comune il fatto di essere tutti diversi. Ecco cosa li accomuna. La diversità quindi è come l'acqua per Talete. Solo che la diversità è un concetto del pensiero, l'acqua è un elemento del mondo. Ho riassunto al massimo! Poi però che fa? Non contento di questo arché logico, lo va a concretizzare con un elemento materiale ovvero con il fuoco. Perché? Perché il fuoco è sempre in movimento. Cambia continuamente. E a mio avviso qui compie un errore perché torna a quell'archè materiale come avevano già fatto i suoi predecessori. infatti, tornando a Talete, come può l'acqua essere sia principio (da dove tutto inizia) che elemento (cioè quella cosa che accomuna ogni cosa all'altra? Questo lo spiego altrettanto facilmente: il principio dovrà essere qualcosa di "superiore" rispetto all'acqua usata come elemento. QUindi Talete non riesce a dare "superiorità" all'acqua come principio che "appiana" sullo stesso livello dell'acqua come elemento ;) Spero di essere stato chiaro :) Ancora complimenti per tutto! Giulio
Cosa si può dire del frammento "la natura ama nascondersi"? Sembra diverso dagli altri. Natura intesa come insieme di fenomeni o come processo di genesi che tende a morire (ribadendo quindi la teoria dei contrasti?)
Nel greco moderno esiste ancora il ternine o logos e significa la causa, mentre la parola si traduce con i lèxis, stessa radice. L'equilibrio tra contrari mi vengono in mente protone ed elettrone all'interno dell'atomo, cariche postive e negative grazie alle quali si creano legami tra gli atomi con formazione delle molecole e legami delle molecole tra loro.
Non è chiarissimo cosa pensasse Eraclito al riguardo, anche perché storicamente il suo pensiero poi è stato interpretato anche con influenze di altre correnti. Ad esempio una lettura in chiave orfico-pitagorica sosteneva che per Eraclito l'anima sopravvivesse al corpo; un'altra lettura, forse più coerente coi pochi frammenti che abbiamo, sostiene invece che questo non avvenga, o avvenga solo per pochi eletti. In generale direi che in realtà Eraclito non si pone neppure più di tanto il problema, perché vita e morte per lui sono due facce della stessa medaglia, sono due opposti che si implicano a vicenda. È tutto un fluire unitario, in cui probabilmente anche la nozione di "io individuale" tende a perdersi.
La differenza sostanziale tra il pensiero di #Eraclito e quello di #Parmenide è questo: "Il primo diceva che ogni cosa si trasforma incessantemente, Il secondo che la realtà non muta mai, Per Eraclito tutto scorre, per Parmenide tutto è immobile.
"Appunti scritti velocemente" Sto guardando: #Eraclito e il divenire. #Corsodifilosofia doc. 540 580ac Ionia. È di Efeso, atteggiamento aristocratico e ritiene che la massa sia ignorante atteggiamento di superiorità. Soprannominato l'oscuro, scriveva in modo difficile in modo che pochi potevano capire, schifato della gente si isola in montagna. Eraclito studia l'uomo, gli esseri umani: i dormienti: vivono per sentito dire e i desti: sono in minoranza e seguono i veri sapienti. Eraclito se la prende con Esiodo giudicando falso sapiente come Pitagora, cioè sanno tante cose ma ne capiscono poco. La vera realtà delle cosa è tutto scorre (panta rei), vuol dire la verità è che tutto cambia perennemente.
Non conosco la lingua greco, ma mi pare che "logos" non significhi "legge/norma", ma "discorso" (spesso reso come "pensiero" o "parola"). Invece, per "legge/norma" si usa la parola "nomos", da cui "logico" significa "inerente il pensiero", e "nomologico" significa "inerente le norme".
@@brunomattarello8991 "verbum" significava semplicemente "parola", fino a quando gli studiosi latini hanno iniziato a tradurre dal greco al latino i testi filosofici classici e i testi religiosi cristiani (tra cui i vangeli). A quel punto, hanno scelto la parola "verbum" per tradurre "logos".
Perfetto.. Dio uguale entropia universale e perfetta armonia ed equilibrio fra gli opposti.. da elettroni e protoni nell atomo al caldo e freddo del clima ecc.. ed è anche ciò che lo sciamanismo asserisce
Non mi è chiara l'equazione UNO È PER ME DIECIMILA con l'avversione per la democrazia. Avrà anche avuto un atteggiamento "aristocratico", ma evidentemente sapeva apprezzare le persone di valore e personalmente non vedo discriminazione dietro tale affermazione.
Dunque professore...il logos è il discorso,la parola ...ma anche legge...ancora lotta tra opposti,guerra. Che ampio spettro di significato!Significa anche dio.Ma allora quello che i cristiani chiamano logos nei vangeli riferendosi a Cristo trova spunto da questa accezione nel significato di logos?Cristo come logos e principio del cosmo.... O forse non c'entra nulla?
Sì, il legame col logos greco probabilmente c'è. Il Vangelo di Giovanni è infatti il più "filosofico" dei Vangeli. Quello che in italiano viene chiamato Verbo («In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio», ecc.) è, nell'originale greco, "Logos". Che significa "parola" - e c'è qui il richiamo con la "Parola", termine chiave dell'Antico Testamento - ma che ai greci di allora non poteva non richiamare il senso filosofico del termine. Secondo una antica tradizione, il Vangelo sarebbe stato composto tra l'altro ad Efeso, proprio la città in cui, secoli prima, era vissuto Eraclito...
Mi scuso in anticipo per quel che scriverò, il fatto è che non ho ascoltato la lezione, dunque peccherò di superbia a voler proporre conclusioni ... Il fatto è che mi interesso del pensiero da molto e da molto ho chiaro in mente cosa è necessario valutare per rendere il pensiero compagno di viaggio dell'uomo. La cd idea del divenire, che renderebbe tutto relativo, io la considero una mera ideologia, perché non tiene in alcun conto la struttura antropologica umana, non solo, pretende e si illude di stabilire a priori ciò che vale ( o non vale visto che tutto passa e cambia nell'attimo del divenire ). Non è vero, l'uomo ha una struttura antropologica portante poderosa, che ne influenza e ne determina l'agire, sottoponendolo ad una costante comportamentale che per forza e determinazione non ha eguali al mondo ( delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo - Renè Girard ). Solo alcune cose sottostanno al divenire, e lo fanno inesorabilmente, passive, perché inanimate dal punto di vista del pensiero. L'uomo conserva in sé, potentissima, una pulsione che lo spinge a cercare incessantemente di migliorare la sua condizione di vita, per sé e per le persone care, per la sua famiglia. Altro ancora ci fa riflettere sui riferimenti morali che non si diluiscono nell'acqua, essi sono punti di ancoraggio, ed il moderno tentare di distoglierci da questi riferimenti ( globalizzazione - guerra ai sentimenti nazionali - abolizione artificiosa delle differenza che invece per fortuna esistono ... ) sta producendo una società di persone DISPERATE, MANIPOLABILI ED UBBIDIENTI: affette da solitudine e narcisismo, detestano ciò che fanno ed affogano nel RITO del sabato di sballo la loro disperazione. Chiedo scusa. LUCIANO
Per Eraclito la parola filosofo era un insulto. Filosofi sono quelli che si perdono dietro al vano desiderio di erudizione e non capiscono le poche cose che contano.
