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Rosso Malpelo è una novella scritta da Giovanni Verga e pubblicata per la prima volta su Il Fanfulla nel 1878, in seguito raccolta e pubblicata insieme ad altre novelle uscite nel 1879-1880 in Vita dei campi.
La novella è uno spaccato sulla difficile vita dei minatori in Sicilia, raccontata attraverso la storia di Malpelo, un ragazzo che lavora in una cava di rena rossa.
Pregiudizi e mentalità popolare hanno spesso attribuito un carattere malvagio alle persone con i capelli rossi, soprattutto in passato. Forse perché essi costituiscono una minoranza della popolazione. Ovviamente questo non ha nessun riscontro con la realtà.
La Trama.
Rosso Malpelo, chiamato così appunto a causa dei suoi capelli rossi coma la rena della cava nella quale lavora, è un ragazzo siciliano che non trova affetto nemmeno dalla madre che non si fida di lui e lo sospetta di rubare soldi dallo stipendio che porta alla famiglia.
Lavora con il padre, Mastro Misciu, il quale, a causa dei soprusi dei suoi compagni, porta il soprannome di "Misciu Bestia”, ed è l'unico a dimostrargli affetto. Bisognoso di denaro per il sostentamento della famiglia, Mastro Misciu accetta la pericolosa richiesta del padrone di lavorare all'abbattimento di un pilastro, un lavoro molto pericoloso rifiutato, per questo, dagli altri lavoratori. Sarà proprio quest’ultimo compito a causarne la morte.
Rosso Malpelo, che in quel momento gli era accanto, si salva per mera fortuna mentre Mastro Misciu resta sepolto sotto la montagna di rena.
A causa del dolere, dell’alienazione e delle angherie che ogni giorno subisce, Malpelo diventa sempre più scorbutico. Gli altri lavoratori vedono in lui l’immagine della cattiveria pura. Lo temono e lo deridono al tempo stesso.
Qualche tempo dopo alla cava viene a lavorare un ragazzino soprannominato "Ranocchio" perché claudicante a causa di un incidente sul lavoro.
Malpelo lo adotta e protegge a modo suo, picchiandolo e maltrattandolo nell'intento di insegnargli a vivere in quel mondo così duro e crudele.
Ranocchio morirà di lì a breve, ammalatosi di tubercolosi e stremato dalla fatica.
Malpelo è ormai solo, la madre si è risposata, la sorella è andata a vivere con il marito.
Un giorno, così come fece suo padre, assume il compito rischioso di esplorare una galleria abbandonata. Si addentra in un cunicolo e non ne uscirà mai più. I lavoratori della cava ancora temono di vederselo spuntare da un momento all'altro con i suoi "capelli rossi e occhiacci grigi".
I riferimento alla Divina Commedia di Dante Alighieri, all’Inferno, al Purgatorio, e al Paradiso, così come a Caronte sono molto evidenti.
Consiglio un bellissimo saggio di Romano Luperini “Verga e le strutture narrative del realismo” - Saggio su Rosso Malpelo, come lettura per gli appassionati.
Per gli appassionati del Verismo, del Ciclo dei Vinti, di Vita dei Campi e delle novelle di Giovanni Verga, sul mio canale è possibile trovare anche “La Roba” e “La Lupa”.
2 окт 2024