Grazie mille il Dream Team e Pedro per questo video piacevole. Un bel misto di umorismo, di dialetto fiorentino e di cultura sull'incantevole Firenze. Caro saluto dalla Francia. 😀🇮🇹🇲🇫
bistécca s. f. [dall’ingl. beefsteak, comp. di beef «manzo» e steak «fetta (di carne)»]. La leggenda vuole che il nome bistecca nascesse nella seconda metà del ‘500, durante una festa popolare a Firenze, in piazza san Lorenzo. Mentre si servivano fette di manzo arrosto - all’epoca chiamate carbonate perché cotte sulla brace - si sarebbero fatti avanti per gustare la carne un gruppo di cittadini inglesi che si trovavano nella capitale del Granducato, importante centro bancario, per concludere degli affari. Così, conquistati dalla pietanza avrebbero cominciato a gridare entusiasti tra la folla “beef steak - beef steak” per averne ancora. E i fiorentini avrebbero subito italianizzato quella richiesta in “bi-stecca”.
Che c'entra il culo con le 40 ore 😂😂😂, bella questa, non la conoscevo. La storia della bistecca conoscevo ormai, appena in Italia la proverò. Dopo mezz'oretta ascoltando l'accento fiorentino ci si comincia a capire 😂😂🙌. Grazie caro 👍
Un detto quasi simile è conosciuto anche nel Salento. Suona così: Che c'entra il culo con le quattro tempora. Fa parte di una serie di storielle relative ad un personaggio realmente esistito nel 1600, Papa Caliazzu (papa sta x papas, che significa prete in greco) un prete giocherellone ed un po' boccaccesco. Costui si reca presso la residenza del vescovo per aiutarlo durante le quattro tempora (erano un periodo di digiuno all'inizio di ogni stagione). Ogni notte però, si intrufola nel letto della perpetua del vescovo. Una notte però il vescovo decide di scambiare la sua stanza con quella della perpetua. Papa Caliazzu anche quella notte si comporta come nelle notti precedenti, ma quando il vescovo si sveglia di soprassalto, il prete per giustificarsi dice "Eccellenza, ero venuto per prendere accordi sul sermone da tenere durante le quattro tempora". A quel punto il vescovo risponde "e che c'entra il mio culo con le quattro tempora?" È un detto con cui si risponde a chi dice una frase completamente fuori contesto.
Riguardo a "che c'entra il culo...", abbiamo, nel portoghese, una simile e va cosi: "Que é que tem a ver o cu(cullo) com as calças(pantalone)?" Mi piaciono un sacco i tuoi video. Saluti mille! Roberto
Una domanda sul c'è al plurale: si dice anche in Garfagnana, spesso nella variante "c'en", che deriva dalla nostra forma della terza persona plurale del verbo essere, "enno". C'è qualche somiglianza col fiorentino aa livello di origine? Anche li si usa "enno"?
Lui si mangia le sillabe mentre parla.Mi fa venire in mente i brasiliani dello stato di Minas Gerais.Loro parlano velocemente e si mangiano dei sillabe. E mi è piaciuta l'espressione "che c'entra il culo con le 40 ore".
E' vero, @WikiPedro parla molto rapidamente e con una pronuncia molto fiorentina. Anch'io, che sono italiano (del Piemonte), devo stare attento a non perdere dei pezzi di quello che dice 🙂
Una domanda fuori dal coro: è vero che esiste una piazza o piazzetta a Firenze dove nelle giornate più calde si dice che se posi un uovo a terra "se coce"?Sul web non ho trovato nulla al riguardo,ma ricordo che qualche ex commilitone me ne parlò,molti anni fa.
@@stellagusso6634 Grazie mille! 🙏 Pensavo (sbagliando) che mi piace era più diretto agli oggetti (cibo, vestiti, auto) mentre mi garba più diretto a persone o attività che coinvolgono persone. Invece mi hai spiegato che è solo un rafforzativo di un giudizio che si da in generale su tutto. Bene ti ringrazio, perché così eviterò di fraintendere i miei amici toscani. 🙏
Sì l'Italiano moderno deriva dal Toscano antico, noi diciamo a Genova che il Genovese è un "Dialetto che NON ce l'ha fatta, nei confronti del Toscano"... Vuoi per motivi linguistici, vuoi per motivi di prestigio (Dante, Boccaccio, Petrarca, I "Canti Carnascialeschi ecc..), vuoi anche per motivi POLITICI (bisognava pur scegliere una Parlata, per intendersi a livello Nazionale).
quella delle 40 ore non la conoscevo dalle mie parti zona sud di Firenze si dice "salta' di palo n' frasca" e per il plurale qualche volta diciamo "ci sò" invece di "c'è" per il resto parliamo spesso come lui un po' "sciamannati" e a mitraglietta 😅😅🤣🤣🤣
L’italiano nasce a Palermo, poi hanno trasferito tutto a Firenze, quando si racconta la storia si racconta tutta. I lavori scritti dai grandi scrittori che uscivano dalla scuola Siciliana sono state quasi tutte tradotte in volgare toscano. Poi per carità i grandi scrittori toscani scrissero altre cose, ma lo spunto nasce tutto dalla scuola Siciliana.
Ma se sono stati "tradotti" non contribuiscono all'italiano. Puoi farmi un esempio di un testo scritto in siciliano tra il 1200 e il 1400 che sia comprensibile oggi da Livigno a Modica ?L'italiano moderno è l'evoluzione della lingua che si parlava fra Firenze e Siena, poi sicuramente ci saranno anche tante altre influenze precedenti.
@@FrancescoMori72 sarebbe bello affrontare questo discorso ma’, meriterebbe tanto tempo, non certo in un messaggio. Poi quando uno non vuole capire puoi fare qualunque discorso.
@@FrancescoMori72 L'argomento è assai controverso ma secondo la mia modesta opinione la lingua italiana moderna nasce a Firenze con i 3 grandi padri della letteratura italiana, Dante, Petrarca e Boccaccio. Ciò non toglie che a livello letterario la Scuola Siciliana ebbe grande importanza nella Firenze pre-dantesca e costituisce il primo esempio di volgare aulico. Ghino Ghinassi, uno dei più grandi storici della letteratura italiana scrive: L’influsso di questa koinè poetica (il siciliano colto NdA) fu subito notevolissimo in Toscana. I cosiddetti poeti siculo-toscani, che, con a capo Guittone d’Arezzo e Bonagiunta da Lucca, raccolsero l’eredità dei siciliani, ne accolsero anche, per larga parte, il linguaggio, divenuto in breve tempo il linguaggio lirico per eccellenza, una specie di superlinguaggio a uso del poeta, come lo era stato e, in parte, lo era ancora la lingua provenzale (…) I poeti fiorentini che precedettero immediatamente la generazione di Dante (da Chiaro Davanzati a Monte Andrea a Brunetto Latini) non escono linguisticamente da questo quadro. Le loro poesie pullulano e, a volte, traboccano di sicilianismi.
@@FrancescoMori72 l fatto certo è che i componimenti della Scuola Siciliana (denominazione postuma, chi scriveva in questo volgare erano non solo siciliani ma anche pugliesi e campani e addirittura autori del nord-Italia) diventeranno famosi in tutto il Bel Paese. La morte di Federico II e la sfortunata fine dei suoi eredi sarà la fine di un'epoca storica ma anche letteraria, dove l'epicentro letterario principale d'Italia si sposterà dal sud verso la Toscana ed i temi e la terminologia di detta scuola verrano prima ripresi e copiati poi trasformati secondo il vocalismo toscano e affiancati da nuovi temi legati all'esperienza comunale e finalmente daranno i natali al Dolce Stil Novo. Certamente l'esperienza siciliana ebbe grande importanza nella nascita di una nuova letteratura in Italia e ne fu forse il substrato che permetterà la nascita di una nuova lingua. Ma dire che dal volgare siciliano nacque l'italiano è filologicamente errato. Il siciliano colto e l'italiano sono state probabilmente due lingue sorelle, che notevoli e reciproche influenze, con ogni probabilità la lingua siciliana la sorella maggiore, non una la madre dell'altra.
Pedro è simpaticissimo e informatissimo, ma sulla parola bistecca sbaglia. E vero che viene da termini inglesi, ma no di certo da Bis Steak , bis e un termine latino. Bistecca deriva dalla storpiatura di Beef Steak
@@kevindetti5882 Esistono tante teorie bislacche su una marea di argomenti, ma il fatto he esistano non toglie che bislacche fossero e bislacche rimangano...
A parte un paio di inesattezze sia sui Bischeri che sulla bistecca, tu sei sempatiho Pedro. Ti sei dimenticato di rammentare "fo" e "vo" invece di faccio e vado.
Come insegnante di latino, ti ringrazio per questo commento. 👍 I miei studenti di latino in Germania imparano davvero l'italiano molto velocemente. Sul mio canale mostro quanto siano vicini l'italiano e il latino. 🙂
No, infatti l'italiano è l'evoluzione del fiorentino. Fra i vari dialetti/vernacoli in uso in Italia, il fiorentino è quello che più si avvicina all'italiano moderno.
@@FrancescoMori72 esattamente, anche se però non è quello più simile. Gli studiosi identificano i dialetti (vernacoli) senesi e maremmani come più simili.