Pier Paolo Pasolini, intervistato il 22 febbraio 1968 all'interno della rubrica televisiva della Rai "Sapere. L'uomo e la società", parla della lingua italiana.
Profondissimo, precisissimo, elegantissimo ma sempre chiaro e semplice...un intellettuale che anzichè definirsi incompreso si è sforzato di farsi comprendere senza banalizzare i contenuti. Grazie Pier Paolo...
Lorenzo Molisso La sua sicura fermezza nelle risposte, unita alla sensibilità della voce gentile, fa capire che in realtà sta conducendo lui la conversazione.
@@Romalvx dici bene..dal momento che ci troviamo in un ambito in cui si disquisisce sull effettivo significato della lingua italiana,ti dico che gentile non è il vocabolo adatto..il tono di Pasolini è cordiale..la gentilezza in un contesto così formale sarebbe inappropriata, poiché poggerebbe le sue basi sul nulla..la cordialità che adotta Pasolini è un preludio ad una gentilezza concreta che può manifestarsi in condizioni di maggior iterazione o maggior dipendenza reciproca..il nesso dello stralcio è proprio questo.. alcune parole non hanno un significato simile per tutti,sicché,spesso si incappa in fraintendimenti(spesso burocratici o giuridici) altri vocaboli,come ad esempio "frigorifero"non lasciano spazio a nessun tipo di fraintendimento, poiché sono di pubblico dominio.. tra le righe del suo intercedere,Pasolini sta dicendo a tutti"leggete, documentatevi,la letteratura è una sorta di convenzione"
@@Case-19Sarà stato un grande successo intellettuale, ma andare con dei ragazzi di 15 / 16 anni ... Ragazzi che vivevano nel degrado più assoluto, ragazzini poveri , che non sapevano nemmeno leggere , che vivevano nelle capanne , ragazzini che per due lire vigliacche ( avvolte per un piatto di spaghetti) facevano ciò che Pasolini chiedeva . Quei ragazzini , dovevano essere aiutati , e non sfruttati. Non mi sembra un gran bel modo di aiutarli. Se lo faccio io oppure, chicchessia , mi arrestano ( giustamente). Anche perché è illegale Non era una bella persona. Non si può approfittarsi di quindicenni .
He has an ascetic, emblematic, monumental physiognomy, like a modern Petrarca. I can't understand what he is saying, but Italian language is the most melodic and poetic on earth. If I wasn't Greek, I would like to be born in Italy.
he's talking about linguistics and history of the italian language, who directly comes from latin , and is modeled on the dialect spoken in Florence back in 400" , the same that Petrarca, Boccaccio and Dante used. He's saying that the main difference between French, or Spanish is that those language were born because of a commercial ( trades, markets...) use, while italian was born directly from the licterary tradition.
The Greeks are probably the closest relatives of the Italian people(s), especially the ones from the south. The ties are strong even though the language is not as close as say, French or Spanish. In my own city, for instance, they spoke a greek dialect until the middle-ages. It was founded as Παρθενόπη and then became Νεάπολις. Naples was greatly respected by the Romans as a paragon of Hellenistic culture. During the Roman era, the people of Naples maintained their Greek language and customs. Often, scholars preferred to go to Naples to learn Greek instead of going to Athens, as it was geographically closer and virtually the same language, since in Naples and parts of Sicily they spoke a Ionic dialect closely related to the Attic dialect of Athens, while the Doric was most often spoke in the South of Sicily and Tarentum in Apulia.
mantegna1506 Italian comes from Latin and Latin was greatly influenced by old greek and etruscan ... Well I wouldn't say poetic about Italian ... Italian poets weren't comparable to English or German ones ... Italian lacks nouns ... That's our problem ... German and English have twice the nouns we have ... We use the same word for something English speaking people and Germans use three or even four !
Mi piace quando dice che i dialetti sono delle lingue potenziali, ovvero che hanno la stessa dignità della lingua ufficiale ma che per i casi della storia sono rimasti appunto lingua potenziale.
@@virginia12. tutti i dialetti italiani sono lingue, fatta eccezione per toscana, lazio, Umbria e la fascia centrale delle marche, che parlano diverse varietà di italiano e non lingue vere e proprie.
Supercazzolatore Professionista Tutti i dialetti sono lingue. L’italiano che noi parliamo oggi è il fiorentino che è stato normalizzato nel corso degli ultimi secoli affinché potesse essere adottato come lingua ufficiale. Ma tutti i dialetti sono delle lingue non ufficialmente (purtroppo) riconosciute.
virginia _ i dialetti non sono stati normalizzati, perciò non sono lingue ufficiali, ma di fatto sono lingue in potenza, così come le definisce Pasolini (ed io cito dal manuale di dialettologia di Marcato e Loporcaro)
"E questo è migliore o peggiore?" "Ma cosa vuole, non è né migliore né peggiore. Esiste e ne prendo atto." A quanto pare, i giornalisti facevano domande deficienti anche in passato. Grandissimo Pasolini.
ma non p che fossero deficienti.dovevano porsi come mediatori tra un intellettuale e il grande pubblico a ciI volevano comunicare certe cose.come quando carmelo costanzo intervista carmelo e cerca di portarlo su argoenti definiti
Per chi ha occhio attento, il "cosa vòle" l'ha ereditato da Ungaretti in Comizi d'Amore, che proprio ad una sua (di Pasolini) domanda rispose così: evidentemente gli è piaciuto così tanto da prenderlo in prestito.
Non era affatto una domanda stupida. Anzi, la dialettica dell'intervistatore ha dell'impressionante. Il modo in cui incalza Pasolini protraendo il suo pensiero a sviluppi sempre più approfonditi, i tempi, la bravura a cogliere istantaneamente il pensiero di Pasolin e a mediarlo riassumendolo, nella domanda successiva ("preferisce questa egemonia tecnologica che non quella letteraria"), lo stile, i toni...assolutamente impressionante. Oggi il giornalista medio si limiterebbe ad annuire non capendo un cazzo, aspettando che finisca la digressione, per poi porgli un'altra domanda fuori luogo e magari far partire un applauso imbarazzante, con quella classica reverenza da ignorante verso l'intellettuale, visto come un alieno. Altri tempi.
Pasolini era un genio, intellettualmente stava avanti di 50 anni. Purtroppo noi italiani ormai ci stiamo auto condannando alla morte linguistica. Giornali e giornalisti che si credono più "fighi" utilizzando parole inglesi lì dove potrebbero usare tranquillamente l'italiano. Linguaggio tecnico-informatico ed economico ormai monopolizzato dagli anglicismi. L'usare una lingua e il diffonderla nel mondo dà potere politico alla nazione detentrice di quello stesso idioma, del resto l'hanno capito bene gli anglosassoni. Noi italiani invece di diffondere e finanziare l'insegnamento dell'italiano all'estero (che ricordo essere la quarta lingua più studiata) lo sopprimiamo a casa nostra.
L'inglese è la lingua delle pubblicazioni scientifiche. Se i ricercatori iniziassero a pubblicare in italiano, tedesco, greco... Come si farebbe a ottenere una giusta coesione nella comunità scientifica? Le conoscenze scientifiche devono essere subito alla portata di tutti. L'inglese è diventato lingua comune grazie alla potenza dei Paesi anglosassoni, ma anche grazie alla relativa semplicità delle sue regole. Quale lingua si avrebbe dovuto adottare?
Concordo ma con un distinguo, la nomenclatura universale giuridica, scientifica, astrofisica, chimica, botanica, animale etc ha definizioni latine,,, unica eccezione la musica che ha definizioni per lo più italiane... adagio, rallentando, stringendo, presto, forte etc... per non parlare della lirica che o si conosce l'italiano o non si canta... salvo qualche opera tedesca e francese... ma appunto nella loro lingua... l'inglese è lingua poverissima di vocaboli e declinaziono verbali e quindi a parte la potenza politica questo è diventato un pregio... ed ora ci sono anche le contrazioni tecnologiche della comunicazione... siamo ipertecnologici ma poveri intellettulmente... meno parole si conoscono e più la comunicazione diventa povera e livellata. Insomma diventeremo specializzati e tecnologici ma dei veri ignoranti comunicativi. Forse va bene così per chi non ha conosciuto altro modo di relazionarsi...
@@numetutelare Approssimativamente, l'italiano conta sui 300,000 lessemi; l'inglese, 600,000. La lingua inglese è tutt'altro che povera, soprattutto grazie ai neologismi di origine tecnico-scientifica È vero: buona parte del vocabolario fondamentale delle arti e scienze di origine antica, come la medicina e la botanica, è composta da vocaboli di lingue antiche. Ma è ormai da tempo che il latino ha smesso di essere la "lingua delle pubblicazioni" (venendo soppiantato dall'inglese) e proprio in un momento in cui la rapidità di sviluppo delle scienze è centuplicata. Può notarlo nelle ingegnerie e nell'economia, dove i tecnicismi anglosassoni abbondano
Non ho intenzione di fare discussionei capziose quindi va bene così... resta il fatto che esclusi gli scienziati e gli intellettuali (seppure) di area anglosassone la popolazione standard usa termini poverissimi e forme lessicali elementari... resta che l'inglese sia la lingua del futuro, ma questo non la rende migliore nè apprezzabile nll'espressione e traduzione dal pensiero alla parola. Quanto ai numeri... i giapponesi hanno 700.000 lemmi ma non mi pare che sia una lingua universale. Certo ormai i neologismi scientifici tecnici dll'ultimo secolo sono stati formulati in inglese... e questo conta... tuttavia per l'agilità neuronale e delle connessioni pare che una lingua forbita e soprattutto declinata e sfumata nelle descrizioni denoti una migliore elaborazione mentale... Mi spiego meglio, le lingue tecnologiche sfornano grandi equipe, la formazione del pensierio di lingue letterarie sfornano geni. In Italia dove la ricerca fa schifo non funziona ma appena i nostri ricercatori vanno al,l'estero eccellonio sempre e spesso diventano dei capi equipe o dei luminari nelle loro specializzazioni... Chissà che succederebbe se in Italia la ricerca fosse supportata e sostenuta. In ogni caso quello che sostenevo alla fine non é invalidato... alcune realtà non possono cambiare, un botanico inglrse farà i salti mortali carpiati con la sua lingua ma una pianta sarà sempre in latino... punto, e vale per molte altre realtà, capisco che sembri un argomento poco importante, ma come ho detto, dipende cosa si fa... un tecnico,un imprenditore, un uomo d'affari deve sapere l'inglese... e capisco numericamente è la gran parte della gente, ma come dicevo, uno che vuole cantare la lirica o impara l'italiano o con l'inglese resta al palo. Come per chi studia storia e archeologia... senza greco e latino etc... ha poco da fare. Insomma l'inglese è nella comunicazione parificabile a la city car (termine guarda caso inglese), la usano tutti, scienziati e popolo standard ... Ma sappiamo che la qualità è altra cosa ...
Aggiungerei che la spocchia dei soloni nostrani dimostra solo la assoluta mediocrità della "cultura", massimamente sinistrorsa, e la pochezza della nostra 'intellighenzia autoreferente e trombona che si attacca ai termini anglosassoni anche per scarsità di padronanza dell'italiano
incredibile come ogni osservazione di pasolini sulla realtà politica, sociale, e culturale dell'italia sia stata azzeccata con almeno 20 anni di anticipo rispetto anche agli studiosi più affermati dell'epoca
Quanto mi piaceva il suo stile la sua cultura che amava trasmettere. Ha visto avanti negli anni. Oggigiorno vivere è un'impresa che molte volte i giovanissimi neanche vogliono fare!!!🙏🙏🙏🙏🙄🙄🙄🙄
Era molto "lucido" e questo ha fatto si che il bagaglio della sua grande cultura non lo accecasse...tanti uomini si esaltano del proprio potere...sono dei pavoni
Non è che gli studiosi dell'epoca non fossero "arrivati" alle sue conclusioni , tutt'altro è solo che hanno preferito fare i "finti tonti" e lasciare andare avanti gli altri .... un modo mediocre ma efficace per "sbarcare il lunario" senza "schiacciarsi troppo le dita" che denota inoltre assenza di "palle" , scarso attaccamento al proprio lavoro e profonda disonestà ...... anche intellettuale ..... tutto il contrario del Sig. Pier Paolo Pasolini.
nel 1968 la Rai faceva televisione sullo stile di queste vere e proprie lezioni, di grandi intellettuali (personalmente ammiro Pasolini come letterato); oggi siamo ai Mammuccari
oggi vediamo una semplice barbara d urso, la quale presenta storie di cantanti ormai dimenticati o semplicemente fa pubblicità a persone con uno scarso livello cognitivo per così dire. preferirei mille volte riavere un Pasolini o un Montale in Tv rispetto a questa massa di disinformazione
Oggi dobbiamo subirci il porchettaro Flavio Insinna che ci impone quotidianamente il vomitevole romanesco, ignorando che Roma non è mai stata la culla della lingua italiana.Ma il discorso andrebbe esteso agli autori dei programmi RAI, che Pasolini avrebbe certamente contestato per il loro persistente semianalfabetismo, non solo mentale
@@layboom2383 Rispetto a Mammuccari e' gia' un gran passo avanti. E comunque su Rai 3 e sui tematici c'e' anche molta cultura, e pure Rai 1 a suo modo fa cultura, anche se piu' popolare, speriamo solo duri
È immensa la fortuna che ho avuto di poterlo seguire, vedere ed ascoltare quei pochi anni in cui è vissuto. Da un lato è meglio che non assista allo sfacelo attuale tanto della lingua come del paese.
Queste sono le trasmissioni che un popolo merita, altro che squallidi programmi, a cui ci hanno abituato rimbecillendoci,senza rendercene conto. I mass media dovrebbero formare una nazione, aiutare ad emanciparsi, o a porsi domande, ma in mani sbagliate, riescono appunto, a rincoglionirci. Questo è ciò che accade da circa 30 anni non per caso, nella nostra nazione soprattutto . Sono certo che anche la scelta dei programmi non è un caso, come non lo sono le informazioni, raccontate in un certo modo. Dire che siamo addomesticati è poco, siamo più che addomesticati, siamo trattati come bestie da lavoro. Lavoriamo producendo più, per guadagnare meno, in quali mani finisce il denaro? Chi stampa banconote e per conto di chi? Perché molte nazioni tra cui l’Italia, non ha una banca nazionale? Perché la BCE è completamente privata, e la politica non può mettere naso? Come mai prendiamo denaro a prestito con interessi esosi per fare spese importanti ? Chi gestisce le agenzie di rating , a cosa servono, cosa è lo spread questo sconosciuto, fino a pochi anni fa? Come mai lo stato italiano ha svenduto, e privatizzato le migliori aziende, anche quelle strategiche, chi era direttore del tesoro, e chi presidente dell’IRI? A chi abbiamo svenduto? Perché, ciò che apparteneva allo stato, quindi al popolo, è finito in mano di privati che fanno denaro a palate? Chi ha deciso che lo stato, quindi il popolo, deve essere spogliato dei suoi beni? Chi ha privatizzato e svenduto la banca d’Italia, a chi? Ancora, chi finanzia l’Ema, l’agenzia del farmaco Europea, chi l’OMS? Ci sono domande che abbiamo smesso di farci, tirando a campare appunto come animali da lavoro, cosa pretendiamo, quando un branco di iene ne approfittano? Noi ci siamo fatti pecore, e gente senza onore, e dignità, ne ha approfittato facendosi lupi. Oggi personaggi come Fellini non fanno carriera, vengono criticati, ridicolizzati, fatti sparire a livello mediatico, al loro posto vediamo e ascoltiamo personaggi alla Durso , giornalisti come Parenzo, artisti come Fedez, politici di cui vergognarsi a esserne rappresentati, squallore ovunque, altro che meritocrazia, ciò che dovremmo pretendere. Cominciamo a pretendere il meglio degli italiani per rappresentarci, solo così possiamo ritornare uomini/ donne, esseri umani.
Vero. In parte è colpa della distorsione della libertà. Una cosa è guidare un popolo a realizzare ideali, favorirne i talenti ed incoraggiarli, farli sentire partecipi di un futuro sia personale che collettivo, come giusto corollario alla fioritura di progresso umano. Quando gli imprenditori televisivi, che poi diventeranno sempre più grandi, se ne escono con "io faccio vedere alla gente ciò che vuole vedere", cioè il nulla travestito da qualcosa che sembra chissà cosa, la gente ti segue per inerzia ma non cresce. E' come educare un bambino lasciando fare a lui, nel totale permissivismo, senza guida. Non accade solo con la tv, ma per tutte le altre forme di servizio pubblico, ministeriale o meno. Devo fare il professore? Ma comandano loro, seguo l'andazzo, se vogliono così tutti, così sia. La libertà non dosata genera anarchia, ed anche la troppa acqua, annega.
Essere 50 anni avanti e non sentirli per uno come te . Un concentrato di cultura intelligenza capacità di analisi , e farsi capire da "tutti", cosa darei per sentirti parlare oggi ,solo per capire cosa siamo diventati. Dovevi essere trattato con i guanti come un animale in via di estinzione e invece.. Maestro di vita.🙏🎩
L unico intellettuale italiano della seconda meta del secolo scorso che ha lasciato un segno indelebile dentro di me...tanto tanto tempo fa (primi anni 70) ebbi l occasione e la fortuna di trovarmelo vicino di tavolo in un ristorante di Sabaudia....mi colpi' la profondita del suo sguardo ...la seriosita dell espressione del suo volto scavato...un volto da perseguitato come lui di fatto lo era....tutto di lui .emanava un fascino straordinario....oserei dire virile ...eppure era un omosessiale che soffriva terribilmente per la sua condizione in una societa del tutto omofoba ...viveva in una grande solitudine ...odiato disprezzato calunniato e messo all indice dal sistema di cui lui denunciava le nefandezze con estremo coraggio...profetico nelle sue previsioni circa l imbarbarimento inarrestabile della societa italiana tutta volta ad un cieco consumismo alimentato dai media asserviti ai potentati politici ed economici ....il tema dell omologazione ...fenomeno da lui tanto denunciato..... Tutto cio che diceva era attraversato da una grande convinzione e dalla straordinaria passione che profondeva nell approfondimento della realta dei fenomeni sociali ...passione che non aveva nulla a che vedere con le analisi distaccate fredde degli intellettuali di mestiere dell epoca.... E questo era determinato dal fatto che lui e ' stato in primo luogo un grande poeta ...un poeta civile appassionato e questo si avvertiva in tutto cio che diceva ...aveva l istinto profetico visionario del poeta autentico.....
impressionante intelletto cristallino di pasolini... sempre sul pezzo, mai una parola di troppo, sintesi ed analisi in ordine causale, niente morali stucchevoli o propaganda, altro pianeta sul profilo del ragionamento...
1968 y dice que 20 o 30 años atrás no se podía hablar de un idioma unitario... un testimonio maravilloso. Lo agradezco profudamente como descendiente de italianos.
@frank lapidus está hablando de idioma "unitario" a nivel nacional como estado/nación. Qué tiene que ver tu comentario con que el Italiano se hablaba en las grandes ciudades ? En zona rurales y en la grandes ciudades se hablaba también los dialectos que eran estimados en más en 35 dialectos existentes en aquélla época.
Caro Pasolini, se lei potesse oggi ascoltare in quello che si è convertita la nostra lingua, inorridirebbe, oggi é un creolo di termini inglesi, divulgata dalla stessa città tecnologica che lei citava, persino ormai nelle università ci si studia solo in inglese, può immaginare che fine farà la nostra giovane e amata lingua.
l'integrazione di lessi di origine straniera all'interno della nostra lingua è solo un vantaggio e indice dell'apertura delle barriere che ostacolano la libertà culturale, non un malus... bisogna solo saper contestualizzare utilizzo e necessità
Io mi preoccuperei più in generale della (brutta) fine che sta facendo dimensione letteraria. Se l'italiano d'uso comune diventa sempre più banalizzato e superficiale ma continua ad esistere una dimensione letteraria allora anche la lingua d'uso comune potrà sempre resuscitare e con grande dignità. In tempi di cultura della cancellazione, spesso giustificata dalle più ignobili e menzognere motivazioni del politicamente corretto, è la dimensione letteraria stessa ad essere minacciata.
@@Manuel_Leccese settembre 2022 spazio conad,materiale scolastico vario tra cui il vocabolario,mi ci fiondo. Era presente quello:inglese,spagnolo,francese e italiano,quest'ultimo l'unico zeppo di parole e modi di dire inglesi!Non è un malus?È l'orrore!La morte e sostituzione di una cultura! Qui si sta ostacolando liberamente la nostra cultura e chi appoggia questo crimine è un traditore delle proprie origini,il classico che schifa l'essere italiano,indottrinato dagli USA e soci.C'è anche una parola per definire questo scempio,ma ora non ricordo. Contestualizzo eccome,la sostituzione di un popolo,partendo da una neolingua,utilizzo e necessità per annientarci. Non ne parliamo poi dei parole inglesi italianizzate,doppio orrore!🤦 Usate anche dalla stampa,il degrado declino totale.
@@Gio95forever non ho capito molto della supercazzola perché l'italiano di cui tanto predichi l'utilizzo è venuto a mancare in questo commento in alcuni tratti, ti consiglio solo di adempiere bene a questo neonazismo dandoti una breve lista di parole da sostituire con quelle italiane in modo che tu possa portarlo avanti seriamente. Sostituisci: Push up con spingi su Happy hour con ora felice Wi-fi con fedeltà senza fili Bar con locale con tizio dietro al bancone Social network con reti di lavoro sociale Computer con calcolatore elettronico Smartphone con telefonino intelligente Tweet con cinguettio Selfie con autoritratto fotografico Hashtag con etichetta cancelletto Menù con libretto dei piatti Web con ragnatela Pop corn con mais esploso nella padella Film con pellicola in 35 mm ... e così via. Ovviamente non mi prendo nessuna responsabilità su prese per il culo a piovere quando lo farai. Ah, e visto che ci sei, cambia anche il forever nel nickname con persempre visto che è un orrore questa sostituzione della lingua e della cultura e dell'identità di un popolo e io sono un traditore.
So cosa abbiamo fatto di peggiore: la repressione fascista, poi quella omofoba, poi quella perbenista, poi quella giudiziaria, poi quella dell'apparato culturale conformista, poi quella politica di destra e sinistra, hanno fatto eruttare Pier Paolo, che se fosse nato in Svezia sarebbe diventato Bergman: un grande artista e pensatore e stop, ma non un filosofo e filologo dell'istante del suo tempo, dote rarissima (è un po' estremo come ragionamento ma credo molto vero)
lollobello, che male abbiamo fatto per esserci meritati un Moccia...ha avuto una diffusione...perché gli italiani sono quello che sono e quello invece ci meritiamo, i lucchetti.
lollobello: probabilmente non abbastanza , visto che ce l'hanno tolto azzittendolo in un modo piùttosto brutale per usare un'eufemismo, insabbiando tutta la verità, e noi non abbiamo nemmeno mai fiatato...
@@alessandrochetta3520 So cosa abbiamo fatto di buono: il più grande impero della storia, i più grandi geni, scienziati, inventori, poeti, artisti e musicisti della storia, aver creato l'opera lirica, aver gettato le basi della cultura occidentale...
@@masterjunky863 "Abbiamo"... No Hanno. Fine della Storia. Leggere Paolo Barnard. Smettere di votare caxxo. Non credere più a nessuno , caxxo. Ed EVITARE di lamentarsi senza proporre mai una caxxo di soluzione. Soluzione 1. Smettere di votare. Soluzione 2 Smettere di credere. Soluzione 3 Smettere di fare il tifo per i politici e CRITICARLI Soluzione 4 Smetterla di farsi glj affari propri. SERVE ALTRO SIGNORE ?
Quanta cultura e informazione si faceva fino a 40 anni fa, poi è arrivato Berlusconi e ha distrutto la cultura italiana. Pasolini lo ascolterei per ore
Uomo bello e incredibilmente intelligente ovunque oj ogni campo scusa uomo ha voce bellissima parla un italiano perfetto coj una voce stupenda un accento del nord ma molto molto affascinante Pier Paolo Pasolini era semplicemente un genio verp eh
Non capisco che vuoi dire... Semmai proprio in virtù dei giudizi sulle sue opere e al suo immenso lascito come regista, romanziere, drammaturgo, sceneggiatore, poeta, giornalista, saggista, traduttore e persino pittore. Da cosa dovrei giudicare il suo spessore culturale?
@@ruf1980 C'è chi preferisce i suoi romanzi, chi le poesie, chi giudica troppo letterario il suo teatro ecc. Ogni giudizio è legittimo. Personalmente ritengo di grande valore soprattutto l'opera poetica e la saggistica di Pasolini. Tutto quello che ha scritto (o meglio prodotto) è estremamente stimolante e reca il marchio di una cultura, una sensibilità poetica e una creatività di altissimo livello. Questo intendevo.
@@joescarface1408 non conosco il teatro di Pasolini né i suoi lavori pittorici, ma devo dire che il suo Cinema è sublime...ci ha lasciato almeno 3 capolavori
Era un rarissimo esempio di lucidità e lungimiranza, un intellettuale raffinato....oggi, ahimè, in Italia non esiste nessuno che possa neanche avvicinarsi a tanta grazia.
È incredibile che, essendo lo spagnolo l'unica lingua che parlo, riesca a capire perfettamente ciò che viene detto in questa intervista. Es increíble que, siendo el español el único idioma que hablo, pueda entender perfectamente lo que se dice en esta entrevista.
Un'intelligenza suprema quanto ti stimo e lo farò per il resto della mia vita diceva verità tra le più vere e significative con un'eleganza letteraria senza pari l'ultimo filosofo italiano
CHE PERSONA MERAVIGLIOSA !!! OGNI PAROLA OGNI PENSIERO OGNI INFLESSIONE E' PERVASA DA UN GRANDE AMORE PER IL PROSSIMO !! MA QUESTO LO ABBIAMO CAPITO TROPPO TARDI !!
tutto condivisibile, anche se bisognerebbe aggiungere che l'unità linguistica effettiva, "di tutti" l'ha portata il cinema prima e la televisione (soprattutto) poi.
Condivido,la radio prima e la televisione poi hanno dato un gran contributo alla diffusione dell'italiano.Cosa che spetterebbe alla scuola che ancora oggi non insegna minimamente la dizione corretta dell'italiano,anzi non si pone affatto il problema e così in giro per l'Italia abbiamo laureati che parlano con gli accenti di provenienza e non fanno sforzo alcuno per correggere la dizione.Ma ahimè tant'è,Pasolini aveva visto lungo nelle sue affermazioni.
È appunto questa mirabile origine letteraria da cui la lingua italiana deriva a renderla più di ogni altra lungua duttile all' espressione precisa ed al coglimento di sfumature e sottigliezze essenziali che nessun'altra lingua ha .Pre cui attraverso l'italiano possiamo gustare ed apprezzare vieppiù una critica d'arte,una prolusione filosofica ecc....Bighin Giulio Renzo
Spettacolo,sono talmente abituato alle interviste odierne che facevo fatica a stagli dietro 😂,direi che si gira nella tomba sul linguaggio oggi in voga🙆
non si può, perché c’è stata una mutazione in noi, dovremmo ritrasformarci in Principe Azzurro, diventare pietroburghesi, o napoletani… paghiamo il canone per espiare il nostro post-coloniale senso di colpa (siamo diventati una colonia di noi stessi)
Quello che dice Pasolini sulla vitalità della lingua tecnologica è molto vero: sono friulano, proprio come le sue origini, e mi viene in mente che il friulano è stato criticato quale lingua veicolare in quanto non ha delle parole sue per indicare termini scientifici o tecnici, ma si limita a fare una traduzione sommaria. Questo chiaramente si applica a un gran numero di lingue minoritarie e dialetti, ma questo non si vede per esempio nel francese, che chiama computer "ordinateur".
Cosa vuole che le dica, se sarà una lingua guidata dalla teconologia non potrò far altro che prenderne atto. Davanti alla domanda inutile "cosa è meglio tra le due?" Pasolini dà una risposta logica e pulita, ora conversazioni così in televisione ce le scordiamo.
Da 2.44: "Fino a 15, 20 anni fa, 30 anni fa non si poteva parlare di un italiano veramente unitario. Si può cominciare a parlare adesso, anche per merito della televisione [...]". Non penso di dover aggiungere altro.
Se mi è consentito - come pare (dal format, attenzione!) - aggiungerei io qualcosa a quanto da lei affermato. Certo, è vero quel che lei afferma, e in gran parte è confermato da Pasolini nelle sue ultime lettere sui «giovani infelici». Da questo punto lei ha quasi perfettamente ragione (dico “quasi” poiché ci sono eccezioni geografiche a seguire il filo del discorso pasoliniano, le logiche di un discorso «pedagogico»applicate alla città-metropoli), ed è grazie alla televisioneitaliana che si è quasi-uniformato anche - cito da una delle lettere iperprotestanti di Pasolini - «il cazzo»: il grandissimo poeta friulano aveva previsto il Viagra generalizzato per il club dei Poltroni in TVitaliana (da scriversi tutto attaccato, come le chiappesullapoltrona). In questo è stato profeta.
Il bravissimo Pasolini, figlio del suo tempo, oggi che ho 50 anni e siamo lontani da quegli anni di fermento ideologico più che politico, vedo il grande Pasolini come un malinconico, nella sua rinunciataria denuncia di disperazione e opposizione, esattamente il suo periodo storico di cui fu un emergente a suo modo.
Nel giro di pochi anni si è assistito alla distruzione della lingua italiana. Attualmente il problema consiste nel salvaguardare ciò che rimane della lingua e della cultura italiana. A seguito di scellerate politiche, portate sistematicamente avanti da politici autoctoni, avversi al nostro Paese si è assistito alla morte della lingua italiana ed alla sua sostituzione con altri idiomi, in particolare l' inglese. A Milano per esempio si può dire che l' inglese sia diventato la prima lingua, poi ci sono il cinese e l' arabo e poi forse in ultimo l' italiano. Noto con profonda amarezza come le nuove generazioni dimostrino forti difficoltà a parlare italiano. Vi è una forte povertà di linguaggio dove ormai gli inglesismi si impongono e vieni pure visto male o non compreso se non ti esprimi con tali parole. Il linguaggio dei giovani di oggi è schiavo delle tecniche di manipolazione a fini commerciali, comprensive di apposite parole chiave e modi di dire uniformati. In linea con il divenire storico di tale decadenza è l' esempio del grande Totò quando dice a Peppino che quest'ultimo non riusciva a leggere le istruzioni del trattore (in inglese), poiché erano scritte in milanese......
@@dabideo Non faccio per dire ma io tutte queste cose e anche di più le sapevo già a 25 anni e non sono nemmeno italiano ma svedese. Non mi sembra che Pasolini abbia detto nulla di speciale, anzi fa tutto parte di una buona cultura generale.