"Tempo è muscolo”. È quanto sottolinea Alberto Ranieri De Caterina, vincitore della borsa di studio della Fondazione Lilly nel 2013. Sì, perché quando c’è di mezzo il cuore prima si agisce e più aumentano le possibilità di ridurre i danni irreparabili di un infarto. E il giovane cardiologo dottorando alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, un’idea su come fare ce l’ha: un aiuto importante potrebbe, infatti, arrivare da un semplice manicotto pressorio applicato al braccio del paziente già mentre è in ambulanza, ma anche subito dopo la procedura di rivascolarizzazione e nei giorni successivi. Un bracciale salva cuore, una sorta di “uovo di colombo” che, gonfiandosi e sgonfiandosi in modo ritmico ad un braccio del paziente, potrebbe portare ad una riduzione media del danno da infarto fino al 30%. Un’idea semplicissima e a basso costo chiamata tecnicamente “condizionamento ischemico remoto", che mira alla protezione dal danno da ischemia-riperfusione nell’infarto del miocardio. Un progetto, sperimentato fin ora solo sugli animali che, proprio grazie alla borsa di studio, De Caterina sta portando avanti, all’Ospedale del Cuore “G. Pasquinucci” di Massa, primo centro italiano per numero di infarti trattati ogni anno.
1 окт 2024
