E niente, ogni giorno son qua ad aspettare che esca un tuo video. Stai illuminando il mio cammino da specialista IT che vuol diventare una figura di sintesi. :-)
Marco a dire il vero ad un certo punto ho sentito il vento dell'oscurità avvolgermi ma, fortunatamente, sono riuscito a riemergerne tornando sulla spiaggia sicura della linearità! Questo viaggio nella complessità mi ha però stimolato a cercare soluzioni che aiutino a navigarla come suggerito dal pmbok. Allora mi è venuto in mente : perché non suddividiamo la complessità in livelli o gradi ponendo in ogni grado i componenti aventi un livello di complessità omogeneo aggiungendo, nel grafo, anche il livello di interazioni dei gradi descrivendolo attraverso degli atttributi? Non quindi una complessità, in un certo senso, planare (che nasconde taluni legami )o a singola dimensione ma multidimensionale o meglio gerarchica a ordinalità crescente. Il vantaggio sarebbe quello di affrontare per ogni piano o grado della complessità problematiche omogenee con risposte, quindi, plausibilmente omogenee.
Grazie Pietro. Se decidiamo di descrivere legami e interazioni tra le componenti del sistema si apre un mondo di possibilità. Mi piace ma va manipolato con attenzione. Per esempio, potremmo pensare che i legami tra i componenti siano classificabili in base alla loro forza o intensità. Ragionamento plausibile ma di matrice "lineare". Un po' come i legami chimici, che hanno forza diversa in funzione di quanta energia serva per romperli. Pero' a volte sono i legami "deboli" a fare la differenza. Vedi il mio video di qualche tempo fa sulle reti sociali (small worlds) di stakeholder. Ad esempio, il "legame idrogeno" tra le molecole di acqua determina una proprietà emergente che è solo dell'acqua: il fatto che lo stato solido (ghiaccio) sia meno denso di quello liquido. Di conseguenza il ghiaccio galleggia sull'acqua (iceberg, calotte polari...). Se così non fosse, la vita come la conosciamo probabilmente non esisterebbe. Legami deboli e non linearità...😎
Quasi un'illuminazione...qualche giorno fa ho chiesto un'opinione a Cristiano su come gestire un progetto interno avviato da altri e poi abbandonato. Sono proprio nel dominio del "caotico" e mi sto muovendo proprio come suggerito ACT->SENSE->RESPOND (introducendo programmazioni settimanali come suggerito da Cristiano per dare stabilità...lo sgambetto è sempre dietro l'angolo ma almeno la barca naviga. Suggerimenti su dove approfondire questo framework??? Grazie!!!!
In questi casi conviene sempre andare alla fonte. Il link di seguito è quello della società fondata da Snowden sul tema. Ci trovi risorse e possibilità di approfondire. www.cognitive-edge.com/
In realtà no. Divide et impera funziona coi sistemi complicati dove ti basta dividere in componenti (es. Un kit di montaggio). Se dividi un sistema complesso interrompi dei legami tra i componenti e semplicemente...lo rompi ;-)
@@MarcoCaressa in caos veritas! In ogni caso mi pare che nonostante il tuo approfondimento, ancora ci sia molta confusione sull'approccio verso la complessità, leggo che alla fine basta spezzare il problema in problemi più piccoli nonostante tu abbia reso evidente che purtroppo non sia possibile
