#bellaprof #vangelo #Matteo
Tornati in Galilea, come avevano detto loro le donne, e giunti sul luogo dove il Risorto aveva loro dato appuntamento, i discepoli lo incontrano e finalmente lo vedono con i loro stessi occhi. Davanti a lui, senza dire nulla, si prostrano. Ma alcuni dubitano. Come mai? Come è possibile dubitare, cioè non avere fede davanti al Risorto in persona? Non basta vedere per credere? Secondo Matteo i discepoli sono dunque peggiori dello scettico Tommaso, che nel Vangelo di Giovanni, almeno cade in ginocchio e professa la sua fede davanti a Gesù che si manifesta a lui senza lasciare più spazio all'incertezza? Il problema sta nel fatto che, purtroppo, intendiamo la fede come lo stare aggrappati a delle sicurezze mentali, come l'adesione salda a delle certezze, mentre invece è un invito a camminare trepidanti sopra l'abisso del Mistero. Come possono questi uomini continuare la missione di Gesù se non ammettono la propria fragilità di fronte alle immense sfide che il Vangelo pone a chi vuole viverlo? La forza, il coraggio, la determinazione a restare fedeli non può essere frutto di una semplice decisione o di un singolo atto di generosità. La fede è una relazione con Gesù che si coltiva nel tempo perché, senza di lui, l'animo affonda davanti alle avversità della vita come davanti all'infinita santità di Dio. Matteo, del resto, aveva già parlato di questo "dubitare", raccontando che una notte Gesù venne incontro ai suoi discepoli camminando sul lago in tempesta...
Il video è una sintesi di questa "live":
• Dubbio e fede: parliam...
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11 июл 2024