Buonasera, Dottore. Ho 46 anni, e il disturbo di personalità borderline mi venne diagnosticato all'età di 19. Ciò che sta alla causa, nel mio caso, del problema, è una serie di abusi subiti da ragazzino (non me la sento di parlarne...). Riassumendo al massimo, solo verso i 25 anni mi sono reso conto di voler stare meglio. Anni di duro lavoro, e l'aiuto di famiglia ed amici, mi hanno portato ad una stabilità intorno all'80%. Ho risolto i problemi che spesso accompagnano il borderline (alimentazione, sostanze...), benché mi sia però, purtroppo, causato alcuni danni fisici (non mortali, per fortuna) che mi resteranno (preferirei non toccare la cosa in questa sede). Ma ci posso convivere. Ho una famiglia stupenda, ed ho veri amici. Non ho una compagna... Le relazioni sentimentali sono sempre stato un problema. Ho avuto moltissime partner, ma la mia storia più lunga è durata 4 anni. Tutte le altre invece sono finite prima di un anno. Quello che vorrei denunciare, è l'ignoranza e i preconcetti di tante, troppe persone, dalle quali venivo (e vengo ancora) discriminato. E' molto importante, è fondamentale, il lavoro di diffusione dell'informazione che Lei e la sua collega state facendo. Grazie!
Ti capisco perfettamente,tu sono vicina,siamo molto simili e spesso mi sento l'ultima degli esseri umani...non è carino sentirsi sempre in difetto davanti ai compagni "di turno" soprattutto perché in gran parte ignoranti sotto ogni aspetto psicologico,mio e loro che spesso si sono evidenziati più patologici di me.... Un abbraccio e un bocca al lupo per tutto❤
@@gabrielesimoneleva7203 io da persona vicinissima a una borderline ti dico con estrema sicurezza SIETE SPECIALI ,non allontanarti dalle persone che senti veramente che ti vogliono aiutare e abbi tanta fiducia in te stesso un abbraccio forte
Io ho tratti borderline, ma prima lo ero. Dopo 3 anni di terapie diverse e la gran voglia di uscire e di normalizzarmi con gli altri , ci sto riuscendo.
All'età di 20 anni mi è stato diagnosticato il disturbo borderline, insieme ad insonnia grave e debilitante, ansia, attacchi di panico, grave instabilità dell'umore, e per 12 anni ho abusato di sostanze pesanti, ne sono venuto fuori, ma tutt'ora sono in terapia farmacologica per il disturbo border...adesso ho 45 anni, ho imparato per grandi linee, a gestire il disturbo, ma sto sempre male...ho fatto anni di psicoterapia e non sono mai guarito, e non credo che si possa mai parlare di guarigione, solo di accettazione del disturbo e convivenza.
@@simonerossi7711 Anche io per un periodo mi sono avvicinato alla fede, suonavo la chitarra in un gruppo di preghiera, ma il , diciamo, benessere è durato poco, le vicissitudini della vita, hanno preso nuovamente ad affliggermi...ci sarebbe da parlarne per ore...
La chiave e' che quando si entra in questi stati di impotenza si attivano i meccanismi autodistruttivi,e nella vita spesso ci sono stati di impotenza purtroppo l impulsivita e i incapacita' a gestirlii porta queste persone a cercare vie di fuga come sesso promisquo o uso di sostanza ecc
Appunto che vorrei fare da persona che ha questa patologia. Per forza i border non sono tutti uguali. Non siamo malattie, siamo persone che hanno una malattia. Anche dire "ho incontrato spesso questa malattia". No. Non avete incontrato spesso la malattia, avete incontrato spesso persone con questa malattia. Le parole sono importanti, soprattutto in un contesto come questo. "Cambiare i propri schemi e i propri modi di essere" Cosa? Immaginate di stare dall'altro lato e sentire una cosa del genere, vi darebbe fiducia? Vi farebbe star bene sentire una cosa del genere? Io penso proprio di no. Quando sono arrivata in terapia ho espressamente chiesto al mio terapeuta di cambiarmi, di insegnarmi come stare al mondo, e sono arrivata a una tale richiesta dopo un percorso fatto di dolore, di odio per me stessa, dopo aver rinnegato me stessa e essermi stampata in fronte la scritta "Errore". Lui mi ha detto No. Non c'è nulla che non vada in te, capiamo insieme perché pensi di dover essere cambiata. Da lì siamo partiti, mi ha aiutata e mi aiuta a costruire un dialogo con le parti di me ferite, mi aiuta ad ascoltarmi, a consolarmi e a perdonarmi, e se sbaglio non mi dice mai che sbaglio. Tratta ogni situazione senza giudizio, il giudizio rimane sempre fuori dalla terapia, siamo guidati da ciò che è orientato al rispetto di me stessa. Cambiare i propri modi di essere ha implicito un giudizio, i propri modi di essere sono sbagliati e vanno cambiati. Secondo me questa non è una bella cosa e non è il messaggio che dovrebbe passare nel trattamento di questa patologia. Non discuto sulle varie tipologie di trattamento, non sono una psicologa ne niente del genere, sono solo una persona che ha una patologia, ma ci tenevo a sottolineare il fatto che chi soffre di questa patologia si sente sbagliato, così sbagliato da non poter essere amato ne di essere meritevole di alcun che. Si sente sbagliato per conto suo senza che i terapeuti ci mettano il carico, per questo vorrei invitarvi a farci più attenzione.
Siamo persone non "border" e soffriamo tantissimo quando vediamo gli altri farsi una famiglia, fare carriera e noi avere queste stupide emozioni in mezzo alle scatole e fare finta di essere come tutti gli altri
È brutto... Ho pensato al suicidio in adolescenza, prendevo pillole a caso di nascosto e oggi purtroppo ne pago le conseguenze. Ho avuto un adolescenza orribile, iniziato tutto dalla scuola con i compagni di classe che ti prendevano in giro e non solo anche i professori ti buttavano giù, cosi ho cambiato scuola, ho trovato amici ma erano per lo piu amici tossici e me ne sono liberata una volta diplomata. Sono stata molestata tante volte ma non ho mai avuto il coraggio di dirlo ai miei genitori. Oggi ho 25 anni mi sento meglio ma non ho fatto nessuna terapia, sono fidanzata con un bellissimo ragazzo e purtroppo a volte lo ferisco per questi attacchi, sono aggressiva quando mi parte l'embolo e quando succede mi chiudo per giorni a casa e sto male perche non voglio ritornare come prima, soffro di insonnia, piango per i sensi di colpa, riappare periodicamente la depressione. È stata protagonista anche la musica nella mia adolescenza, la musica perche ascoltavo in modo alternato musica triste e subito dopo musica allegra, influenzando molto il mio cambiamento di umore. Dormivo il giorno e la notte stavo sveglia, ogni giorno facevo cose ripetitive come controllare i social maniacalmente, ordinare e magari dopo un minuto vestiti sparsi in giro, lavarsi o ballare facendo gli stessi identici passi o toccando cose o mobili allo stesso punto. Cari genitori controllate i vostri figli e parlate di piu con loro, strappategli dalle mani il telefonino e dategli un po più di liberta di vivere
Sono piu che altro ragazze ad avere questo problema, ce ne ho una anche di fronte casa oltre che nell'ambito del lavoro. Sono incredibili ci vai al manicomio, Hanno diverse personalità ma tutte collegate tra di loro forse per distribuire la sofferenza e inoltre cambiano il tono delle voce e hanno ricordi vaghi. Credo pero semplicemente che il loro cuore sia ferito a causa dell'ambiente invalidante
@@LiviaJapan ce la facciamo si!!! Soprattutto se trovi persone che come noi condividono le proprie esperienze per prendere spunto dai loro lati di forza... L'importante è visualizzare un obbiettivo... E ho notato che abbiamo in molti una cosa in comune... Ma qui non mi sento a mio agio a rivelare determinate cose...
E sbirciando nel tuo canale.... Ho percepito la stessa problematica che ha portato anche me in questo filo di rasoio... Quando vuoi ci sono e ci siamo🤩
La persona non è la malattia. Credo che sia deformazione professionale chiamare il paziente col nome della sua malattia. Ma capitemi che non è incoraggiante. Abbiamo un nome e un cognome, ma anche " paziente" semplicemente andrebbe bene. Sinceramente io ho una madre con questo disturbo e io la chiamo " mamma" no " border". Fastidiosissimo.
ma tanto la gente non capirà mai come un borderline si sente... alcuni psichiatri manco danno il tempo di parlare il più delle volte e magari arrivano a conclusioni affrettate. Io non so più cosa pensare... chiunque, anche gli psicopatici, si sentono in dovere di sminuire un borderline, che poi dagli psicopatici fa ancora più ridere... dato che in primis stanno loro male. Io ormai mi sto abituando al mio dolore e alla mia solitudine... si sono un Border e non posso farci niente
Sono borderline e sto facendo un percorso. Tutta questa paura non la ritrovo. Siamo persone prima che pazienti e appunto siamo stati vittime di genitori carnefici. Xchè dopo aver già subito ci ritroviamo ad essere rifiutati dal resto della società?
Bella domanda, grazie! Non è semplice… spesso succede che con il tempo la persona accetta che ha bisogno di aiuto. Stare vicino ed essere di supporto fa la differenza 😌
Ho ascoltato diverse spiegazioni su questo disturbo date che ho un famigliare che ne è affetto, ma continuo a sentire spiegazioni molto diverse tra loro... Per esempio qui si dice che un soggetto borderline si rende conto che i suoi scatti di ira sono un suo problema, mentre ho sentito molte altre spiegazioni in cui si dice che non è consapevole di questo suo problema e riversa quindi le colpe sul mondo esterno e sugli altri. Sono un po' confuso
direi che quello è più il narcisismo. Il borderline ha attacchi di rabbia o paranoie , ad esempio, nella coppia, per la paura dell'abbandono , ma si rende conto dopo e si sente ancora più male perché ha sensi di colpa che lo mangiano. L'unico modo per conviverci o sorpassare i possibili momenti in cui riappare in modo forte è riuscire a sentire i campanelli d'allarme, per pugno differenti, prima che ci siano delle crisi e riuscire a marginarle e imparare il più possibile a parlarne , anche con le persone accanto a noi, a come ci si sente nel momento. Purtroppo questo disturbo può alleviarsi in certi periodi , ma ritornare e avere nuovi picchi in momenti fragili della vita o instabili (per la sua visione) . La cosa più difficile è imparare a gestire l'emotività , e i meccanismi mentali che vanno poi a riversarsi sulle relazioni (amore o amicizia che sia ) .
Tutto interessate. Ma. La terapeuta dovrebbe cercare di perdere il suo accento del sud. Cioè per essere meglio ascoltata dovrebbe pronunciare le parole in modo piano e in Italiano neutro. L accento del Sud rende alcune parole pronunciate in modo non chiaro. Scivolano via in mezzo al discorso sono stiracchiate ,. Chi si propone di parlate a un vasto pubblico dovrebbe perfezionare la sua dizione togliendo gli influssi dialettali.
incapacità di comunicazione diretta e motivata al portare alla comprensione, mancanza di empatia, prosa pesante e burocratica, parla come uscita da un libro, parlare cantilenante e poco chiaro, appare per nulla interessata a quel che dice,. pesantissimo accento. ma si è mai ascoltata parlare? e a queste persone dovremmo affidarci? ma davvero? impressionante.