In questo tutorial vi spiego il mio metodo semplice e preciso per accordare un pianoforte classico. Vi mostro brevemente anche come si smonta un pianoforte.
Buon giorno Michele. Grazie sei bravissimo perché’ spieghi il tuo “sapere” come un “dono”. Io sono anziana ed ho un pianoforte che mi accordano e dopo neanche un mese e’ nuovamente stonato. Ho speso tanti soldi per rifare meccanica e mobile. Il tuo video mi ha aperto l’attenzione a guardare quando verrà’ di nuovo la persona che accorda perché’ io non sono in grado di farlo. Bravissimo io abito a Napoli e nonostante ha storia artigianale la mia città’ ma bisogna essere fortunati a trovarne uno onesto.
Buongiorno a lei e intanto grazie per i complimenti. Purtroppo non sono un accordatore professionista e mi sono limitato a spiegare una soluzione che ho escogitato per poter accordare al meglio qualche piano di parenti e amici. I pianoforti non sono tutti uguali e ci sono quelli che tengono l’accordatura per più tempo e quelli che vanno rivisti con più frequenza. Nel suo caso leggo che sono stati cambiati dei componenti e dunque, se il lavoro è stato fatto bene, non dovrebbe scordarsi così frequentemente. C’è però da tenere conto che ci potrebbero volere più accordature a distanza di poco tempo perché i nuovi componenti si stabilizzino perciò spero che la situazione andrà a migliorare.
Se il piano e' vecchio puo' anche essere utile accordare tutto un poco piu in basso per evitare eccessiva tensione (che puo raggiungere anche oarecchie tonnellate) che il piano e le caviglie magari non reggono piu' bene 🙂
Un unica osservazione: la vibrazione di una corda mette in oscillazione anche l'altra o le altre due di sistema, interferendo sulla frequenza della corda da intonare. E' per questo, credo, che i feltrini tra le corde siano necessari, a evitare contaminazioni bastando banali guanti uda e getta. Poi, una volta settate tutte le corde di quella nota sulla frequenza tipica, resta di verificare l'assenza di reciproci battimenti quando le corde del medesimo tasto suonano insieme. Se del caso, eventualmente eliminandoli a "orecchio", in quanto il frequenzimetro li evidenzia, ma non dice la corda colpevole. Cosa questa, estremamente difficile per le note dei bassi, salvo ricorrendo a costosi accordatori stroboscopici e sapendoli usare opportunamente. Tutto questo vale tuttavia per pianoforti da fare suonare a musicisti di buon orecchio musicale. Ma, per esigenze caserecce e pruriti hobbistici la cosa si può certo fare. Unico vero guaio è la possibile rottura di una corda, specie quelle dei bassi, rivestite, a volte difficili da sostituire con altre identiche. In genere, al primo tocco per accordare, la corda va prima allentata di pochissimo e poi manovrata per la centratura. Quindi, in conclusione, è da valutare, a parte la gioia di smanettare sul gioiello, il guadagno a risultato ottenibile, misurando difficoltà del cimento sconosciuto, il gran numero di corde, centinaia, su cui eventualmente dovere agire, il tempo e gli ingombri, rispetto al costo di un accordatore professionista. Ma bravo, però 😁. Comunque, complimenti per il video ...
Da ciò che scrive, deduco sia uno del mestiere. Peccato essere rimasti in pochi i veri esperti come lei ed è proprio per questo che oggi i negozi di pianoforti classici sono in via di estinzione dando spazio a quelli con strumenti elettronici. Io mi son limitato a trasferire la mia esperienza fai da te come tanti tutorial presenti nel web. Chi, giustamente, ha possibilità di rivolgersi ad un professionista (difficile da trovare purtroppo), di certo non finirebbe a seguire il mio tutorial. Farò tesoro dei suoi consigli per eventuali prossime accordature e intanto provo a vedere se posso integrare (anche solo per iscritto) i suoi consigli senza dover rifare tutto il video. Grazie davvero.
Avevo in mente di accordarmi il piano in questi giorni cosa che avevo già sperimentato ma con esiti un po così proprio perché, lasciando tutta la "martelliera" al suo posto, avevo fatto fatica ad entrare con i cunei. Spero di riuscire a toglierla sul mio piano. Dispongo di un buon frequenzimetro chiave e cunei. Penso che sia un buon metodo, bravo
Ciao! Proprio ieri ho comprato un Wurlitzer upright del 1945 circa. L'ultima volta che è stato accordato era il 2016 e vorrei provare ad accordarlo seguendo il tuo video. Ho solo una perplessità: le corde, essendo vecchie decine di anni, non rischiano di rompersi durante l'accordatura? ovviamente so che se si fa troppa forza si rompono, ma vorrei sapere se ciò dipende dall'età del pianoforte oppure non importa e dipende solo da quanta forza si applica
Ciao, effettivamente con le corde bisogna andarci piano e purtroppo questa cosa non la specifico nel tutorial dando per scontato che si presti attenzione in modo naturale. Devo ammettere che a me una corda è saltata nel primo esperimento che feci. Bisogna fare attenzione soprattutto a quelle alte perché sono le più tirate. C’è chi per non correre rischi, accorda tutto il piano con tonalità leggermente più basse ma ciò comporta una variazione fissa su ogni pezzo che si suona soprattutto se si segue lo spartito. Si ricordi che io faccio il tutorial con le mani ma devono essere pulite e asciutte ma per evitare contaminazioni, conviene usare un plettro. Saluti.
Ciao, è possibile vedere come si smonta la martelleria? In questo video bellissimo, ti blocchi proprio in quel momento, per me vedere come si fa e quali sono gli accorgimenti e' importante per capire se anche per me può essere fattibile questo tipo di operazione. Grazie
Intanto grazie a te. Purtroppo non ho fatto video su quando si smonta la martelleria e quel pianoforte è ormai a 1000 km da me. Appena né avrò l’occasione, farò quello e altri video con dettagli che mi sono stati chiesti.
Nel 1800 come lavavano i panni senza lavatrice o i piatti senza lavastoviglie? Oggi si può scegliere se fare a mano o usare la tecnologia per tante cose. Io ho semplicemente suggerito un‘alternativa per chi non è molto preparato. Sicuramente un vero musicista farebbe ad orecchio ma penso che più di qualcuno opterebbe per l’aiuto tecnologico. Saluti.
Possibile che non si trovi un accordatore? Comunque la tecnica è sempre la stessa: ti procuri la chiave per regolare le corde e, con tutta calma, cerchi di capire cosa smontare. Se ti ci metti, ci arrivi. Il resto è come l’ho spiegato nel tutorial.
Quello che avevo scaricato io ai tempi del tutorial mi dava la frequenza ed io la confrontavo con la tabella delle frequenze delle note. Ci sono però app, come dici tu, che indicano direttamente la nota.
Ottimo tutorial, grazie. Sono sul punto di acquistare un piano ultra centenario e immagino che avrà bisogno di accordatura. Mi pare di capire che anche il tuo è di tipo "a baionetta". Sai dirmi se, come ho letto da qualche parte, le "caviglie" ( mi pare che si chiamino così quelle viti a testa quadra) sono avvitate su madrevite ricavata nel legno?
Certo, ci sono proprio laboratori che insegnano tecniche di accordatura ma anche di restauro. Di sicuro ce n’è una a Roma perché mi era capitato di vederla on line. Io sono autodidatta però e l’ho anche precisato. Facendo un corso con dei professionisti si impara seriamente.
Fallo, è una gran bella soddisfazione. Ti serve solo una chiave e qualche ora di tempo libero. Di conoscerti che hanno bisogno di accordare un piano ne trovi :)
Assolutamente no. Si mette una striscia di feltro che lasci libera solo la corda centrale, si accorda il la 440 con l'aiuto di un diapason, e si fa la ripartizione dell'ottava AD ORECCHIO. Quindi si accordano le ottave, sempre con le opportune verifiche; quindi gli unisoni.
Questo però è un lavoro da accordatore, la mia è una tecnica semplice e alla portata di tutti. Di sicuro il professionista farebbe bene il suo ma dato che sono in via di estinzione e non alla portata di tutti, chi ha voglia di cimentarsi, può ottenere buoni risultati col fai da te a costo zero.
Dipende, se si hanno le mani umide il rischio c’è ma se sono ben pulite e asciutte il discorso cambia anche perché si pizzica eventualmente con le unghie. Io nel tutorial consiglio di usare un plettro.
Ho provato a fare una ricerca e le uniche info che ho trovato sono la provenienza (Germania) e l’anno in cui hanno iniziato a costruirli (1890). Ne ho visto uno in vendita con serial 39XX che lo catalogano ancora nel secolo 19’ perciò fine ‘800. Il tuo è a 283535 esemplari perciò, supponendo che abbiano incrementato la produzione, potrebbe essere tra gli anni 20 e 40..
@@sebastino6969 forse anche anni 50 perché effettivamente è un seriale molto avanti il tuo. Bisognerebbe vederlo per capire meglio. Capire anche fino a che anno hanno prodotto pianoforti
@@MicheleRossetti grazie ancora, ha i tasti in legnio rivestiti di plastica, ma se abbassi il tuasto si vede il legnio. E i tasti neri hanno una striscia di ebano. Il numero di serie è su il tasto numero 1 questo e quello che ti so dire. Lunica cosa è che dentro cè scritto a penna/matita una data, come se fosse stato un regalo. La data è del 5/7/908 che potrebbe far pensare al 1908 ma so anche io che potrebbe essere solo una scritta.
Mi dispiace ma hai detto un insieme di cose fra l'ovvio, l'impreciso e l'inesatto. I pianoforti si iniziano ad accordare dalla zona media dove inizia l'incrocio con i bassi, e si prosegue verso l'acuto. Poi si accordano i bassi in modo discendente. Questo per assecondare l'assoluta necessità di eseguire lo stretching delle ottave per minimizzare i problemi dovuti all'inarmonicità dei pianoforti, cosa SEMPRE presente e che tu non hai nemmeno citato. Poi ci sarebbe la cosa dell'accordatore col telefonino che per un pianoforte fa solo ridere. Puoi diventare un bravo accordatore, ma devi metterti a studiare quelloche fa un bravo accordatore, sia lo faccia ad orecchio, sia usi gli ottimi accordatori elettronici che esistono fin dagli anni 30 ma che in confronto col cellulare sono come scambiare una 500 fiat con una ferrari.
Farò tesoro di quello che ha scritto e spero venga letto anche da eventuali utenti che si vorranno cimentare in questa avventura. Nel tutorial, da che ricordo, non prometto un risultato professionale e ciò penso che valga per quasi tutti i tutorial presenti nei social. Avendo ottenuto un buon compromesso sui due-tre pianoforti che ho “accordato”, ho pensato di trasmettere questo semplice metodo a chi, come me, non ha avuto la possibilità di chiamare un professionista e non solo per una questione di costi ma soprattutto perché sembrano essere in via di estinzione… almeno quelli bravi e onesti.
@@MicheleRossetti Ti consiglio sempre e comunque la chiave a stella che ha più di 4 posizioni della chiave da tirare e quindi più comodità. Io non ho mai visto le caviglie delle corde esagonali ma solo quadrate per cui la chiave che ti consiglio è universale per qualsiasi "caviglia". Detto questo concordo con Michele Rossetti su tutto e ti consiglio anche ,per quanto possibile, di utilizzare sempre la martelliera a percussione anzichè il pizzicato con le dita che restituisce un effetto differente e non assicura la vibrazione di due o tre corde percosse contemporaneamente con la stessa pressione. Detto questo lei è comunque stato molto generoso nel cercare di contribuire con le sue conoscenze. Buon proseguimento!