Benvenuti! Sono Sebastiano Dato, sono uno Psicologo Clinico e aiuto le persone sensibili che rinunciano a se stesse per gli altri a sviluppare sicurezza, autostima e a darsi valore per prendersi lo spazio che meritano nel mondo.
Ciao, avvolte ho avuto un episodio con una persona che mi dispiaceva troppo per come si comportava male, io volevo cambiarla per farla diventare una persona più gentile e ragionevole e avendo fallito in questa cosa mi provoca un dispiacere per lui
io da un po di giorni quando mi sento solo faccio una ventina di telefonate a caso e dico proprio sono solo volevo fare una chiacchierata. MI è capitato di incontrare altri soli ma è difficile trovare argomenti
Dottore quello che dice è molto utile e veritiero. Tuttavia, io mi sto facendo da un po' di tempo questa determinata domanda ovvero... "Come si fa a stare tranquilli in un mondo in cui può succederci di tutto che possa devastarci a livello fisico mentale ed emotivo?" E non intendo neanche il lasciarsi con il partner.. Io parlo di vere e proprie catastrofi. È vero si può meditare, focalizzarsi sul presente. Inoltre non sappiamo nemmeno se ciò che temiamo succederà. Ma il punto è che se dovesse succedere saremmo devastati Quindi come si fa a non preoccuparsi per questa cosa dal momento che c'è la possibilità che succeda?
Capisco la domanda e che avere questi pensieri possa mettere paura. Ho io una domanda per lei: se il mondo fosse sicuro, in salvo da catastrofi, cosa farebbe di diverso praticamente?
@@SebastianoDato beh potrei godermi la vita al 100% senza limitazioni. Ad ogni modo quello che intendo dire è che non mi interessa che il mondo sia sicuro al 100%. Non sto dicendo che non ci debbano essere i problemi. Anche perché affrontarli è stimolante. A me quello che preoccupa sono le cose catastrofiche ovvero tutte quelle cose che possono devastarti a livello fisico mentale ed emotivo. Se perdo un lavoro o mi lascio con la ragazza è un problema ma non è una catastrofe. Se faccio un incidente e finisco sulla sedia a rotelle sì. Se perdo la sanità mentale per qualche motivo è una catastrofe. Capisce cosa intendo? È questo che mi turba Cosa ne pensa?
Si, lo capisco. Noti che è la sua mente che cerca di prevedere le catastrofi. La mente che si illude di controllarle, ma nel fare questo non le permette di godersi la vita (come ha detto) perché impegnato nella lotta contro ciò che le fa paura
@@SebastianoDato lo so e ha perfettamente ragione. Infatti diciamo che in generale sono abbastanza tranquillo ma mai quanto vorrei dal momento che possono succedere come non.. quindi è sempre un "chi va là" Il problema è se dovesse capitare. Continuerò a praticare la meditazione e l'introspezione. La ringrazio per i suoi preziosi feedback e per i suoi utilissimo video.🤝
Non ho mai creduto nel destino ma dopo oggi... La mia esperienza è così assurda, piena di casualità o fatalità dovremmo dire che sento un vuoto profondo
Il bello è quando sono opportunisti tutti e due e uno ad un certo punto , ritira la sua generosità.... e poi , quando l'altro chiede come mai si è ritirato dal dare la sua generosità , dice che sei tu l'opportunista. Diciamo che ogniuno di noi ha un piacere a stare con un'altra persona e la cosa potrebbe essere vista in positivo come pura santità, e in negativo come reciproco opportunismo . Nessuno di noi è San Francesco a santa chiara , ora non esageriamo col moralismo puritano ipocrita. La verità è che ci sono alcuni che sanno perdonare , passare oltre a molte cose , altri , che hanno di quelle cimosette veloci a cancellare e finiscono per assommare i difetti , ridurti , riciclarti con altri ed usarti solo quando sei pieno di energia , simpatico , quando invece attraversi un momento difficile , che se un po più triste e chiedi qualcosa di più , sei un'opportunista ma loro NO NO , NON HANNO MAI FATTO I TUOI SBAGLI , MAI , MAI!!! Datemi retta , a questi vermetti miserabili ( non meschini , ma miserabili è la PAROLA GIUSTA ) , bisogna negarlo pure il saluto per strada e girargli la faccia per sempre. Si , perchè il perdono deve esistere frà due amici e non arrivare dopo 5 anni o 10 , mentre ci si fànno i caxxi propri. É ora di finirla di perdonare chi non'è capace di farlo , non'è giusto reagire sempre alla giustizia con l'ingiustizia di certe maledette persone.
Famiglia tossica in cui mia sorella che ha 5 figli viene vista come una sorta di divinità mentre io che ho semplicemente scelto altre strade personali (no matrimonio, no figli) sono trattato come uno zimbello. Mia madre totalmente soggiogata da mia sorella e non vede altro che i nipoti. Ho capito da un anno a questa parte che l'unica soluzione è la distanza, perché tanto anche stando a contatto con loro si percepisce una distanza incolmabile e una differenza di mentalità che sinceramente mi fa malissimo.
il mio rimpianto eterno è quello di non essere entrato a far parte delle forze dell' ordine, il limite di età mi ha letteralmente logorato dentro, ci sono arrivato tardi a capire quello che realmente volevo ma ormai avevo 28 anni, e oggi provo vergogna e agonia ogni volta che parlo con qualche amico che c'è riuscito.. ci sono arrivato tardi ed è una cosa che non mi perdono. La cosa ancora piu brutta è che da quando ho 28 anni mi sento vecchio e in ritardo per il mio paese
Shakespeare scrisse: La lontananza / assenza fa onore , quindi a volte in situazioni simili , e' meglio allontanarsi un po' cosi' quando ritorniamo saremo piu' considerati , se hanno sentito la nostra assenza. Funziona sempre la lontannaza da onore , distaccati un po' e vedrai la differenza in un modo positivo da ambe le parti .
"complessi di inferiorità" sono uno strumento tipico della società neurotipica. Esattamente: sono UNO degli strumenti attraverso i quali la società neurotipica crea le classi (aspetto economico dinamico), dalle classi i ceti (aspetto economico statico), dai ceti le caste (aspetto sociale e storico dell'identità), dalle caste le etnicità (identità politica) e dalle etnicità, i generi (donna, uomo, asessuale). Il complesso di inferiorità, cioè, ha un aspetto classista, di ceto, di casta, di etnicità e di genere. Puoi sentirti inferiore se non hai un lavoro gratificante (classe), se sei povera (ceto), se non vieni considerata socialmente (casta), se non appartieni all'etnia dominante (etnicità) o se non sei un uomo (genere). Senti questi aspetti. E vedi come la tua famiglia li provi assieme a te. Secondo la mia opinione, però, commetti degli errori. Cioè: in primo luogo, non consideri che la sofferenza provocata dalla Differenziazione sociale (complesso di inferiorità) è tua quanto dei tuoi genitori. E non è affatto vero che i tuoi genitori - se vai a scavare - si sentano dei "vincenti" e ti disprezzino radicalmente. Così come tu senti di stare male al mondo, così tua madre e tuo padre. Non c'è una vera e propria aggressione. Considera che genitori che si sentano dei "vincenti" e si sentano "inclusi" nella società, non criticano mai i figli. Semplicemente, li incoraggiano e basta e sono dalla loro parte. Per loro è qualcosa di naturale. In secondo luogo, la tua famiglia e tu, in particolare, siete (sei) vittima(e) di un sistema di esclusione sociale che agisce in modo indipendente da te. In breve: la Società neurotipica si basa sul principio che deve formare due figure: gli intellettuali e i contadini (cito - in sostanza - Braudel). Ciò che devi chiederti è questo: "E' giusto che un intellettuale zappi la terra?". La domanda non ti paia peregrina: qualsiasi pensiero politico che si schieri contro l'esclusione sociale e i "complessi di inferiorità" afferma di si. E storicamente (comunismo), chi ha lottato affinché in una società non esistessero "complessi di inferiorità" ha mandato (e spesso) i contadini a zappare la terra. Questo per dirti come l'intelligenza crei un complesso di superiorità. Non ha funzionato. Quindi, viviamo in una società in cui si mandano tutti i figli a scuola per tantissimi anni nella "speranza" che chi comanda li riconosca come intellettuali e ci sia un passaggio sociale. I tuoi genitori vedono che non studi (comportamento che loro interpretano come "nostra figlia vuole fare la contadina") e hanno paura. Paura di non salire nella struttura delle caste che governa la nostra società. Ciò che non osservi - secondo punto - è questo: l'inferiorità è un meccanismo di oppressione sociale di cui soffrono tutti gli autistici. La famiglia che fa paragoni non aiuta. Potresti provare nel fare qualcosa di nuovo, un hobby, che ti dia soddisfazione e che magari ti faccia incontrare e parlare con persone che condividono il tuo hobby.
Io sono del parere di dire subito di no e non allungare con le scuse perché se ho bisogno di dire di no vuol dire che non ho proprio voglia di stare con questa persona
Stamattina ho visto un articolo di giornale dov'è una prof dava del ritardato a un alunno, sotto commentavano povero alunno ? Poveri noi che nel 2024 siamo costretti s sentirci sbagliati capisco una volta nel 28 0 30 ma nel 2024 nn mi sento sbagliata ma incazzata scusa il termine perché usando questa parola alla cavolo ci fanno sentire così! Poveri noi ragazzi o domme o uomini nati cn disabilità intellettiva
Esiste una tristezza "pulita", legata alla situazione che viviamo, e una tristezza "sporca" legata a ciò che la mente ci dice riguardo a quella situazione.
Io paziento, paziento, paziento e faccio di tutto per fregarmene ma quando poi non basta quel che faccio e sapendo che comunque a tutto c è un limite ecco che vado dalla persona e la demolisco allegoricamente e mentre me ne vado da essa le intimo: "prima sparlavi di me senza avere motivi; adesso continua a farlo ché un motivo ce l hai!!"
Ho compreso nel tempo alcuni miei comportamenti che mi hanno creato situazioni simili che mi hanno lacerato di sofferenza ..fin da bambini non mi sono sentita amata compresa e non protetta da adulta uomini poco affettivi amicizie a senso unico davo per ricevere briciole sorella invidiosa ..volevo cambiare le situazioni essere amata da chi non mi amava compravo l amicizia con la troppa disponibilità non comunicavo il mio stare male non mi allontanavo da queste situazioni fin quando non rimanevo a pezzi e nell' ultimo respiro prima di morire me ne andavo ..oggi ho deciso di incominciare a non cercare negli altri l amore di un bacio di affetto a me stessa ogni mattina do attenzioni a me stessa cerco relazioni reciproche dove ci siamo empatia e ascolto sto lasciando libere quelle persone di uscire dalla mia vita non si può piacere a tutti ..l unica cosa che mi rimane da fare e trovare quel coraggio di togliere quella maschera di donna forte e riuscire a comunicare che sono fragile
Le opportunità di incontro interessanti che possono conciliare con il lavoro 9-18 non sono così tante soprattutto se oltre agli orari bisogna tener conto anche degli aspetti logistici che in certi casi sono complessi da risolvere...
Mi hai illuminato doc. Non lo sapevo grz mille 😊❤. Ero convinta che prima di buttarsi in una relazione bisognava far uscire da me stessa tutto il dolore che ho dentro.
Grazie per questo commento. Spesso si pensa che per fare qualcosa ci si debba liberare del malessere. Si debba star bene. Ci sono però pensieri ed emozioni che ci accompagnano per tutta la vita
@@SebastianoDato prego 😊❤️. Quindi se ho capito bene se io non provo a mettermi in gioco anche con un malessere, finisce che non mi sentirò mai pronta di ricominciare, giusto?
Si avere 20 anni lo pensi sia in famiglia che nelle relazioni sociali ma ha 40 hai consapevolezza che tutto è nelle tue mani siamo libero se non infrangendo la legge
Prima mi chiudevo e me la prendevo...ora valuto le persone non rispondo o ecc.ma me li tengo lontano in quanto non voglio conflitti specie se e un familiare...amore e pace❤❤😊😊
Grazie tuttavia non credo di aver compreso appieno: spesso mi capita di aver "risolto" alcune questioni di malcomportamento altrui (mancato rispetto della proprietà d'altri) che mi generano rabbia intensa... dopo aver risolto mi resta l'amaro ed un senso di vuoto.. quindi?
