Mia nonna sviluppò il morbo di Alzheimer in modo improvviso poco dopo la morte di mio nonno, tanto che all'inizio le diagnosticarono una semplice depressione, erano molto legati e dopo che mio nonno rimase paralizzato credo che per lei fosse diventato il suo motivo di vita, non ricordo di averla vista così abbattuta e depressa prima del lutto. Ok non è Parkinson ma sempre di problemi del sistema nervoso si parla, magari la botta di depressione iniziale ha slatentizzato qualcosa che covava da tempo. La cosa curiosa è che mentre la sopravvivenza con Alzheimer è mediamente di 5 anni le sue sofferenze durarono ben 20 anni tanto da portare alcuni dottori a ritenere la diagnosi sbagliata.... Spero che un giorno si riesca a dirottare sulla ricerca medica tutti i fondi dedicati alla guerra.
"Non si sta poi male da soli!" In effetti anch'io sono di questa idea... 😉 In effetti credo, ma questa è una mia opinione, che la solitudine pericolosa sia quella che nel video a un certo punto definisco "malinconica", una solitudine forzata, non una scelta.
La strada da lei consigliata è certo quella giusta Dottore.Complice anche il famoso treno perduto più volte,al momento sbagliato,nella vita di ognuno? Oggi poi,non è rimasto più neppure quello a vapore,che magari...si riusciva anche a rincorrere..! La solitudine non sarà contagiosa ma,alla lunga,è di certo una cattiva compagnia. Grazie Bravissimo e non più "sconosciuto" Dr.Gindro!! Buone cose..😊😊😊
Caro Dott.Gindro, le dirò che, ho visto persone affette da questa brutta malattia, però, ricordo che non vivevano in solitudine, anzi, tutt'altro ( fu colpita da questa malattia anche la madre del mio medico; ricordo che, quando la incontravo a casa di un'amica in comune lei non si sedeva mai, la vedevo piuttosto ansiosa, ma , sia lei che altri conoscenti non vivevano in solitudine. Certo, se gli studi hanno rilevato che la solitudine è un fattore a rischio, sicuramente è da tenere presente). Comunque è una brutta malattia ed ho notato( anni fa) quando andavo a farle visita, che il suo corpo si era accorciato, sembrava una bambina tutta rannicchiata...mi ha fatto molta impressione! Sono malattie veramente terribili ( come anche l'Alzheimer, il cancro).
non riesco a capire bene una cosa, ok che la solitudine può portare a cattive abitudini e quello sicuramente può essere un fattore di rischio nell'ammalarsi, appunto con dieta malsana, poco movimento ecc..... ma se ho ben ascoltato ci si può ammalare anche soltanto percependo tristezza e frustrazione nell'essere soli? questo non capisco come possa far pervenire la patologia...cioè uno stato d'animo negativo a livello mentale come può far ammalare il corpo? mi sembra fantascienza, cioè non è una critica ci mancherebbe ma se effettivamente è così è preoccupante.....mette ansia la situazione.
Ottima osservazione! Purtroppo è proprio così, perché uno stato d'animo negativo (come anche lo stress) in realtà ha riflessi molto concreti sull'assetto ormonale (e probabilmente anche chimico, nel cervello), tanto da determinare alterazioni con possibili conseguenze. Un esempio banale di questa associazione è il paziente diabetico che, sotto stress, vede aumentare la glicemia (a causa del rilascio di cortisolo). Per approfondire consiglio i libri del Dr. Sapolsky (ad esempio "Perché alle zebre non viene l'ulcera").
Ha stupito anche me, sono sincero... ma si tratta di una correlazione a cui onestamente non darei grandissimo peso (non perché non sia vera, ma perché i latticini rimangono associati ad anche ad altri benefici per la salute). Forse consiglierei di evitarli in caso di evidente familiarità per la malattia.
Non mi meraviglia che l'effetto solitudine sia più evidente nei maschi. La solitudine deprime i maschi molto più delle femmine. Le femmine sono più propense a stabilire rapporti amicali di qualità e poi, a onor del vero, spesso sono molto più sole e isolate e depresse quando sono in coppia di quando sono libere. Mentre nella libertà l'isolamento è una scelta reversibile, nella coppia è un'imposizione o una necessità che toglie anche la speranza. Ci sono molte famiglie dove tutti sono felici e contenti ma dubito che siano la maggioranza. Più che la solitudine forse è la mancata accettazione della propria condizione che deprime. I buddisti dicono che il dolore nasce dal desiderio, forse non hanno tutti i forti.
Grazie mille per la sua testimonianza. In realtà forse mi sono espresso male, intendevo dire che sesso maschile e (indipendentemente) la solitudine sono fattori di rischio per il morbo di Parkinson, non che i maschietti siano più propensi alla solitudine (che è una considerazione su cui non mi esprimo perché non possiedo elementi per farlo).
Ricordiamoci sempre che si tratta di fattori di rischio, non di cause dirette; detto questo se soffre di solitudine (il verbo non è scelto a caso) è sicuramente consigliabile cercare di avere una vita più sociale.
