Ho provato sulla mia pelle entrambi gli estremi: mi sono iscritto alla facoltà di filosofia per “passione”, salvo poi rendermi conto che nessuna prospettiva lavorativa connessa alla materia mi interessava e che ne avevo fin sopra i capelli dei filosofi. Così ho deciso di seguire il “mercato” ed essendo riminese ho pensato: “se faccio un master in economia del turismo vuoi che non trovi lavoro a Rimini?” Infatti il lavoro l’ho trovato subito, in un tour operator, a Rimini. Peccato che dopo un anno e mezzo di lavoro monotono e di mediocri risultati non ne potevo più e ho deciso di emigrare. Ho girato tre paesi fino ad approdare in Bulgaria dove ho lavorato, con laurea e master alle spalle, in un call center(!) per quasi 2 anni. Adesso vivo in Costa Rica, ho creato una marca di vestiti e le cose vanno a gonfie vele. Ho scoperto con mia enorme sorpresa che mi piace fare strategie, pianificare e gestire le persone, cose che per tutta la vita ignoravo totalmente essere miei talenti. Detto questo, se dovessi consigliare un ragazzo che sta cercando il proprio cammino, mi troverei in difficoltà poiché non credo che ci siano delle massime vere sempre. L’unico consiglio sarebbe forse questo: se non sei una persona che ha la fortuna di sapere quali siano i tuoi talenti, sperimenta! Inizia a fare qualcosa anche se pensi che non sia quella la tua strada, in ogni caso sarà meglio di aspettare senza fare nulla. Prova di tutto e soprattutto non avere mai paura di cambiare e rincominciare da capo.
@The Real Calamari infatti hai ragione. Il percorso lavorativo che ho fatto l’avrei potuto fare anche in Italia. Il fatto di andare all’estero è una cosa molto personale che o la sentì dentro oppure no. Non si deve secondo me andare fuori per forza, anche perché poi quando esci ti rendi conto che l’italia non è un paese così disastrato come molti italiani tendono a pensare.
ti ringrazio un sacco per quello che hai scritto, ormai manca poco per me per l’iscrizione all’università e sono terribilmente diviso tra il settore creativo con il pericolo che ci siano pochi sbocchi e l’ingegneria che seguirebbe il percorso delle superiori e sarebbe più sicuro ma con la paura che per uno come me sia un mondo in bianco e nero
@@thatrockyfan8853 ma figurati! È solo la mia esperienza, per quello che vale.. ti faccio un grosso in bocca al lupo per il tuo nuovo inizio. Qualunque sia la tua scelta metticela tutta!
"Fa quel lavoro perché le piacciono i libri", esattamente ciò che dicono i miei genitori quando parlano di me. Sì, mi piacciono i libri; no, non faccio la bibliotecaria "solo" per questo. Faccio la bibliotecaria non solo perché amo leggere ma perché amo parlare di libri con le altre persone, amo mettermi al loro servizio per far spuntar sul loro viso un sorriso. Amo scambiare consigli librari di ogni genere, amo sconfinare al di là delle mie conoscenze per cercare di arricchire quelle altrui. Amo cercare dei titoli che possano far compagnia alla signora anziana che legge da una vita od alle giovani menti affamate di parole, amo far da tramite tra i libri ed i bambini leggendo per loro ad alta voce, amo mettermi a disposizione per garantire il mantenimento di un servizio gratuito, preservando l'accessibilità alla cultura dalle difficoltà economiche sempre più in aumento. Chiunque dovrebbe godere il diritto di poter leggere un libro pur non potendo acquistarlo. Mi piacciono i libri e li leggo nel mio tempo libero, ma se la mia felicità si limitasse a questo, non sarebbe il lavoro per me. Sono felice anche e soprattutto quando non leggo, paradossalmente, quando do tutta me stessa per aiutare qualcuno, servendomi della conoscenza che per passione ho maggiormente sviluppato, ma che per me varrebbe zero se non facessi un lavoro che mi permettesse di usarla nel migliore dei modi.
Condivido ogni singola parola. Per questo continuo a seguire questo sogno e spero di riuscire, un giorno, di essere bibliotecaria "in tutto e per tutto". 💙
Beati voi giovani accecati dall illusione. Si passa alcune fasi nella vita legate a perdite. Si scopre che babbo natale non esiste, primo trauma. Si scopre che Dio è inventato, secondo trauma. Si scopre che il lavoro è una leggenda, terzo trauma. Si scopre che, cosa?, di cosa stiamo parlando? Forse di cani o mogli?, quarto ed ultimo trauma
Il problema sta nel DOVER fare la stessa cosa per sempre. Almeno per me. Ho cambiato svariati lavori, seguendo sia la passione che la necessità, ma dopo qualche tempo la situazione era la medesima: mi stancavo, mi annoiavo. Ho capito che il mio motore, quello che mi dà la forza di proseguire, è il cambiamento. Poco importa se la mansione è una merda o il migliore degli impieghi; per stare bene ho bisogno di imparare e rinnovarmi, non sedimentare. Pavese disse: l'unica gioia al mondo è cominciare. Quando manca questo (e lui si riferiva anche all'abitudine) si vorrebbe morire. Io mi sento esattamente come Pavese, l'abitudine mi uccide (e purtroppo ha ucciso anche lui). Non la conoscevo Roberto e questo video apparso fra i consigliati è stato un ottimo spunto di riflessione, grazie.
Da tuo grande fan dico: un video di Roberto al giorno toglie il medico di torno. Da studente magistrale in filosofia, per argomentare, aggiungo che il tuo impegno chiarificatore, applicato alle cose quotidiane, aiuta come una sorta di 'consulenza filosofica'. Una di quelle robe di cui si fa un gran parlare ma che ho visto, nella mia piccola esperienza, applicare pochissimo. I problemi che poni, le risposte che cerchi aiutano un po' tutti, ma ancora di più il metodo con cui procedi. Bravo Roberto, tante belle cose!
Io faccio l'informatico. Da piccolo ero appassionato di programmazione e in generale amavo passare del tempo nei meandri di Windows. Crescendo e frequentando la scuola questa passione è cresciuta, si è evoluta: ho iniziato ad emozionarmi anche con altri sistemi operativi e ho proseguito con la programmazione sviluppando videogiochi (che erano da sempre un'altra mia passione). Finita la scuola ero convintissimo che avrei dovuto fare l'informatico: ai tempi d'oggi è pure un lavoro ben pagato! Ho avuto la fortuna di trovare una buona posizione (buona per quell'età) e all'inizio in effetti ero anche felice... poi è iniziata la fase di scartavetramento. L'informatica ho iniziato a non sopportarla. Ad oggi i weekend sono troppo brevi e l'inizio della settimana lo affronto con un malessere tale che mi vien da piangere, letteralmente. L'informatica l'ho odiata, ho capito che sarebbe stato meglio farla rimanere un hobby, una passione secondaria al lavoro. Poco fa ho realizzato che da quando ero piccolo avrei voluto fare il "film maker", un po' generico ma si capisce. Da un annetto a questa parte ho iniziato a comprare roba, a studiare. Intanto lavoro sempre come informatico. Mi rendo conto che anche il lavoro del "film maker" è stressante, mi leva le forze (ma c'è da dire che me le leva anche perché sono agli inizi, senza esperienza e senza tempo visto che ancora le mie giornate le passo a perdere le ore davanti al computer per un lavoro che non mi interessa più minimamente)... ma devo dire che, essendoci passione, quella stanchezza finisce sempre per essere ripagata con un sorriso, dentro di me. Mo la vera domanda resta: come faccio a sapere che non finirà come l'informatica? Finché era un hobby anche quella mi stancava col sorriso, poi lavorandoci a livello aziendale si è trasformata nel mio peggiore malessere. Che sia così anche con il videomaking, quando riuscirò a farne un lavoro a tempo pieno? Insomma, saremo mai felici di fare quello che pensiamo ci piaccia? Mi consola solo l'idea che magari ora, da adulto, so cosa voglio... mentre da ragazzino era troppo facile sognare e basta, senza conoscere i lati oscuri (ed è per questo che trovo fortemente sbagliata l'idea che un ragazzetto uscito dalle scuole medie debba decidere in pochi mesi quale sarà il suo futuro). Speriamo bene.
Non ho vissuto ancora il mondo lavorativo perché sono studente universitario (ancora per poco spero), però se posso credo che un modo per affrontare la cosa serenamente sia quella di godersi dei sorrisi che riesci a ottenere senza preoccuparsi del domani. Se un domani questa goduria dovesse sparire sai che non era neanche quella la tua strada o non è quello il modo per mettere a frutto quella passione. E infine, sono convinto che la felicità (quella vera) non vada cercata nelle proprie passioni, che essendo frutto dell'uomo sono imperfette sempre e possono sempre recarci fastidio o problemi, ma altrove, in qualcosa di più alto (Dio, famiglia, amici, partner, insomma dipende da ognuno di noi). Io per esempio sono 5/6 anni che provo non dico a fare diventare un lavoro ma anche solo un hobby il suonare la batteria/chitarra, ma per un motivo o per un altro sono sempre accaduti fatti che mi hanno impedito di farlo: scioglimento di gruppi, gente che sparisce improvvisamente, cambio di città e altre cose. E quando Roberto parlava di qualcosa che facesse emanare una parte di sé stessi beh io lo sento quando suono e, soprattutto, quando compongo. Ma tengo sempre a mente che ciò che mi da la vera gioa e pace non è il suonare o meno ma come affronto la mia vita in generale.
@@amazingsimo Mi hai fatto venire in mente che quando suonavo la chitarra sentivo di essere felice, libero, avevo il sorriso. Poi ho iniziato sto lavoro di me e ho smesso di suonare. Forse a volte la soluzione ancora più semplice per essere felici è non lasciarsi schiacciare dalle cose che ci sentiamo costretti a dover fare.
@@SuperDarioCommunity perfettamente d'accordo, credo che tenere la mente aperta e pronta a qualsiasi cambiamento (anche in fatto di passioni e sogni) sia la chiave, senza imporci ruoli che non abbiamo la più pallida idea di cosa significhi veramente impersonarli
Ciao!! Potrebbe essere un discorso superficiale, ma io la vedo così: Se vedi che il tuo lavoro o in generale il mondo dell'informatica non ti dà felicità e soddisfazione a breve termine, potresti chiederti se pensi che accadrà a lungo termine. E se senti che non sarai felice in questo campo nemmeno tra 5 o 10 anni, perché rimanerci? Non vedo buoni motivi per rimanere fedele a questa professione se non ti può dare più niente. In questo caso puoi, allo stesso tempo, prendere una pausa dall'informatica e provare qualcosa di nuovo: se la carriera di videomaker va bene, ottimo! Se non va come speravi, puoi sempre tornare da dove sei venuto, senza rimpianti e magari a mente fresca. Buona fortuna sai!!
@@arianna4244 grazie Arianna! Il problema è la situazione lavorativa italiana, lasciare il posto ora (contratto a tempo indeterminato in una multinazionale che dopo non mi darebbe una seconda possibilità) potrebbe significare non trovare offerte valide dopo, quando sarò invecchiato e non aggiornato. È per questo che mi sento incatenato
Divertentissimo, il suo carisma riesce a tenere incollato allo schermo senza perdere mai il punto del discorso, non ci sono tagli e questo non pesa per niente. La ringrazio per questi contenuti e le auguro ogni bene
Mi piace disegnare volti e quando ho cominciato a guadagnare anche molto, ho smesso perché era diventato business e non più passione. Ora disegno come prima a tempo perso e mi è tornata la passione!
Premettendo che sono d’accordo con tutto il contenuto del video e con i tuoi spunti di riflessione, le tue riflessioni mi hanno dato un spunto, appunto, che è questo: Secondo me la differenza tra la famosa frase “fai il lavoro che ti piace e non lavorerai mai un giorno nella tua vita” e la tua “fai il lavoro che ti piace e avrai la forza per lavorare sempre” sta nel preconcetto storico legato alla parola “lavoro” inteso come “sfruttamento, schiavitù e dovere imposto dall’alto” mentre nella tua frase il lavoro ha il significato di “dedizione, impegno” che restituisce un’accezione positiva e nobilitante della parola stessa. Quindi sono due frasi molto simili, le due facce della stessa medaglia se però si chiarisce bene il significato che si da alla parola “lavoro”. Cosa ne pensi?
Un piccolo grande esempio: Ho trasformato, anzi sto trasformando la mia passione per gli animali in lavoro, nel senso, ho quasi aperto un'azienda agricola dopo anni di doppio lavoro tra cuoco e appunto avicoli/coltivazioni/riproduzione vari animali esotici e beh per farla breve non sono sicuro di aver fatto la mossa giusta, non mi posso più fermare, nel senso, troppi sacrifici per fermarsi ora eppure sto realizzando che la mia passione si sta flettendo sempre di più nei confronti di un mercato troppo esigente, lasciamo stare il rincaro ma non sono più libero di fare quello che veramente mi appassionava ossia garantire una vita magnifica a loro e godermi i frutti del mio lavoro, è una corsa continua spero che le cosi cambino col tempo o sono fregato, come ben dici nel video la soluzione non è così scontata, bisogna valutare bene cosa si vuol fare, la passione non va sfruttata, va coltivata P.s. ogni volta che posso ti ascolto in sottofondo mentre faccio altro e non commento, ma qua mi sentivo troppo tirato in causa per non farlo e per sottolineare il fatto che non ne canni una, gran bel argomento e grazie di essere arrivato su yt! Grazie per gli auguri;P
Da cuoco con una passione parallela per un altro ambito ti sono vicino. Non ho fatto il tuo passo perché sarebbe finita male e fa altresì male sapere che ad una persona un po' affine a me le cose non vadano per il meglio. So che terrai duro e ti auguro il futuro che desideri.
Accetto e ringrazio per la bellissima dedica finale. Anche io vorrei morire come Moliere. Nella vita voglio lasciare e condividere una parte di ciò che mi accende il cuore con più persone compatibili.
ho trovato molto interessante il film disney "Soul" in cui, nella scena del barbiere, i personaggi affrontano la tematica di come si può (e si deve) essere felici al di là che le proprie passioni vengano realizzate oppure no. Per me questa, del pensiero competitivo americano di cui sono pregni questi cartoni, è l'inizio di una piccola rivoluzione. Concludo citando una mia amica a cui ho chiesto perché non abbia mai provato a fare l'artista vedendo il suo talento nel dipingere: "mai sposare l'amante".
Quand'ero un adolescente mio padre riferendosi alle mie aspirazioni lavorative mi chiedeva: cosa vuoi fare nella vita? Sono del sud e questa domanda per ovvi motivi mi è sempre sembrata una grande boiata, sapevo che non potevo scegliere, molto meno se tenevo in conto il fatto che ero un pessimo studente (stiamo parlando di 50 anni fa). Venti anni dopo questa domanda sono emigrato in sud America, sono diventato un imprenditore, ho scritto un libro in spagnolo, insomma ho fatto cose che nel fondo sapevo che potevo fare, ma per essere "appunto" del sud non avrei mai immaginato fare. Quando mio padre mi formulava la fatidica domanda: avevo passioni o vocazioni? Probabilmente avevo vocazioni, che solo qui per pura casualità le diedi sfogo, oggi sono felicemente in pensione in America latina. Italia ti amo.
@@giovanniarena5173 Ami la nazione che non ti ha dato opportunità ed ami una nazione che sta impoverendo tutti , in special modo i giovani. Amo il passato, l'arte , la natura, il cibo, ma odio la mentalità italica che ci sta facendo perdere il benessere.
@@marianimau A mo te, quel che rappresenti, una donna libera, prodotto del pase più bello al mondo, dentro (la sua gente) e fuori (la sua arte i suoi paesaggi). Grazie per rispondermi.
Mi ritengo fortunato perché faccio un lavoro che mi piace. Tuttavia negli anni di svolgimento della mia attività proprio questo mio svolgere il lavoro mi ha causato degli stress terrificanti, delle notti agitate. Nemmeno per un istante ho pensato di aver sbagliato strada però, perché qualsiasi altra cosa avessi fatto mi avrebbe privato del piacere che continuo a provare oggi E mi avrebbe comunque causato degli stress terrificanti e delle notti insonni. Aggiungo che da sempre invidio qualche mio amico bravo a cantare o a suonare il piano, la chitarra, e ho fantasticato di essere come loro. Fortunatamente molti anni fa mi sono reso conto che questo desiderio era in realtà il desiderio di essere ammirato mentre lo facevo, non mi fregava niente di ciò che avrei fatto. Mentre quando mi occupo di elettronica (sono un ingegnere elettronico) ci sono solo io e la cosa che vado a progettare. Ho anche notato che quel poco di carisma che ho, ammesso che ne abbia, viene fuori proprio nel momento in cui il mondo esterno smette di essere così importante e ti dedichi genuinamente alla tua attività.
Tu seguo da pochissimo ma sono davvero contento di aver trovato un canale che affronta argomenti anche seri con la giusta dose di leggerezza ma, soprattutto, con ragionamenti e logica e che mi porta, una volta chiuso il video, a pensare per un po', cosa rara oggi. E poi è una figata leggere i commenti delle persone che danno le proprie esperienze e rispondono con altrettanta ragionevolezza, grazie!
Ascoltarti ogni volta è come leggere uno dei più saggi libri antichi della storia della psicologia, ed allo stesso tempo attuali. Grazie mille di tutto di cuore. Luigi, da Bergamo.
15 minuti senza tagli, espressività e carisma assurdi, contenuti super interessanti, capacità di mantenere attiva l'attenzione e far sorridere, c'è ne da insegnare qua, a RU-vid Italia. Complimenti!
Sto ridendo come una deficiente...e tornando seri, io concordo. La mia passione è suonare la chitarra, ma non ho mai voluto farne un lavoro, perché ho sempre saputo che se fosse diventato un dovere l'avrei odiata. So che sto bene a tenerla come giardino privato. piccolo spazio di creazione ed esercizio mentale. Mi piace il lavoro che faccio stare al pc, parlare con le persone. Tutte cose mi piace fare. Si diventa concreti con l'età.
Oggi mi sentivo molto triste proprio perché sento come se non stia vivendo, mi faccio spesso questo discorso che hai fatto "vivere di passione", mi spiego meglio, io ho 23 anni, lavoro, vivo con la mia compagna ed ho anche una bambina nata da poco. dentro di me sento una specie di tristezza repressa, oggi cercavo delle palestre di arti marziali nella mia zona perché ecco io amo le arti marziali, ci sono cresciuto e vorrei cercare di estirpare questa tristezza repressa tramite ciò che so fare meglio ovvero tirare pugni. Ho sempre voluto diventare un lottatore, non perché mi piace essere sotto i riflettori, ma per il semplice fatto che mi sento una persona ignorante, fare un lavoro dove devo usare la mente mi è difficile perché appunto mi sento ignorante sotto certi aspetti, preferirei diventare un lottatore perché per me tirare dei pugni mi risulta molto più facile. di sicuro non mi sono spiegato bene, comunque sei sempre grandioso, magari appena puoi approfondisci questo tema con un altro video, te ne sarei davvero molto grato, le tue parole sono una specie di medicina
Mi ricordo quando vidi il tuo video (6 anni fa mi pare) sulla differenza delle due parole: felicità e contentezza. Video che mi fece pensare parecchio. Io penso che questo nuovo video sia una sorta di continuazione di quello sulla felicità, proprio perché vivere per le proprie passioni secondo me significa poter dire a se stessi di star facendo un lavoro che ti fa produrre pienamente i tuoi frutti (appunto qui ritorniamo sul significato effettivo di felicità). Sapere forse di aver vissuto una vita a pieno penso significhi anche poter dire di aver dato, prodotto, qualcosa che, quantomeno non svanirà totalmente. Ecco anche solo il pensare di poter fare un lavoro che mi possa dare una possibilità del genere sarebbe effettivamente ciò che io reputerei il lavoro dei miei sogni (e forse alla fine rimarranno solo li, chissà) P.S è per allegorie come quella del genio che sei uno dei miei canali preferiti!
Completamente d'accordo, una "passione" che diventa lavoro, implica non percepire più quella come passione Penso anche che si possa comunqie riuscire ad entrare nel mondo che ci piace(ad esempio la musica e l'audio per me) e cercare a tentoni di capire cosa si può fare, cosa ci piace fare e cosa ci dà soddisfazione fare
Stupendo il fermare gli applausi, Roberto ! Il passionale e il creativo agisce di impulso per se stesso ( non per egoismo) e poi comparte empaticamente come fai tu, Sei veramente forte.
Su questo argomento avrei davvero piacere di spendere del tempo con te 😊 Da cantante, posso dire serenamente professionista, mi sento coinvolto. Convincere chi ti ama che stai facendo la scelta giusta è un percorso doloroso, che crea continuamente dubbi. Un abbraccione e grazie come sempre per le tue riflessioni!
Comunque quando dici cosa ti fa dare frutto mi viene sempre in mente uno dei video più belli di sempre, felici e contenti, quel video mi ha davvero cambiato il modo di vedere le cose
Questa è la seconda volta che mi salvi la vita! La prima è stata grazie al video sulle mele e la tesi di laurea che ne è conseguita. Con leggerezza ed ironia riesci sempre a dare punti di vista stimolanti sugli argomenti e te ne sarò sempre grato! Un grande abbraccio!
Roberto come al solito sei incredibile. Il tuo discorso lo trovo fantastico e di grande ispirazione!! Il discorso che hai fatto in questo video non sai quanto mi è piaciuto mi abbia fatto bene e sono sicura abbia fatto bene anche ad altre persone sentirlo. Grazie mille!!
A me una cosa che mi ha sempre lasciato perplesso nella frase "devi vivere facendo quello che ti piace" o viceversa "trova qualcosa che sai fare e fatti pagare per farla" io ho sempre pensato "ma a me piace fare tante cose diverse", "ma io so fare tante cose diverse". A 16 anni iniziai a suonare la chitarra, ero portato, anche senza essere mai andato a lezione riuscivo a fare cose piuttosto complesse studiando da autodidatta, così pensai che potevo fare il chitarrista da grande e a 18 e 19 anni feci l'animatore musicista nei villaggi turistici. Io mi sentivo chissà chi e volevo fare Santana e Jimi Hendrix ma il pubblico mi chiedeva Lucio Battisti e io facevo Lucio Battisti insomma capii che quello non era il lavoro che volevo fare, mi piaceva suonare per i fatti miei in cameretta non per un pubblico che mi dicesse che cosa dovevo suonare. Una volta pensai di aver trovato la soluzione guardando un video di Roberto Mercadini in cui in pratica disse "io di lavoro faccio il Roberto Mercadini", soltanto che trovare il lavoro che ti permette di esprimere te stesso e pagare i conti non è facile io ho 30 anni e ancora non ci sono riuscito vado avanti per prove ed errori, però devo dire che ogni volta che cambio lavoro va meglio del lavoro precedente quindi sono fiducioso che possa funzionare
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Nel mondo della musica soprattutto agli inizi penso sia più che ovvio che si debba suonare ciò che vuole il pubblico, ma secondo me dipende anche dagli ambienti, in un villaggio turistico penso sia normale che non vogliano sentire blues o rock. È che io penso: c'è chi veramente in anni di lavoro è riuscito a suonare col proprio gruppo o da solista in concerti e palchi importanti, facendo la musica che gli piace. È sicuramente difficile ma non deve essere impossibile se si frequentano gli ambienti giusti... Almeno io penso sia così.
@@arsedj1802 certo sì lo immagino, ma devi davvero avere la vocazione per quello, e magari un insegnamento del genere 10 anni fa forse mi avrebbe motivato per un po', ma io non credo di aver mai avuto la vocazione per fare il musicista altrimenti oggi farei il musicista. Faccio un altro esempio autobiografico. Dopo la laurea in informatica, a 23 anni, mi sono accorto che non me ne fregava niente di fare l'informatico (me n'ero accorto prima in realtà però ho voluto comunque prendermi la laurea) e mi sono messo in testa di fare lo UI/UX designer (designer di app, siti web, software, quella roba lì), chiaramente non avendo studiato per fare il designer sono entrato nel mondo informatico come programmatore e di sera o studiavo design da autodidatta o prendevo dei lavori come web designer freelance. Perciò io dalle 9 alle 18 lavoravo come programmatore in azienda e dalle 20 alle 24 lavoravo come web designer freelance o, se non avevo commissioni, studiavo. E l'ho fatto per anni. Alla fine sono diventato un designer professionista 2 anni fa, non sono soddisfattissimo di quello che l'azienda per cui lavoro mi fa fare ma ormai credo di aver trovato la mia strada (diciamo che suono ancora la musica che piace agli altri), al massimo si tratterà di cambiare azienda o mettermi in proprio. Non credo avrei avuto questa costanza e questa forza di volontà per fare il musicista, semplicemente perché non era la mia strada.
@@yuripalazzo3512 Capisco, io penso di trovare un lavoro inerente e di coltivare la musica che mi piace da parte, se poi ne trarrò guadagno sarò solo che contento. C'è da farsi il mazzo, speriamo bene dai💪
Viviamo in un mondo capace di renderci schiavi delle proprie passioni. Cosa sono le passioni? Non sono forse tutte quelle cose che ci piace fare a modo nostro senza guardare come le fa qualcuno, senza che nessuno ci abbia chiesto di farle ma per nostro puro svago/ piacere? Si dice che bisogna inseguire le proprie passioni nella vita , perché una vita che non piace non è vita, ed è vero, non sono qui per metterlo in dubbio. Ma trovo fondamentale far presente che come è vero che le passioni vanno coltivate (perché abbiamo la fortuna di trovarci estremamente ad agio nel praticarle, dunque perché non coltivarle siccome otterremmo risultati che tanti non appassionati si sognerebbero?) , è altrettanto vero che in questo mondo, in questa vita , molte passioni non sono fatte per permetterti di fare carriera, di guadagnare, di fartene un buon lavoro. Semplicemente perché viviamo quasi tutti in società, in cui vige il concetto di rendersi utili, e sarebbe un controsenso praticare le proprie passioni così come vogliono gli altri , non abbiamo detto prima che le passioni sono cose che ci piace fare così come piace a noi e basta ? E questo va capito, non commettiamo l’errore di illuderci, semplicemente tantissime passioni non funzioneranno nel mondo del lavoro, perché è così, e probabilmente è giusto così . Laddove ci spingessimo comunque a inserire all’interno del mercato del lavoro le nostre passioni, rischieremmo probabilmente di farci dire dagli altri cosa fare , diventando se ci pensate schiavi delle vostre stesse passioni. E questo mondo gira così, e va capito per non commettere errori. Sarebbe bello vivere sempre come bambini, che non hanno veri e propri compiti, impegni a cui adempire, semplicemente fanno ciò che vogliono e come vogliono soprattutto. Crescendo ci si rende conto che per stare al mondo bisogna rendersi utili ed ecco che nessuno ci chiede di fare quelle cose che ci piaceva tanto fare quando eravamo bambini . Io credo che nella vita bisogna avere una certa disciplina , tale da permetterci di scegliere. E se ci facciamo guidare sempre dal nostro cuore finiremmo per far fare ad altri le nostre scelte. Nasciamo e cresciamo con delle cose che ci piacciono, ma non siamo fatti per cercare di migliorarle, li ci vuole disciplina. Ci piace fare le cose a nostro modo, e ci sentiamo a disagio quando ci si chiede di farle a modo di qualcun altro, ci vuole disciplina . Siamo artefici del proprio destino, si sceglie e bisogna scegliere, ricordandoci che anche quando preferiamo non scegliere , lasciare che le cose vadano come devono andare , comincio e vediamo dove mi porta , ecco anche in quel caso stiamo scegliendo e ci aspettano conseguenze. Spesso passioni e professioni semplicemente non vanno d’accordo, e mischiarle potrebbe causare i peggiori danni, d’altronde perché si dice di non prestare mai i soldi a un amico?
Mi sei stato di grandissimo aiuto sul tema della vocazione in questo momento in cui le domande a riguardo sono tantissime e tra poco sarò chiamato a scegliere quale sarà il lavoro che mi accompagnerà per tutta la vita. Grazie grande robi
È sempre un piacere ascoltare le riflessioni di Roberto Mercadini. Questo discorso spaventerebbe più di una persona. È molto importante avere il coraggio di distinguere i contesti. Un esempio su tutti potrebbe essere: "vai da quello che è mio amico". La parola amico in questo caso, perde di significativo, caso mai è un conoscente. Confondiamo troppi termini e di conseguenza le gesta. La passione è ciò che ci rende migliori perché ci stimola a migliorarci.
Ti ringrazio, Roberto. Ho appena 24 anni e sono in piena crisi per quanto riguarda il mio lavoro, il mio percorso e le mie passioni. Tutto sta cambiando e tutto si sta rivoluzionando e non riesco a capire quale sia la scelta giusta, cosa abbia senso e cosa no. Il tuo video è davvero d'ispirazione e mi sarà un'ottimo stimolo di riflessione personale. Penso che mi lascerò andare, lascerò fluire e proverò a sperimentare, ma non dimenticherò certo di prestare all'attenzione dovuta a cosa mi dona passione, cosa svago e cosa energia produttrice e creativa. E chissà che presto tutto questo dia i propri frutti ^_^
Peccato non aver visto questo video 5 anni fa! Probabilmente mi avrebbe aperto gli occhi su tante cose e avrei preso strade differenti! Sembra un discorso così banale ma per il me ventenne sarebbe stato illuminante! Grazie Roberto!
È sempre strabiliante ammirarla, si ammirare, mentre parla. Sognando il giorno in cui accadrà dal vivo continuo a seguirla qui, e suoi social, ringraziandola per dar vita ai suoi pensieri, spesso anche un po’ nostri, con tutto il suo carisma che cattura.
Uno dei migliori video di sempre. C'è molta acutezza nell'affrontare questo argomento, che in genere si riassume nella frase: «Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita». Il video tratta della questione in un modo non banale, anzi, ricco di spunti, come è tipico di Mercadini. Grazie per l'arricchimento.
Io posso dire che sto vivendo di una mia passione. La passione per il volo è nata insieme a me. Però quando arrivi al tuo obiettivo non è mai come te lo aspettavi, c'è sempre un po' di delusione. Per me volare è una delle cose più belle del mondo ma quando diventa un lavoro perde un po' il suo fascino. Forse è il lavoro in sé, il "posto di lavoro". Condivo il fatto che non è vero che non lavori un giorno della tua vita anzi io, in stagione antincendio, mi sveglio alle sei e mezza e torno alle nove di sera ma riesco tranquillamente. Comunque grazie Roberto per i tuoi video.
Non avrei mai potuto descrivere meglio questo discorso! Sentivo qualcosa di dissonante in questo concetto di "lavorare con la propria passione" per avere la sensazione di non lavorare. Per un po' mi ha anche illuso ma tu veramente mi hai fatto capire! Grazie!
Ciao Roberto, davvero piacevole e stimolante sentir parlare una persona realizzata come te su quest'argomento. A proposito di questo ho trovato molto appassionante anche il libro di J. Hillman "Il codice dell'anima". Complimenti per la passione che trasmetti nei tuoi lavori. Grazie
Il lavoro migliore? Qualunque lavoro che non ti metta di cattivo umore lunedì mattina, che non ti fa aspettare il fine settimana manco fosse la scarcerazione, che non ti faccia pensare "ma chi cazzo me l'ha fatto fare?". Se il lavoro non è la parte da scartare della tua vita, se al mattino fischietti mentre stai andando... è un buon lavoro. Se poi paga bene è pure meglio!
Vittorio Vono La mia personale esperienza mi ha portato a non aspettare impazientemente il weekend o peggio la pensione per stare meglio. Tuttavia se cerchi ostinatamente il lavoro giusto potrà capitarti di stare sulle scatole a molte persone 😆ad ogni modo se si è pesantemente insoddisfatti del lavoro attuale, iniziare a cercarne un'altro è già di perse una liberazione.
@@marcoricci2306 intento dire che anche se fai la cosa che ami comunque per farla bene e con costanza inevitabilmente avrai i giorni in cui sarai stressato o comunque ti romperai a fare delle cose. Più che il lavoro è il modo in cui lavori. Il riposo è fondamentale
Grazie Roberto! Soprattutto in questo periodo in cui sto cercando lavoro dopo l'università, questo video mi ha rallegrato di alcune scelte prese in passato. Questo video propone una lezione importante, che però nessuno sembra voler imparare! Grazie!
Grazie Roberto, il video è partito con la risata in canna, mi hai divertito. Poi, come spesso fai, hai dato molti spunti interessanti, personalmente condivido in pieno le tue idee e ti ringrazio di esprimerle come io non sarò mai in grado di fare. Domanda: Ma se Roberto Mercadini non fosse mai nato, quante cose mi sarei perso? Ancora grazie di tutto Roberto!
Sono assolutamente d'accordo, io vivo in un contesto dove potrei guadagnare facendo quello che faccio di hobby, ma non mi piacerebbe farlo di lavoro obbligatoriamente 8-10 ore al giorno per portare il pane a casa. Anche perchè ho proprio paura che diverrebbe tedioso e tornato a casa non avrei un modo di "staccare" dal lavoro, in fondo il mio è un hobby, oggi faccio questo e sono libero domani di fare altro, tipo rilassarmi guardando uno dei tuoi fantastici video.
Ogni tuo video è una piccola opera d'arte e un'ottima occasione per fare un po' di autoanalisi. Capita anche nel periodo giusto della mia vita. A 35 anni suonati sto mollando tutto per andare a vivere all'estero e fare un lavoro che mi piace. E la vedo proprio come te Non è la mia passione che serve per evadere e staccare un po', ma è il lavoro che mi da il tipo di soddisfazioni che non mi porteranno a viverlo come un tedio continuo
Bellissimo video, riflessioni nelle riflessioni. Sono musicista professionista da vent'anni. Far comprendere questo concetto è sempre stato difficile. Oggi ho qualche arma in più. E' sempre un piacere ascoltarti, grazie Roberto.
Ragionamento puramente sensato e per nulla obiettabile se si dà al lavoro un'accezione negativa, di fatica (fisica o mentale che sia). Nel momento in cui lavoro per ciò che mi piace, assimilo quel concetto di "farica" molto meglio, da qui la frase "non lavorerai neanche un giorno". Se io ho una passione e la rendo un lavoro sono un "fortunato" proprio perchè non lavoro controvoglia e mi alzo pure alle 5 di mattina per fare quel lavoro, mi piace, lo faccio volentieri. Se dò al lavoro un'accezione negativa non posso neanche pensare di affiancarlo a una passione.
Caro Roberto, ti ringrazio, ti osservo con gioia, e dico solamente che sarebbe molto bello e d'aiuto avere qualcuno con cui chiacchierare di queste cose
Mi ci ritrovo tantissimo nell'idea di raschiare il fondo perché sei curioso di scoprire il "limite". Da musicista, sono ancora "in formazione", mi sento profondamente inadeguato e spero che mi sentirò sempre tale. Guai a non sentirsi inadeguati, la vera spinta vitale è la tensione verso quel "fine"...alle volte mi sembra di esserci vicino, tanto vicino...ma poi penso che, infondo, l'arte, quella vera, è assai rara. Questo pensiero mi consola, significa che il cammino è ancora lontano, tanto lontano, per sentirmi davvero realizzato, e che dovrò lottare ancora e ancora. Il bello sta proprio in questa tensione perpetua, in questa lotta continua fra me e me, ed è tutto lì che sta il significato di ciò che faccio. Se non ci fosse più questo combattimento interiore, allora tutta la mia attività perderebbe senso.
Altro che Sgarbi, Freccero, Cacciari e altri pagliacci... grandissimo Roberto, ti adoro, intelligente, profondo e autentico, 3 qualità che raramente si trovano insieme... grazie