mi fa piacere sentire parlare che la quasi scomparsa dei clubs è un vero peccato, lo è per i fruitori, per la musica underground , per i djs giovani che non emergeranno mai suonando un'oretta di qua e una di là. Io sono nato come dj resident e l'esperienza che ti fai suonando per 4 ore sempre nello stesso club è impagabile, diventare anche dj guest è stata una conseguenza . Ottima intervista grazie da snowblitz aka flavio vecchi
un podcast fatto come si deve da persone competenti, che sanno parlare in italiano, con i piedi per terra, che non stanno solo a pontificare il movimento e fanno critica costruttiva. spero possiate crescere, c'è bisogno di allargare culturalmente il mondo del clubbing, siamo oggetivamente ancora legati al mandolino, il bel canto ecc....
Impressionante come questo mondo sia sempre dettato dal momento giusto nel posto giusto….complimenti per il podcast ascoltare certe argomenti al giorno d oggi è raro ci vuole tanto coraggio bravi davvero
Conoscevo Damir Ivic solo di nome, ora ho capito come mai lo sentivo nominare così spesso 😄 raramente mi è capitato di sentire un giornalista musicale italiano così preparato e colto musicalmente, si capisce che lui ha una visione completa della musica in generale con in più la conoscenza delle dinamiche di ogni singolo genere da lui trattato. Oltre a questo, ha anche il gran pregio di essere aperto alle giovani generazioni, dovrebbero esserci molte più persone con questa attitudine.
La mia personalissima idea, della quale sono però fermamente convinto, è che il cambiamento avverrà, e già sta avvenendo, ma al di fuori della cosiddetta industria musicale. Di persone che si sono stufate di certe dinamiche è già pieno il mondo, semplicemente si rifiutano di passare per canali mediatici di un certo tipo e non aspirano a chissà quale visibilità, per questo non le conosce nessuno (o almeno così si potrebbe pensare). Ed è meglio così, mi viene da aggiungere. Ciò che esiste ora continuerà ad esistere per sempre, semplicemente sarà una corsa fra squali più o meno grandi. A chi ha a cuore altri aspetti legati alla musica, l'unica cosa giusta da fare è tirarsene fuori, non regalare più soldi ai suddetti squali e pensare a costruire le proprie infime e povere(ma preziosissime) realtà alternative, lasciando fuori soldi e egomania.
Complimenti ai ragazzi del podcast e a Damir Ivic per questa puntata piena di riflessioni interessanti, che probabilmente dovevano essere fatte già da una decina d'anni a questa parte
Complimenti bellissima puntata contenuti interessanti e ospite azzeccato che ha spiegato e chiarito veramente tanto in un ora che è passata in maniera fluida e gradevole..BRAVI
Complimenti. Argomenti pensati da anni, esposti in maniera chiara. I Rider dei cantanti sono una cosa ridicola! Ma la cosa più grave è come avete detto la mancanza di serate fisse. La musica dal vivo nei locali, in Toscana principalmente, è morta. Sempre meno cultura, sempre meno proposte e sempre più complicazioni a tutti gli organizzatori. Andiamo avanti a mode, per postare foto, storie o video sui social. Niente opinioni personali, niente più voglia di socializzare. "Iperconnessi ma in disaccordo con tutti"
Intanto complimenti per il canale, davvero molto interessante. Podcast davvero bello con spunti che fanno riflettere. Conosco Damir, persona davvero squisita, professionista colto con una grandissima dialettica è una montagna di sapere! :)
Bel podcast, è la prima puntata che vedo quindi magari è gia stato affrontato: si parla molto di clubbing/festival ecc. e si parla poco di musica, che è comunque il mezzo per muovere tutto il circo. La qualità della musica attuale è molto bassa, soprattutto nel mondo underground, in primis perché non c è interesse economico nell' investire nel mondo discografico. In secondo luogo manca letteralmente cultura, in primis da chi prova a vendere un prodotto. Quando ero ragazzino e parlavo con un promoter spesso riuscivo a parlaere la stessa lingua, ora credo si faccia fatica, soprattutto perché si fanno rapire dai social.
Ciao Matteo, grazie! Se n’è parlato nelle puntate precedenti se hai voglia di recuperarle, poi sarà sicuramente un argomento che ritornerà quindi ti invito a seguirci se ti fa piacere
@@OffTopicBasement la purezza di non dover dimostrare qualcosa a qualcuno è stata rimpiazzata da i like e commenti , mentre qui si parla di bravura di mettere dischi saper rappare o fare musica non avere like
Sul beverage e richieste concordo alle volte son richieste che partono più dalla loro agenzia che dall'artista. Parlo per esperienza personale di guest chiamati nei nostri eventi.
Da 18enne quale sono, secondo me un grandissimo problema per il clubbing riguarda gli spostamenti. In Italia non esiste Uber, i mezzi la notte sono inesistenti e pagare un taxi è una spesa spesso eccessiva. Tralasciando il fatto che i prezzi delle serate sono sempre più fuori di testa. Fra early bird, 1, 2, e terza release, ormai per andare in discoteca devi prenotare due mesi prima se non vuoi spendere 50 euro…
Concordo in pieno. All'estero sono nettamente più organizzati in fatto di trasporti. Praga una delle città che amo di più a livello di #clubbing offre un'infinità di corse notturne del trasporto pubblico. Qua da noi invece resti appiedato che a volte a molti passa la voglia di fare serata.
Mi sarebbe piaciuto porre una domanda a lui, può essere che i festival abbiano preso il sopravvento sui club per una questione culturale della gente, cioè, può essere che il club sia mentalmente associato al posto da ragazzini mentre al festival sia "socialmente accettato" andarci anche in tarda età? Grandi ragazzi come sempre 🎶
Per me si continua a sottovalutare l’impatto che direttamente o indirettamente hanno avuto le chiusure pandemiche sul mondo dei club e dei locali notturni in generale… una cosa su tutte l’aumento dei tickets dovuto alla momentanea riduzione delle capienze che, come ogni altra cosa una volta tornata alla normalità non ha visto la conseguenze riduzione, poi mettici il costo dell’energia, cazzi e mazzi vari alla fine con il due ingressi del sabato mi faccio una giornata ad un festival dove ho accesso ad un ventaglio di artisti notevolmente maggiore… Poi, parere personale, il rischio di andare ad un festival e SENTIRE tutti per poi ritrovarsi con il non aver ASCOLTATO nessuno é molto elevato!!!
Un altro problema che ha fatto morire il #clubbing italiano sono i costi ed i mezzi di trasporto notturno. Ora che le multe fioccano passa la voglia a molti di rischiare la patente. Inoltre la qualità dei nostri club è molto scesa sia a livello organizzativo (as esempio troppe persone in poco spazio eccece) sia a livello qualitativo della location e degli impianti audio. Con i prezzi delle lowcost è diventato molto più accessibile farsi una serata in club o festival all'estero vivendo un esperienza qualitativa maggiore a cifre simili. Tutto un minestrone che alla fine crea una caduta generale che mi auguro possa avere un' inversione. Molte persone preferiscono fare meno date, risparmiare e vivere un'esperienza di qualità maggiore all'estero, disertando le realtà italiane. In questo flop generale anche chi riesce a far bene viene etichettato come la massa e viene evitato.
Dai primi minuti mi viene da pensare che è vero che i festival vanno di moda. Ma nello stesso modo in cui i promoter cercano di organizzare i festival, i club vedono solo ai numeri e cercando numeri allargano troppo i loro orizzonti. A Tatanto c'è al Sound (che è un club) il Supernature Fest che possiamo dire essere un brand, perchè non un festival vero e proprio. Serve non serve? Non saprei dirlo, fatto sta che sono serate che tirano al di la del come ti vengono presentate. Poi c'è il Panorama (in location differenti sparse x il Salento), ma vittima della precarietà del Sud che si traduce in impossibilita di programmare in anticipo o di formulare qualcosa di piu strutturato come al Kappa (che però è monopolizzante di una regione che mi sento dire offre poco a livello di clubbing se paragonata alla Puglia, a partire dalla varieta e dell'offerta). La concorrenza e l'impossibilita di capitalizzare rende impossibile a mio avviso riuscire a creare festival grandi e strutturati. E va bene cosi aggiungerei. Bisogna pero considerare che è vero che mode sono preponderanti in tutto ciò. Forse andra di moda venire in vacanza in Puglia e a ballare, resta però la enorme precarietà della scena e un certo atteggiamento arrendevole dei promoter che non vogliono mettere maggiore inpegno in termini di qualita assoluta. Ottimo clima, location sommariamente belle, ma restano i limiti organizzativi che sono enormi. E a tutti i livelli. Scandaloso il Polifonic, che lo scorso anno ha attirato turisti da tutto europa, attraverso un ottima strategia di marketing e branding, ma che si è distinto per la sua inconsistenza. Immaginate di andare in vacanza a Monopoli da Lecco. Se sei fortunato ti sei fatto 10 ore di macchina e quindi hai a disposizione un mezzo per spostarti da Monopoli a Cisternino (paesotto vicino Monopoli nelle cui campagne avviene il Polifonic), anche perche anche se arrivi in aereo ti tocca affittare un auto perchè è il mezzo piu comodo per spostarti. Arrivato alla Masseria a Cisternino ti trovi immerso in una realtà finta. La masseria è scarna, le zono per il pubblico sono ampie dispersive e scampestri (roba che ai rave ballano in condizioni ottimali a confronto), nessuno ti ha consigliato di indossare delle scarpe robuste e che gli stage sono molto distanti fra loro, nonche su percorsi impegnativi da praticare, perchè è notte, in salita, in aperta campagna. La scelta dell'orario stesso, notturno, non permette di apprezzare a pieno l'esperienza della masseria (al quantoselvaggia e incontaminata), riducendo l'esperienza a un semplice rave per radical chic, disposti a pagare in media 30 euro a serata per stare al buio in una masseria scampestre con artisti pensati da un art director e non chiamati a caso. Poco direi, considerando gli sponsor che seguono il progetto e l'appoggio della regione Puglia. A condire il tutto la scarsita dei servizi offerti, con dei food truck che piu che rappresentare la cucina locale sono la loro copia commerciale, ma allo stesso tempo estremamente costosa (8 euro per una pizza che in realta sembrava piu una piadina). Sfortunatamente la realtà è questa, e si potrebbe riassumere con precarietà e finzione, perchè in relata è tutto marketing, poi di concreto c'è poco.
Una bellissima chiacchierata, con tanti spunti interessanti. Uno di questi, secondo me, si rinviene quando Damir dice: «Fidatevi dei ventenni di oggi». Mi permetto di oppormi. Non mi fido di una generazione che scopre la musica solo su tiktok perché un video virale ha come traccia “musicale” una fastidiosissima “I like the way you kiss me”. Non mi fido di loro anche perché avrebbero l’età e l’entusiasmo giusto per tenere in vita ciò che realmente conta, da un punto di vista culturale, in questo ambito: il clubbing fatto di musica di qualità. E invece… tutti a invadere Torino, sbracciandosi quando inizia a (non)suonare gente come Sara Landry (ma chi c… è? Da dove sbuca fuori?). Vogliamo parlare di Deborah De Luca? Tralasciando la responsabilità di questa gente per la diffusione di robaccia, c’è da dire che il pubblico della De Luca è fatto perlopiù di ventenni, che si esaltano quando la suddetta muove sinuosamente il polso, dimenticandosi del mixer, dei cdj e di tutto il resto. Se lo stato dell’arte è questo, perché allora sbottare se importiamo reggeton dall’America Latina, e non il buon jazz brasiliano? Piacerebbe anche a me se i ventenni di oggi si avvicinassero ai Buena vista social club, ma purtroppo dobbiamo rassegnarci al fatto che a loro, della musica, non importa proprio nulla! Basta che ci sia lo stage imponente, la cassa a 200000milamilioni di bpm, il video da mettere su Internet, e il gioco è fatto. Quindi, no! A quel paese i ventenni di oggi!
Se ti riferisci a quella che ultimamente viene definita "hard techno", o comunque alla "business techno", io credo che sia musica semplice, di certo poco originale e a volte mediocre, ma che rappresenta una via d'ingresso per le nuove generazioni. La "musica d'ingresso", sotto varie forme, è sempre esistita (negli anni '90 c'era la cosiddetta "commerciale", se non fosse stata per quella non avrei mai approfondito la mia passione per tutta la musica elettronica), va presa per quella che è, personalmente la trovo gradevole, come se fosse della "easy listening", certo bisogna andare oltre ogni tanto e non pensare che quella sia la roba migliore che esista.
@@riccardofabio4458 Certo. Tutto è possibile. È possibile che sia questo schifo di “hard techno”, sia la “tamarr-techno” alla De Luca o la nuova “melodic techno” dei Tale of Us siano porte di ingresso per i giovani ad artisti come Hawtin, Liebing o a tutta la schiera berlinese (che oggi penso sia l’unica a dover meritare un ascolto, insieme con gli artisti romeni). Il problema è che se vedi gente come Loco Dice (che un tempo faceva musica che lo contraddistingueva da tutti!) votarsi a una house di facilissimo ascolto, la speranza si assottiglia (ricordo che al Fade In festival del 2013 a Bruxelles fece un set così ricercato che si mise in saccoccia tutti gli altri). Per non parlare di Marco Carola, che più diventa famoso e più insulta la qualità del suo passato. Oppure di Capriati, che un set techno delle sue bellissime origini non lo fa da anni. Insomma, se gli esempi - che i giovani potrebbero ascoltare per accedere ad altra musica più di qualità - si assottigliano, la speranza cede il passo alla rassegnazione. Dovresti solo rintanarti in un bel negozio di dischi per venire a contatto con una certa elettronica del passato. Vuoi vedere dei ventenni di oggi in un negozio di dischi a selezionare curiosamente della musica diversa? Siamo realisti, dai. Gli basterebbe fare il video al balletto di Mochakk o ai sorrisetti di Paganotto per essere appagati e tornare a casa. Sappiamo che è così.
dire che una intera generazione non abbia gusto e metodo è profondamente sbagliato, perché nella massa ci saranno quelli che si sentono solo le canzoni famose e che vanno agli eventi per hype, ma ci saranno anche quelli che invece diggano, sono amanti della cultura musicale e del djing capace di creare un suo viaggio. io che viaggio sui 30 conosco molte persone che ad esempio sono fan dei beats afro funky soul house etc.. e andando avanti è una rete che si amplia generando un vero movimento sotterraneo fatto di dj e pubblico. occhio a generalizzare. 90 su 100 si prendono della cantonate folli.
Sarebbe molto interessante avere un parere da Damir e da off Topic, riguardo la scena Festival Elettronica e altro in Ungheria...se ovviamente avete partecipato nel corso degli anni ad eventi qui (dove vivo ed opero in qualità di art director, Dj, promoter event organiser) ...molto gentili e complimenti
Ma perché non parlate di tutti questi booking agency che "vendono" e "hanno venduto" l'anima della cultura club, non solo mettendo in crisi economica molti locali ma danneggiando oramai in maniera irreversibile la vera magia che nasceva e prendeva vita piano piano con semplicità, con artisti giovani e/o meno giovani del territorio, l'ospite ogni tanto era la "ciliegina" sulla torta e non "la torta". Senza andare a sentenziare sulle qualità dell ospite stesso poiché qualsiasi espressione artistica è opinabile.
Lo abbiamo fatto a più riprese nell’episodio integrale. Ovviamente per tante realtà professionali ce ne sono alcune che purtroppo non sono così. Preferiamo non fare di tutta l’erba un fascio perché per esperienza in ogni settore c’è chi fa seriamente il suo lavoro e chi è meno trasparente
Io gli avrei chiesto, è giusto che suonino sempre gli stessi dj, anche se sicuramente meritevoli, e non si dia quasi mai spazio agli emergenti in contesti evoluti, che dobbiamo farcela da soli con. Un mondo contro che rende davvero impossibile raggiungere quel sogno che molti hanno avuto servito su un piatto d’argento perché amici di X organizzazioni
Purtroppo in un contesto dove i margini sono sempre più stretti diventa ancora più coraggioso investire su dj che agli occhi di un imprenditore non producono biglietteria. Bisogna trovare il giusto equilibrio per sopravvivere in un momento complicato come questo e allo stesso tempo sostenere le realtà più piccole. Certo, come dici giustamente te, fare il “grande salto” adesso è durissimo ed è anche viziato da meccanismi poco sani…
@@OffTopicBasement a noi non importa che sia duro; passeranno solo i migliori, i più meritevoli, ci importa che sia possibile e non in esclusiva di pochi perché si sono trovati nel contesto giusto. Vogliamo una scena più reale e non una copia di quello che succede all’estero seguendo le solite logiche di mercato, vogliamo dare voce a chi non ce l’ha, facciamolo però
Ahah.. Deborah de Luca (il niente cosmico) solo copertine, questa cosa fà letteralmente scompisciare dal ridere e piangere allo stesso tempo! Allora i vari Arca, Aphex Twin, Oneotrix Point Never ecc. cosa dovrebbero pretendere? Per favore smettete di affiancare il sostantivo artista a questa gente perché di artistico non ha nulla! Per il resto bella puntata interessante, complimenti...bravi
In un'altra puntata avete deriso la distanza fra l'underground e il mainstream, perché a voi torna utile non palesarla. Voi vorreste piazzarvi al confine, ma questo confine neanche esiste. Questi due mondi sono paralleli, non hanno alcuna connessione, non esiste un ponte che li unisce, non hanno punti di tangenza. Ma invece voi avallate il compromesso, compromettendo degli ideali inattaccabili. In questa esposizione ego-riferita non avete mai parlato di musica, cultura o socialità. Avete appena sfiorato gli argomenti. Sofismi ed egotismo. La vostra discreta favella può raggirare i più ingenui, ma chi ha un minimo di criterio riconosce le vostre distorsioni. Avete il coraggio di parlare di realtà "anti-sistema"? Voi che siete collusi con esso e lo salvaguardate palesemente? Questa è slealtà, questa è disonestà intellettuale. Anche i rimandi e le citazioni che pensate siano molto cool, in verità sono del mondo di superficie. Voi i sotterranei manco li avete mai visti. Nessuno vuole delegittimare il mainstream, ma non pensiate che sia possibile cancellare il vero mondo alternativo per far spazio a un ibrido amorfo e compromesso che tanto farebbe comodo alla vostra voglia di fare il cash ma in modo figo. Non esiste il confine, quindi voi galleggiate sul niente.
Nessuna ha deriso la distanza. Abbiamo constatato che con l’avvento del web è difficile discernere cosa sia l’uno o l’altro data la velocità con cui tutto viene fagocitato. Quanto all’assenza di musica, cultura o socialità probabilmente ti sei perso qualche episodio, il terzo ed il quarto per esempio. Sul resto ci dipingi come dei truffatori che fanno tutto questo per denaro. In realtà ci costa tanta fatica e sbattimenti, cose che di solito senza passione spengono abbastanza velocemente un progetto. Comunque hai il tono di chi è incazzato a prescindere quindi è anche inutile continuare. Ti sei fatto un bel viaggio però 👍
