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Michele Boldrin
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16 сен 2024

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Комментарии : 95   
@vsmaldino
@vsmaldino Год назад
In disaccordo su quasi tutto. Non mi è piaciuta la generalizzazione sulle telematiche, tra l’altro, se la loro qualità fosse bassa e se “vendono illusioni”, sarà il mercato a dirlo. Sulla DAD. Non è all’università che gli studenti dovrebbero imparare il metodo di studio o la capacità di concentrazione, semplicemente perchè dovrebbero averle già; le università non hanno mai fatto da baby sitter agli studenti che non rientrano in quella minoranza capace di farcerla. Laboratori, seminari, … e soprattutto esami, devono essere in presenza, tutto il resto si può fare in DAD. Quelli che secondo Lei rischiano di perdersi si perderebbero lo stesso, anche in presenza.
@giovanniceloni6145
@giovanniceloni6145 Год назад
Secondo me è molto importante citare anche il networking tra le qualità dell’Università in presenza rispetto alla DAD/telematica. Per chi non viene da target school spesso il networking è l’unica risorsa per poter accedere a posizioni lavorative/ master/PhD sopra la media e il tutoraggio per avere queste informazioni deriva spesso dalla casualità di confrontarsi a lezione e in aula studio.
@davide6449
@davide6449 Год назад
Capisco il suo ragionamento, ma perché una decente una università telematica come unitelma(la telematica della sapienza) o uninettuno non potrebbe sostituire una pubblica di basso rango? Non sono d'accordo con la generalizzazione, non tutte le università telematiche sono uguali. C'è chi per varie ragioni non si puo spostare dalla propria città per studiare in università di livello come potrebbero essere la sapienza, bologna o tor vergata e non vedo perché non potrebbero andare bene le telematiche prima citate, considerando che non costano cifre irragionevoli e ci sono professori che insegnavano in atenei prestigiosi, (professori che non trovi in atenei di scarsa qualità).
@LucaParacchi
@LucaParacchi Год назад
Ho svolto l’università dal 2019 al 2022 e devo ammettere che durante il periodo covid, quando l’università è stata a distanza, ho appreso poco e male, costandomi un anno di fuori corso. L’anno e mezzo svolto a casa mi ha concesso di distrarmi, di cazzeggiare e di non prendere sul serio lo studio ed essendo io particolarmente portato per perdere interesse nelle cose non stimolanti non ho studiato. Per questo ritengo personalmente che essere inseriti in un contesto che fa “sentire in obbligo” di studiare sia importantissimo, reputo un ambiente stimolante e ambizioso che spinge all’impegno e al miglioramento la base per poter studiare e anche lavorare.
@giovannitemporin6734
@giovannitemporin6734 Год назад
fuori corso anche io perché durante il covid sono riuscito a dare pochissimi esami. Non uscivano appelli straordinari, i corsi erano gestiti male. Per me non è un problema imparare a distanza purché sia fatto bene, è chiaramente migliore la lezione in presenza. Io comunque terrei tutte le lezioni in modalità duale, sempre e comunque in presenza, ma dando la possibilità agli iscritti al corso di rivedersi le lezioni e recuperarle se si perdono. In questo senso lo vedo solo come un valore aggiunto.
@marcelloserra3637
@marcelloserra3637 Год назад
Ho avuto la stessa esperienza
@egemoniaculturale
@egemoniaculturale Год назад
c'è una bella differenza tra università che nascono per essere online e università che dall'oggi al domani causa covid si sono ritrovate a rivedere la loro didattica, il modo di insegnare, imparare a usare nuovi mezzi o creare piattaforme ad hoc.... tra l'altro anche in modo demenziale perché finito il covid hanno distrutto tutto quello che avevano creato invece di implementarlo e sfruttarlo al 100%. Poi se tu per studiare hai bisogno di uno dietro con la frusta che ti ricorda che non devi cazzeggiare... beh è la tua esperienza e un tuo problema... non tutti siamo uguali. Forse tanto interessato a ciò che fai non lo sei.
@barnabandrea
@barnabandrea Год назад
Non ho ancora visto il video, il like è per il P.S. della descrizione. La mia speranza è un giorno la persona descritta nell'ultima frase. Ci sto lavorando, pur con i miei 41 anni suonati. Grazie Michele
@francescofantuzzo4238
@francescofantuzzo4238 Год назад
Salve prof, faccia un piccolo dibattito con de concini, sul tema lui è a favore delle uni telematiche!
@MicheleBoldrin
@MicheleBoldrin Год назад
Non ha che da propormelo :)
@alessandrosorri5950
@alessandrosorri5950 Год назад
Lavoro a tempo pieno come programmatore. Provai una telematica per migliorare le mie basi, ingegneria informatica. Slide e video corsi sciatti e poco approfonditi. Al primo esame, analisi matematica, di fronte ad un test a crocette di una banalità disarmante mi accorsi di essere stato fregato. Realizzai di essere finito in un diplomificio per impiegati statali, utili a fare scatti di carriera solo in quegli ambienti. Non conclusi il percorso perchè al contrario dei tori non ho l'anello al naso e se mi sento preso in giro perdo entusiasmo automaticamente.
@MicheleBoldrin
@MicheleBoldrin Год назад
Descrizione perfetta. Questo e' quello che sono.
@jacopo9943
@jacopo9943 Год назад
Il discorso è molto concreto e logico, ma poi ci sono realtà dei fatti che meriterebbero comunque ulteriori riflessioni. Prendiamo una facoltà pratica come Medicina: ad oggi, da Bologna a Messina, molti corsi ti obbligano a studiare sulle famose "sbobinature" per passare l'esame, pena trovarsi nell'inghippo di non aver studiato qualcosa che sta particolarmente a cuore al professore, nonostante magari tu sia anche uno di quelli che si è preso l'Harrison in mano sciroppandotelo da pagina 1 a 1600. Esistono casi di bocciature di gente con medie >29 a Medicina solo per non aver saputo qualche cavilletto presente in una qualche slide sfornata da un assistente 10 anni prima e mai più aggiornata. Magari pure al 6° anno. Gli studenti si organizzano quindi per sfornare queste sbobinature, garantendo una presenza in aula ciclica ma mai totale, atta solo a "sbobinare". Le lezioni di per sé possono avere un grado variabile di utilità, ma la verità è che gran parte degli studenti preferisce andare a casa a studiare e che il resto delle attività viene considerata spesso tempo perso. Si potrebbe subito obbiettare che ciò è dovuto alla deviazione di concentrazione degli obbiettivi solo sull'esame; ma si capirà bene che in facoltà dove la mole di informazioni da ingurgitare è ben superiore alla media, l'esame assume un'importanza ancora più superiore in virtù del tempo da dedicare alla pura memorizzazione di fatti, nomi e liste. Si potrebbe obbiettare che gli studenti siano scansafatiche: ma si ricorda che Medicina è uno di quei corsi a numero chiuso in entrata e con il minor numero di anni di fuoricorso in media di tutti i corsi di laurea. Se sono scansafatiche loro, insomma, chiudiamo pure bottega. L'aspetto pratico è ovviamente legato al tirocinio ospedaliero, che però più di una volta si riduce a una mera osservazione di pratiche mediche spesso svolte senza troppe spiegazioni, se non direttamente a "reggere i muri" dell'ospedale, battuta che spesso gira nell'ambiente. Le strutture non possono già ora accogliere questa mandria di studenti al trotto, e l'allargamento del numero di studenti peggiorerà il problema, mentre lo stato generale della sanità italiana dà il colpo di grazia al problema. In pratica, anche solo per ottenere quello per cui paghi come formazione, devi sgomitare e spesso fallirai lo stesso. Colleghi europei a livello di preparazione pratica hanno una marcia in più, almeno nel momento appena successivo alla laurea. Nel tempo questa differenza svanisce, ma è normale: questo non implica che il sistema sia efficiente però! Questo accade di meno nelle università private, ma l'incremento di qualità generale non vale nemmeno da lontano la quintuplicazione della retta. Perché vorrei sottolineare che in molte delle università private italiane, si pagano rette a volte stile UK con 1/4 della qualità ricevuta, seppur migliore rispetto a quella pubblica di stampo tricolore. Nei fatti, e non nella forma, il sistema di Medicina oggi è, per ottima parte della popolazione di futuri medici, un sorta di sistema misto distanza-presenza, con tutte le storture del caso, incluso il fatto che a volte la presenza sarebbe meglio (=più efficiente) fosse distanza. Non nego che ci siano quelli riescono a fare tutto (tirocinio, studi, lezioni) con energie che avanzano a sera, ma credo che il senso del video fosse sul doversi focalizzare sull'80% della popolazione o del sample size, non sull'1% o giù di lì. Anche le energie psicofisiche di base variano molto da individuo ad individuo, non solo l'intelligenza. Si potrebbe parlare di altre facoltà; ad esempio ad Ingegneria il tempo medio (medio!) per il conseguimento della laurea triennale è 4.5 anni. Sono tutti scemi sti ingegneri italiani? Tutti con gravi problemi di salute fisica, mentale, o di famiglia? A me sembra chiaramente che ci sia qualche che non funziona a livello didattico. C'è sicuramente il bias della scarsa preparazione alle superiori, ma vorrei sottolineare che gran parte delle ingegnerie hanno dei test di pre-selezione che dovrebbero ridurre questo pregiudizio statistico. Aneddoticamente, professori che correggono male e in ritardo i compiti, dispense poco aggiornate o confusionarie, scarsa e insufficiente spiegazione della materia in aula sono sicuramente più impattanti di altri fattori, almeno se si guarda alla popolazione. La verità è che l'università italiana è organizzata male, troppo teorica e nozionistica, denudata da ogni tentativo di ragionamento profondo, mentre i professori ordinari godono di privilegi non indifferenti. Lo studente italiano potrà pure andare fuoricorso per tempo immemore e dare l'esame 15 volte, ma è per la maggior parte del tempo "lasciato fare", abbastanza abbandonato a se stesso, e con scarsi strumenti di supporto. La vita sarà pure dura e te le devi cavare da solo, ma qui si tratta proprio di un servizio che ti viene promesso e nei fatti non dato. Leggevo del Prof. Mingione, che per chi non lo sapesse è un illustre matematico italiano e una delle menti più brillanti nel campo, che si lamenta che i professori italiani fanno già abbastanza e che gli studenti sono in fondo dei pelandroni. Ma la verità, come gli ha ricordato in una discussione su Twitter uno dei suoi ex-studenti, è che il Prof. Mingione è semplicemente una mosca bianca, e che l'organizzazione e la didattica del suo stesso corso di laurea, sotto altri docenti, era di livello non sufficiente. Talmente che questo ex-studente ricordava bene di aver seguito con passione le lezioni del Prof, e molto molto meno le altre. Anche per i professori dovrebbe valere la regola di dover tarare il sistema sull'80% della loro personale curva di distribuzione, e non sulla minoranza. La mia personale considerazione è che quando si affrontano i problemi in questo modo, definiamolo "settoriale", è perché si è ben consapevoli che il sistema e gli interessi (la lotta dei gruppi sociali in certo senso) non permettono grandi sconvolgimenti. Se dobbiamo ragionare per efficienza, è il sistema universitario italiano che è marcio dalla testa e che dovrebbe essere rifondato. Se ciò non è possibile, è chiaro che lo studente seguirà una sorta di "via di minor resistenza" alla soluzione del problema, conscio del fatto della presenza del muro che dovrebbe essere abbattuto per riformare il sistema è molto alto. Insomma: se già la didattica è in media insufficiente, se lo studio in fondo è nei fatti una questione prettamente individuale ANCHE per quelli che geni non sono, se il professore medio italiano non vuole andare nel campus in periferia ma vuole vivere in centro e buona fortuna a staccarlo da lì, a me chi me la fa fare di ingrassare qualche affittuario a Bologna, Milano, Roma? Forse è una questione di omertà, di scarso impegno pubblico. Si, il problema sarà anche culturale, sì, forse i compromessi al ribasso possono addirittura peggiorare la situazione, ma l'alternativa in un Paese estremamente reazionario quale sarebbe se non accontentarsi della macchina sgangherata? Il demone del gioco al ribasso potrebbe contribuire al circolo vizioso, ma se sono 50 anni che niente cambia, nemmeno al ribasso, un motivo ci sarà.
@MicheleBoldrin
@MicheleBoldrin Год назад
Consiglio, Jacopo: dedicati ad altro. Mancano le basi minime dell'analisi logica dei fatti. Non provo neanche a rispondere, sarebbe un bagno di sangue privo di senso.
@jacopo9943
@jacopo9943 Год назад
@@MicheleBoldrin Per me era anche un'occasione di riportare esperienze reali. Mi dispiace che non sia nemmeno un discorso degno di una risposta Professore, ma mi permetto di sottolineare che tante delle cose ho riportato sono fatti; magari ho sbagliato analisi, ma è anche per questo che io come tanti altri la ascoltiamo, per farci anche consigliare. Non sia così cattivo, al bagno di sangue sono pronto.
@francescodarin8100
@francescodarin8100 Год назад
@@MicheleBoldrin Io tenderei ad allargare il discorso Perchè si parte dal semplice fatto che non impari a nuotare nè leggendoti il manuale nè in DAD. Ma poi si arriva ad un confronto forse possibile tra le diverse produttività indipendentemente dal caso specifico dell'università Lo dico perchè con il covid la mia produttività è praticamente dimezzata. Non si può lavorare in gruppo a distanza. Manca il contatto e tutto il resto. Anche incazzarsi serve. Poi ci sarebbero quei casi come per esempio la silicon valley che sono agglomerati che producono evidentemente scambi più frequenti e produttivi - sarebbero loro visto le risorse e il know how ad aver già preso da anni la possibilità dello scambio a distanza - il mito del tecnico nella sua casetta tra i boschi che lavori a progetti inimmaginabili. Che io sappia sul tema ha lavorato Enrico Moretti che tu conosci per certo. Con questo non intendo dire che non sia utilizzabile. Ma anche qui non si può essere digitali. Si tratta ancora di un problema analogico: si! ma quanto? e in quali circostanze. E poi. Tutti o solo qualcuno? E inoltre. Certo che serve per chi non può esserci.
@GiuseppeGaldieri
@GiuseppeGaldieri Год назад
Da questo anno ho deciso di diventare uno studente lavoratore e frequentare un'università telematica. Mi sono trovato d'accordo con il discorso che Lei ha fatto in questo video. Le confesso che ho molto titubato sulla scelta, ed il fatto che l'università che frequento fosse riconosciuta dal MIUR mi ha fatto decidere nell'intraprendere questa scelta. Mi sono illuso però che questo mi permettesse di recuperare la mia mancata frequentazione all'università. Scelta che feci a suo tempo e di cui poi mi sono pentito, riconoscendo che mi ha tolto delle opportunità. Mi sono dovuto però ricredere. I professori non sono adeguati (almeno la maggior parte che ho visto). Le videolezioni sono state registrate molto tempo addietro (decenni). Per alcuni indirizzi come Ingegneria informatica è assurdo. In alcuni casi sono fuori contesto rispetto poi all'esame. Credo che alla fine dovrò rassegnarmi e guardare in faccia alla realtà. Certi treni una volta che passano non è possibile più riprenderli.
@MicheleBoldrin
@MicheleBoldrin Год назад
Mi dispiace, ma purtroppo cosi' e'. Le mie accuse si basano su ampia evidenza. Queste universita' andrebbero pubblicamente "sputtanate" e le testimonianze di studenti come lei contano. Sono, in media, una truffa.
@davidegriggio414
@davidegriggio414 Год назад
@@MicheleBoldrin da anni penso e sostengo che l'università non è per tutti come si vuol far credere
@lucamariot5689
@lucamariot5689 Год назад
Nei Paesi Bassi la crisi dello student housing è scoppiata l'anno scorso, tanto che diverse università si sono trovate costrette a dire ai nuovi studenti provenienti dall'estero di non venire, se prima non fossero riusciti a trovarsi un alloggio. Nell'università dove lavoro adesso (Twente) c'è un problema simile, e alcuni dei corsi più numerosi vengono effettivamente offerti in blended learning. Il motivo però non è direttamente la mancanza di alloggi, ma banalmente il fatto che non ci sono sufficienti aule per fare lezione in presenza tutti allo stesso tempo. Chiaramente questa è una soluzione temporanea, e hanno già fatto partire progetti di ampliamento del campus per costruire nuove aule, in parallelo alla costruzione di nuove residenze universitarie. Per questo rimango perplesso quando sento il dibattito italiano analogo, e la proposta di sopperire alla carenza di alloggi studenteschi con la DAD: tuttalpiù, con la DAD puoi tamponare temporaneamente la penuria di aule in cui si fa lezione, ma non vedo in che modo possa risolvere il punto di fondo.
@paolopanizzon1840
@paolopanizzon1840 Год назад
Che poi, anche se la DAD fosse effettivamente in grado di fornire lo stesso livello di insegnamento della didattica in vivo, sarebbe l'ennesimo modo per lavarsene le mani e scaricare la responsabilità sui provati, sfavorendo chi non è dotato di adeguati luoghi di studio, a.k.a. gli studenti a basso reddito e internazionali Edit: sarebbe privati invece di provati, ma penso sia un bel lapsus freudiano
@lucamariot5689
@lucamariot5689 Год назад
@@paolopanizzon1840 Esatto. Mi sembra un classico esempio del paralogismo "bisogna far qualcosa" / "questo è qualcosa" -> "facciamo qualcosa". Senza chiedersi minimamente se "qualcosa" ha a che fare con il problema che si cerca di risolvere.
@francescobarbaro7575
@francescobarbaro7575 2 месяца назад
Io ho usato dei corsi di ingegneria di Uninettuno per superare esami alla statale
@StefanoBergamini
@StefanoBergamini Год назад
Similmente ho dato più della metà degli esami in meno di un anno e mezzo, e concordo con le conclusioni. Qualche corso in ibrido remoto/in sede ci potrebbe anche stare, ma fare tutta L'università da remoto non ha senso anche perché una delle funzioni dell'università è quella legata alla socialità, che si perde.
@giovannapanto8170
@giovannapanto8170 Год назад
Dipende da quali materie....per esempio la Chimica no!! Io ho ciabattato tanto (e ancora di più dovevano farmi fare) in laboratorio.....a far danni e rimediare.....magari piscologia ma poi serve la pratica sotto tutoraggio, filosofia, lingue......sparo io visto che vendo da 2 SIGNORE Lauree Magistrali in cui era basilare esserci nn posso capire. Il mio Relatore di Chimica, compianto Chiarissimo Crlo Botteghi, affermava negli anni fine '90: oggi una laurea nn si nega manco ad un cane. Lo ho capito dopo......
@merovinjoe
@merovinjoe Год назад
Che cosa ne pensa invece di programmi come part time mba offerti da molte Business school, anche di altissimo livello? Per esempio 75% di studio online e ogni paio di mesi sessioni in presenza nel weekend.
@mattiarenzi7913
@mattiarenzi7913 Год назад
Non posso parlare per i miei colleghi delle università telematiche perché non ho idea di quale sia il clima culturale al loro interno, siccome di numeri non ne conosco e non ne vengono riportati nel video, parlerò dal mero punto di vista della mia esperienza all'interno di una grande e rinomata università pubblica. Quello che noto io è una carenza a livello culturale su cosa sia l'università e perché sia importante frequentarla, io non mi ritengo uno studente particolarmente brillante e non ho una media da capogiro, però sono mosso da una forte curiosità intellettuale che noto mancare a molti miei colleghi che possono permettersi di stare in sede per tutto il giorno e che hanno una media di voti altissima. Quello che voglio dire è che dovremmo forse intervenire su questo, perché io non mi senta più dire che un mio collega di scienze POLITICHE non si interessi di politica ed elezioni (e le assicuro che succede più spesso di quello che si pensi), perché il problema, anche qui, è culturale e non è proibendo tools potenzialmente utili come quelli derivanti dalla didattica telematica che lo si affronta. Gli studenti devono essere considerati come quello che sono: giovani adulti all'interno di un mondo accademico e perfettamente capaci di gestire il proprio tempo ed il proprio apprendimento.
@MicheleBoldrin
@MicheleBoldrin Год назад
La connessione logica quale sarebbe (fra i vari "fatti" riportati, intendo)?
@mattiarenzi7913
@mattiarenzi7913 Год назад
@@MicheleBoldrin Intendevo dire che, siccome ritengo che ci sia anzitutto un problema di approccio all'università da parte degli studenti, per intervenire su questo non possiamo credere che vietare strumenti potenzialmente utili come la didattica a distanza sia la soluzione. Uno studente senza curiosità e stimolo intellettuale rimane tale anche durante le lezioni in aula universitaria, la funzione pedagogica del professore universitario è limitata soprattutto nei corsi molto numerosi. Dopodiché, ritengo che uno studente debba essere considerato come una persona in grado di organizzare la propria vita universitaria in modo autonomo, dunque omettendo approcci troppo paternalistici all'insegnamento
@FedericoBenedetti81
@FedericoBenedetti81 Год назад
A 42 anni ho intenzione di iniziare l'Università e ho pensato a una università classica dove ci sono corsi che non richiedono la presenza. Studierei da solo, andrei ai ricevimenti e quando possibile per via del lavoro, andrei a qualche sporadica lezione. Cosa ne pensa di chi segue università classiche da non frequentante? Ha la stessa opinione di chi segue università telematiche?
@francesco-7127
@francesco-7127 Год назад
In generale concordo con quanto detto nel video, in particolare sulla difficoltà di replicare in corsi online il rapporto diretto col docente ed ovviamente i laboratori. Credo che la soluzione dei campus fuori città sarebbe la strada ottimale, ci fosse la volontà politica di farlo. Inoltre, concordo sul livello a dir poco discutibile delle università telematiche ed in particolare sulle modalità con cui tengono gli esami (ho un parente iscritto ad una telematica, gli danno un elenco di domande possibili con le rispettive risposte, all'esame le domande vengono pescate da questo elenco. Se uno non passa l'esame così, è meglio che si dia all'ippica). Terrei però ben distinte le università telematiche private concepite per "sfornare laureati" di dubbia qualità dai corsi online tenuti dalle università classiche. Ad esempio, sia la Sapienza che il PoliMi (tanto per fare due nomi) offrono corsi di laurea online - anche in hard science - (informatica ed ingegneria, per dirne due) che, a fronte di un esborso extra, caricano le videolezioni degli stessi docenti che insegnano la materia in facoltà in un'area riservata, mettono a disposizione un tutor via mail, slide e dispense del docente, fanno correzione di esercizi e sessioni di q/a in videoconferenza ad hoc per i corsisti online, il tutto per preparare agli esami che si tengono in presenza in facoltà con gli stessi docenti e le stesse modalità di chi frequenta in aula (anzi, spesso sono proprio le stesse sedute d'esame). Rimane il problema dei laboratori, che solo in alcune materie possono essere replicati online con una certa efficacia (ad esempio informatica). In alcune di queste facoltà inoltre gli esami per chi è iscritto al corso online vengono tenuti nel weekend, per agevolare i lavoratori. Chi passa gli esami con profitto preparandosi in questo modo non dovrebbe avere una preparazione molto diversa da chi ha frequentato lo stesso corso in aula e sostenuto lo stesso esame con lo stesso professore. Ciò detto, questo tipo di facoltà mi pare possano essere d'aiuto per chi lavora part-time e ha orari di lavoro che mal si combaciano con quelli delle lezioni ma non rappresentino una soluzione generale. Anche perchè, tolto chi abita in un raggio di qualche decina di km dalla facoltà, uno studente che abitasse più lontano dovrebbe comunque pagare oltre alle maggiori tasse universitarie le spese di trasferta per tutti gli esami, e nel complesso non credo risparmierebbe granchè (basti pensare che tipicamente dovrebbe andare a dormire in albergo la sera prima di un esame per poter essere puntuale il giorno dopo).
@alessiosantimone8268
@alessiosantimone8268 Год назад
Di tutte le telematiche ho notato che la Uninettuno è stata valutata bene dall'Anvur di cui ovviamente non so quanto posso farci affidamento. Il corso di economia ha qualche docente video della LUISS, Tor Vergata, Cattolica ed altre università italiane un po' più mediocri. Poi ovviamente non so quanto siano seri gli esami, perché è lì che si va a vedere se realmente l'università vale qualcosa o se è semplicemente un'altra fregatura. Ringrazio comunque come sempre Michele per le sue analisi impeccabili.
@manuelfiorentini3112
@manuelfiorentini3112 Год назад
Frequento una telematica e lavoro come trainer. L’ho scelta perché non potevo fare altrimenti: non volevo lasciare un lavoro che mi soddisfa e migliora la mia condizione economica e scienze motorie ha l’obbligo di frequenza. Statisticamente può essere vero che la scelta di fare una telematica sia figlia di una minore volontà di impegnarsi in maniera seria, perché effettivamente gli esami sono a risposta multipla ed abbastanza facili da passare. Nonostante ciò, molti colleghi con cui ho lavorato, usciti da università statali, avevano competenze minori delle mie. Nelle statali le conoscenze sono spesso basate su evidenze vecchie ed, evidentemente, gli stessi professori non continuano la loro formazione o non sono abbastanza preparati. Spesso invece i testi che mi vengono proposti sono molto validi ed al passo con le recenti evidenze scientifiche. È pura aneddotica e magari non dimostra niente, però se ciò che conta davvero sono le competenze sviluppate e non il titolo la vera discriminante restano impegno e voglia di formarsi. In ogni caso non credo esistano telematiche che offrano corsi di laurea nelle scienze dure, suppongo per la difficoltà nell’affrontarle da semi-autodidatta.
@marcopavan1996
@marcopavan1996 Год назад
"se ciò che conta davvero sono le competenze sviluppate e non il titolo la vera discriminante restano impegno e voglia di formarsi", ti cito per fare un punto: secondo me no, la voglia e l'impegno sono necessari ma non sufficienti; la vera efficacia di una qualsiasi università (ma la stessa cosa vale per scuola primaria e secondaria) deriva secondo me principalmente dal livello dei docenti che la abitano e dalle modalità (sia in termini di strumenti che in termini di programmi) con cui gli stessi sono messi nelle condizioni d’insegnare, educare e comunicare con gli studenti. Certo in Italia la selezione dei docenti non segue i meccanismi competitivi caratteristici degli USA per i classici motivi che conosciamo, ma direi comunque che a rigor di logica, per una semplice questione di selezione su base competitiva, è molto più probabile che un docente competente e di un certo livello (per desiderio e ambizione personale) punti a insegnare in un'università affermata piuttosto che nella telematica di turno che non conosce nessuno, e questo già da sé produce inevitabilmente uno scarto significativo in termini di qualità… se si aggiunge poi il problema delle modalità formative tipo DAD totale il gap aumenta.
@manuelfiorentini3112
@manuelfiorentini3112 Год назад
@@marcopavan1996 è un punto validissimo, ma allora converrai con me che il problema non è il mezzo telematica/DAD in sé ma l’uso che se ne fa. Il fatto che essendo meno affermate sono abitate da professori meno competenti può starci ma offrono la possibilità di avere una formazione accademica a chi altrimenti non potrebbe per motivi di distanza/costi/stile di vita. Il punto è: le consideriamo non valide a priori o facciamo in modo che diventino valide come le statali? In ogni caso posso dirti che, conoscendo il settore piuttosto bene, c’è molta poca compliance alle evidenze scientifiche nelle facoltà statali di scienze motorie in Italia. Ci saranno sicuramente le dovute eccezioni, però evidentemente il meccanismo competitivo dei docenti non funziona abbastanza bene da creare questo gap di cui parli. Magari la situazione per altri corsi di laurea è differente e lo spero.
@marcopavan1996
@marcopavan1996 Год назад
​@@manuelfiorentini3112 Certamente, il problema riguarda l'uso che se ne fa perché ci interessa la possibile utilità dello strumento per l'uomo: personalmente, in accordo con il prof, penso che sia un ottimo strumento se utilizzato in modo complementare alle attività regolari in presenza (la possibile distribuzione nell'utilizzo sarebbe una questione puntuale eventualmente da discutere); non mi azzarderei mai però a promuoverlo diffusamente come singola modalità di partecipazione, perché credo che questo verosimilmente andrebbe poi a intaccare la qualità overall dei sistemi formativi, e in Italia (e parlo di questa perché è l'unica che conosco bene, ma vale per tutte) si tratta di aumentarla, non di abbassarla. Da noi secondo me bisognerebbe mettere un po' di pepe al culo ai prof, per rendere le dinamiche interne più competitive, perché ci sono troppi personaggi che entrano (spesso anche per favoritismo) e poi dopo tot anni si adagiano, preservati da un circolo - che poi diventa intoccabile - di professori che tendenzialmente si sostengono a vicenda. Questo almeno è quello che ho visto quando noi studenti stavamo cercando di cambiare alcune cose all’interno del dipartimento: forme ipertutelate di resistenza che tutti noi in Italia conosciamo bene…
@egemoniaculturale
@egemoniaculturale Год назад
ci sono telematiche dove gli esami sono pure orali o modalità mista o risposta aperta etc... per il resto pure dalla Bocconi escono certi caproni che uno si chiede come sia possibile... e per quanto riguarda le statali, a parte pochi posti d'elite, il livello del restante non è tanto diverso dalle telematiche, a parte lo snobismo di dire che quella top è figa e le altre fanno schifo a prescindere. Ad esempio all'università di Padova molti esami di molte facoltà sono scritti (oltre al fatto che pure all'estero spesso gli esami universitari sono scritti o risposta multipla etc...). A quel punto conviene fare quello che è più comodo dato che non tutti abbiamo le stesse vite e le stesse aspirazioni, gli stessi portafogli e neanche tutti possiamo essere "nel top del top" e quindi frequentare Harvard e lavorare a JP Morgan.... e soprattutto se poi finisci a fare un concorso - come spesso accade in Italia - o la prendi alla telematica o la prendi alla Bocconi il valore del titolo è lo stesso e niente ti impedisce di studiare alla telematica o nella qualsiasi "università di merda" ed essere appassionato del tema e approfondire quanto ti pare, stessa cosa se fai una statale "pessima". Inoltre se vai a vedere nella maggior parte delle telematiche i professori che ci sono sono professori che troveresti in altre università statali, non è mica gente che passava per strada per sbaglio. Senza contare il fatto che pure università private italiane offrono ormai corsi blended (quindi quasi- telematiche) o corsi puramente online: molti master della Business School del Sole24Ore sono blended, stessa cosa Bocconi, SDA Bocconi offre molti corsi online a pagamento - anche se non riconoscono alcun CFU - che possono arricchire il cv di una persona. All'estero University of London offre corsi di laurea online in Computer Science o Marketing, University of North Texas offre corsi di laurea online di Science in General Business, Illinois Institute of Technology offre un corso di laurea online in Information Technology... Google e Facebook rilasciano certificazioni con corsi online etc... sempre se uno ha tempo e voglia eh...
@marcopavan1996
@marcopavan1996 Год назад
​@@egemoniaculturale Da quello che scrivi sembra proprio tu non abbia capito il punto della discussione che si stava facendo. Si parlava di qualità della formazione e da quel che dici a te questo non interessa. PS: smettetela di portare esempi privati a fondamento delle vostre posizioni, sono totalmente irrilevanti al di fuori dell'aneddotica; se non avete voglia di studiare o non potete frequentare per altri motivi fatela pure la telematica, ma per piacere non chiedete di degradare il sistema formativo as a whole.
@amosmattia
@amosmattia Год назад
Complimenti per i tempi con cui hai preso la laurea, se ho ben capito, non considerando l’anno del militare, sei andato solo 6 mesi fuori corso lavorando al porto per circa 4-5 ore al giorno, è davvero impressionante. Sicuramente le facoltà intellettive contano ma anche una qualità dello studio molto alta, per ritmi probabilmente folli, hanno giocato un ruolo non marginale. Io stesso non potevo frequentare spesso i corsi universitari per motivi di salute; soffrivo di calcoli renali, e avevo nausea, mal di stomaco e sintomi spiacevoli gran parte della giornata. Mi sono operato 5 volte, 4 interventi sono andati storti… ho preso la mia laureetta poco utile in lingue (tedesco), e poi sono andato a vivere in Germania. All'inizio il mercato del lavoro mi ha preso a calci nel didietro, ma dopo 3 anni, in cui tra i tanti avvenimenti è anche scoppiata una pandemia, sono riuscito a trovare un lavoro non malaccio, pagato dignitosamente e insomma a vendere le mie piccole competenze. Mi sono fatto un fondoschiena non indifferente. Il mio livello di tedesco è stato ciò che mi ha permesso di battere altri candidati nella competizione per il posto di lavoro da poco ottenuto. Debbo dire che l'università da me frequentata, situata in una grossa città del nord, sia stata praticamente inutile a tanti livelli. Ho studiato da solo e continuo a farlo, però un minimo il titolo sul curriculum soprattutto in un Land tradizionalista come la Baviera assume un qualche ruolo. Ho una cara amica, anche lei si è trasferita qui in Germania nella mia stessa città. Ha preso una laurea telematica in italiano lavorando a tempo pieno, ha conseguito il titolo in psicologia per trovare un posto in un asilo. Michele, è peggio di come descrivi, e non so neanche quanto siano in buona fede francamente. La mia amica ha preparato alcuni esami senza aprire un libro. Come? Le davano le domande su cui potersi preparare... erano le stesse dell'esame. Com'è possibile che una laurea del genere abbia un qualche valore legale? E si badi queste facoltà costano 3 volte un' università statale. Quindi non sono neppure eccessivamente economiche... In generale a me piacerebbe che si desse meno importanza al pezzo di carta e più alle competenze. Da due anni mi sono innamorato dell'informatica e voglio sviluppare dei progetti personali. Studio da solo seguendo dei corsi americani, e vado su siti specializzati (sempre e solo americani) su cui incontrare altri appassionati e svolgere esercizi sempre più complessi. Anche riuscendo ad accumulare buone competenze la vedo dura, forse troverò qualcuno disposto ad assumermi, ma il pezzo di carta ha comunque un valore, sebbene conseguito su una pseudo facoltà telematica. Non so, forse negli USA c'è una mentalità differente, meno legata a questi benedetti titoli. Ovvio che non si possa fare il medico senza laurea, ma magari per alcuni lavori potrebbe bastare un buon portfolio che dimostri capacità concrete. La vedo così, magari dico sciocchezze... se si ha voglia, me le si faccia notare. Saluti cordiali. Grazie
@egemoniaculturale
@egemoniaculturale Год назад
e chi ti vieta di frequentare una telematica e avere un portfolio? Oltre al fatto che nella maggioranza delle telematiche si possono fare anche esami orali con professori che nella stra grande maggioranza dei casi provengono da università statali e che troveresti quindi frequentando una qualsiasi statale e che ovviamente come con quelle statali e privati ci sono telematiche di serie A, di Serie B e di ultima categoria... Se la tua amica non è stata licenziata significa che lo sa fare il suo lavoro e che qualcosa ha imparato... In quasi tutte le università italiane si studiano un mucchio di cose che poi nel mondo del lavoro non servono quasi sicuramente. Non sarà che forse il corso di laurea in lingue è più "inutile" e obsoleto di quello in psicologia? A prescindere che sia preso in statale o telematica? L'hai scritto tu stesso poi... Inoltre se ottieni la triennale alla telematica nessuno ti vieta di arricchire il cv con una biennale presa alla statale o con un master in una top university da chissà quante decine di migliaia di euro all'anno...
@amosmattia
@amosmattia Год назад
@@egemoniaculturale salve, potresti cortesemente cercare di scrivere un po' più accuratamente, si fa fatica a leggere, grazie. Non ho mai suggerito di non seguire università telematiche, se piacciono o se servono per trovare lavoro ben vengano. Il punto è che sono davvero mediocri (a dir poco), e in concreto non si impara nulla o quasi. Non danno competenze vere. Ti pare che serva una laurea in psicologia per lavorare all'asilo (lavoro della mia amica)? È un lavoro a basso valore aggiunto per cui non ci vuole neppure un training. La laurea in lingue, come altre lauree umanistiche, ha una domanda sul mercato piuttosto bassa e si rischia il call center. Conosco bene il tedesco, l'inglese, e lo spagnolo (anche se meno) perché, guarda un po', li ho studiato da solo e sono riuscito a vendere il mio pezzo di carta preso a Torino ad una multinazionale che mi ha fatto salire a bordo. No, ho un lavoro migliore della mia amica, con molte più prospettive di crescita (cosa che a lei per altro non interessa). Insomma, invece di perdere tempo e denaro studiando all'università dei fichi secchi, preferisco prendere un libro di informatica, contattare ragazzi svegli negli USA e farmi un portfolio, non è facile poi trovare lavoro nel settore, ma nessuno mi aveva detto che la vita fosse una passeggiata. Saluti.
@giovannichiaranti9775
@giovannichiaranti9775 Год назад
Commento tattico
@robertovolpi
@robertovolpi Год назад
Le università telematiche sono la versione moderna delle famigerate “università per corrispondenza” protagoniste di barzellette esilarantissime.
@gabrielesalini2113
@gabrielesalini2113 Год назад
Io sono d'accordo con il discorso fatto. Ma ci sono deli ma: Ammettiamo che ci siano studenti con una marcia in piu che possono non seguire le lezioni, fare dad, lavorare,... perche a loro impedire di farlo? Una volta si poteva, oggi non piu. Ha parlato di una funzione educativa del essere a lezione. Imparare la disciplina. Io penso che questa funzione pedagogica non la debba dare l'università. Dei 20enni devono prendersi la responsabilità di pagara e gestire la propria istruzione. È la bocciatura piuttosto il vero strumento pedagogico, come lo è per molti al primo anno, sopratutto in certe facolta. Telematica e dad come sono oggi anche io penso non siano la soluzione. Ma con maggiori regolamenti e organizzazione lo posssono essere. Ad esempio perche non una telematica statale che faccia da livello base con cui le private devono competere. Anche sulla vita accademica dei professori basta mettere le aule per la dad nelle università. Non è una questione dove dobbiamo pessare effetti positivi con quelli negativi? Quelli negativi non ho dubbi ci siano. Ma mi sembra enorme il risparmio e possibilità date a chi abita lontano dalle citta e arriva da famiglie di ceto medio basso. Per l'università di massa è chiaro che campus periferici sarebbero interessanti.
@lucamariot5689
@lucamariot5689 Год назад
In che senso non si può più? Per la maggior parte dei corsi, la frequenza è in genere facoltativa, come è sempre stato. Una delle argomentazioni per cui si propone la didattica a distanza è l'esatto opposto, cioè rendere accessibile i corsi a chi ha una "marcia in meno", invece che una in più. Quelli che ne hanno una in più solitamente trovano comunque per i fatti loro un modo per trascendere l'offerta educativa.
@gabrielesalini2113
@gabrielesalini2113 Год назад
@@lucamariot5689 io ho fatto corsi ha frequenza obbligatoria. Non conosco nessuno non l'avesse. Mi è capitato di parlare con laureati over 60 che mi raccontano di aver lavorato e studiato e mi parlano di frequenza non obbligatoria e corsi serali. Corsi serali mi suona un po come telematica come qualità.
@lucamariot5689
@lucamariot5689 Год назад
@@gabrielesalini2113 boh, non so cosa hai studiato e può essere che siano cambiate un po' di cose da quando ho lasciato l'Italia, ma che io sappia i corsi a frequenza obbligatoria tipicamente sono quelli di area medica/professioni sanitarie (per motivi ovvi). Tutto il resto in genere va a regime "frequenza non obbligatoria, ma caldamente consigliata". Per questo non capisco il punto del tuo commento. Gli studenti più dotati hanno comunque la possibilità di studiare per i fatti propri ed "estrarre più valore", grosso modo in maniera indipendente dalla frequenza e dalla presenza di strumenti di e-learning.
@gabrielesalini2113
@gabrielesalini2113 Год назад
@@lucamariot5689 io ho fatto fisioterapia e scienze motorie. Sempre obbligatoria. Mia moglie politecnico, obbligatoria. Amici ingenieri, architetti, scienze della formazione, tutti obbligatoria. Variazioni di percentuale massimo di assenza accettabili.
@lucamariot5689
@lucamariot5689 Год назад
@@gabrielesalini2113 Mi sa che hai un campione di amicizie non molto rappresentativo. Nei corsi di laurea scientifici l'obbligatorietà è sostanzialmente assente (tranne che per certe attività, tipo laboratori in alcuni corsi di laurea). Idem per social sciences e quasi tutti i corsi di laurea umanistici, tranne eccezioni tipo quella che noti di scienze della formazione. Architettura dipende dai singoli corsi di laurea, alcuni hanno obbligo di frequenza solo ai laboratori (vedi appunto polimi). Ingegneria invece mi suona davvero strano avere obbligo di frequenza, a meno che anche lì non stiamo parlando di attività laboratoriale.
@Giacomo_Di_Paola
@Giacomo_Di_Paola Год назад
Prof. condivido i suoi ragionamenti, io ho conseguito Triennale e Magistrale in Telematica (scelta fatta da me per esigenze varie), SC. Pol e Rel. Int, darei un mignolo della mano per riavvolgere il nastro e frequentare "canonicamente" il percorso di Laurea. Se invece escludessimo la frequenza sceglierei la Telematica di nuovo. Ovviamente io parlo solo per me, non voglio applicare la mia situazione a tutti sarebbe sterile. Se ha delle domande o curiosità a riguardo sono a disposizione. 👍🌈
@Dr.Sortospino
@Dr.Sortospino Год назад
Verissimo tutto. Il MIT mette tutte le lezioni online da anni. Sono PhD in Materials Science, e ogni volta che la lezione di Python, economia, o altro finisce dico: mannaggia vorrei essere stato lì per fare na domanda direttamente.
@Dino-91
@Dino-91 Год назад
Ciao e grazie per l'ottimo contenuto. Io mi sono rimesso a studiare a 32 anni e volevo fare una di queste università telematiche, ma a quanto leggo nei commenti, e sento da lei, non ne vale la pena. Quindi vi chiedo aiuto, cosa dovrei fare? Come si impara a studiare? Quante ore di studio sono necessarie al giorno( domando in media, so che è estremamente soggettivo) Ovviamente io, da adulto, devo anche lavorare e quindi la cosa diventa ancora più complessa. Mi sono un po demoralizzato guardando questo video 😅. A Quanto pare non c'è soluzione. Mi rivolgo a voi (persone che seguono Michele e liberi oltre) Ogni consiglio è ben accetto.😅 Grazie
@88HaZZarD88
@88HaZZarD88 Год назад
+1
@mb175d
@mb175d Год назад
Molte università offrono ai lavoratori la possibilità di dare gli esami nel doppio degli anni richiesti prima di andare fuori corso (se sei un lavoratore alla triennale andrai fuori corso dopo 6 anni invece di 3). Quindi ogni semestre potrai concentrarti solo su 2/3 esami e studiando al tardo pomeriggio/sera e weekend e magari prendendo qualche permesso a ridosso degli esami puoi farcela
@Dino-91
@Dino-91 Год назад
​@@mb175d grazie per il consiglio. Ma l'uni che voglio frequentare io offre questa possibilità solo a chi a già esperienza nel settore (5 anni min.). Ti obbligano a fare tutti i corsi come gli altri studenti, se no non puoi iscriverti neanche. Da quello che capisco non ci sono strade alternativa a questa. 😅
@egemoniaculturale
@egemoniaculturale Год назад
lo studio autodidatta lo puoi fare se sei già ben sistemato e non hai intenzione di salire di livello nel tuo lavoro (se sei dipendente) e sfruttare le tue nuove conoscenze. Se non hai un pezzo di carta del tuo studio autodidatta non fregherà niente a nessuno... se hai intenzione di lavorare nel pubblico o la prendi alla Cattolica o alla Telematica il valore legale del titolo di studio è lo stesso, se la tua intenzione è lavorare nel privato ovviamente una laurea presa nelle "top university" è ben vista se hai intenzione di lavorare in posti "top" per il resto va bene... Ma in genere studiare e avere "un pezzo di carta" serve sempre.
@phazon69
@phazon69 Год назад
Probabilmente licenziarti e fare solo l'uni?
@maxim_27
@maxim_27 Год назад
Il Prof ha ragione al 1000 x 1000, vedo oggi i miei nipoti studiare con tanto impegno e risultati, che un po' ripenso a quando, io non ho profuso lo stesso. Ed oggi, me ne dispiace tantissimo. Ho un buon lavoro ma avrei potuto fare altro.
@ilbald4052
@ilbald4052 Год назад
Per chi, come me, non ha mai avuto la fortuna di fare lo studente a tempo pieno, sono un utile strumento per il recupero di qualche lezione persa, ma l'esperienza complessiva in 0resenza è tutta un'altra cosa.
@Risen9
@Risen9 5 месяцев назад
Quante stupidaggini:per insegnare in una telematica si deve vincere un concorso pubblico come per insegnare in una statale
@alessandrocibola1621
@alessandrocibola1621 Год назад
Buongiorno Prof, posso chiederle se c'è una mail alla quale posso scriverle?
@MicheleBoldrin
@MicheleBoldrin Год назад
boldrin@wustl.edu ... non che sia difficile trovarla via google :)
@alessandrocibola1621
@alessandrocibola1621 Год назад
@@MicheleBoldrin grazie...ma ho preferito rivolgermi alla fonte primaria direttamente.
@bobon123
@bobon123 Год назад
Le università telematiche - e in parte le università private in generale - sono problematiche solo per il valore legale del titolo di studio, che però è anche il motivo per cui esistono e sono così diffuse. Se MBoldrin vuole fare un corso online su YT di Economia, non è un problema a prescindere se sia bravo o meno, preparato o meno - il mercato deciderà se valga il prezzo. Se però facendo quel corso e passandolo ho accesso a concorsi pubblici a cui non avrei accesso altrimenti, e le grandi aziende non possono discriminarmi rispetto ad un laureato, allora diventa un problema perché gli incentivi di una azienda privata possono essere di tipo diverso. Una università privata che voglia massimizzare i profitti potrebbe ovviamente voler puntare ad avere una reputazione di università d'eccellenza, come la Bocconi, ma potrebbe anche voler puntare ad avere la reputazione di università facile, come fanno tante telematiche, assumendo prof capre con l'ordine di promuovere tutti. Ovviamente è più facile che questa seconda strada la intraprenda una università telematica, dove comunque un'educazione d'eccellenza è difficile da ottenere per via delle limitazioni dovute alla distanza e i costi sono bassi. Ma mi sembra più contingente che sostanziale, il problema mi sembra avere aziende che sono pagate a studente e offrono un titolo che ha valore legale indipendente dalla difficoltà dell'esame. Che vi sia un incentivo a fare esami facili mi sembra ovvio.
@claudiovinco
@claudiovinco Год назад
Super interessante e utile, ma credo che chi può trarre maggior vantaggio di ciò che viene detto in questo video non sia abbonato e non possa vederlo.
@enricomarsili9233
@enricomarsili9233 Год назад
Dopo 2.5 anni in DaD, non si puo' non essere d'accordo. E i vuoti formativi di chi si e' cuccato questi anni in DaD si vedono ora, nei corsi postgraduate
@sssteven8
@sssteven8 Год назад
Il problema serio è che in italia sono laureifici, però ad un concorso pubblico la mia laurea vale come uno laureato alla telematica. Così facendo la laurea perde di valore, se la si svende. Anche dal punto di vista lavorativo, diminuisce il ruolo di ascensore sociale legato all'istruzione. Chiaramente il danno lo fanno a quelle lauree che hanno uno sbocco nel pubblico oppure dove si può esercitare come liberi professionisti. Nel settore privato è già diverso perchè chi ti giudica, immagino dia valore a dove ti sei laureto. Esistono differenze anche tra le università tradizionali, figuriamoci le telematiche. Anche i personaggi che stanno dietro alle telematiche sono tutto un programma, recentemente si è messo in mostra Bandecchi con la sua Unicusano. Comunque la qualità è bassissima, i professori non fanno ricerca, esami a crocette online, materiali dati agli studenti che sono dei copia incolla raffazzonati e appelli tutti i mesi. In più non c'è limite all'iscrizione, ne test d'ingresso, basta che paghi. Il prezzo è più alto delle tradizionali, lo sconsiglio a chi vuole diventare un professionista in qualunque ambito, però il problema sono i furbi che vogliono massima resa con minimo sforzo.
@fulviocalia1814
@fulviocalia1814 Год назад
Commento tattico da Tessera
@orfeopezzotti
@orfeopezzotti Год назад
Mio commento tattico
@gaggioaxel
@gaggioaxel Год назад
Un mio amico studia psicologia in telematica. Crede che la depressione sia solo un po' di tristezza che per passare basta un pat pat sulla spalla e che la depressione post partum non esiste perché un figlio è la cosa più bella del mondo.
@giaseleminersco294
@giaseleminersco294 Год назад
Un grande danno viene da tutta questa cultura della motivazione da Instagram, dove chiunque puo' fare tutto. Niente di piu' falso, specialmente per le scienze dure (ma anche le altre sia chiaro), per avere una preparazione decente devi passare anni a tempo pieno, non ci sono scappatoie.
@francesco-7127
@francesco-7127 Год назад
Riformulerei la tua frase... chiunque può fare tutto, purchè sia disposto a passare anni a tempo pieno a studiare l'argomento
Далее
Israele&Palestina: gli anni dal 1936 al 1956 (II)
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