Maurizio Pollini è considerato fra i più grandi pianisti italiani del dopoguerra e nel suo recente concerto al Royal Festival Hall di Londra ha dato una lezione a tutti.
81 anni, forse già malato e nessuno lo sapeva per giunta. Probabilmente non si reggeva neanche più in piedi. E' andato anche lui e con la musica sotto il braccio. Grande maestro Pollini, musicalmente ed umanamente lei ha riempito i cuori di emozioni. Sicuramente adesso starà suonando insieme ad Abbado da un'altra parte.... :-)
Vi posso dire (ho le mie fonti) che Pollini non se la passa tanto bene. Era ormai un uomo stanco. Fumava come una ciminiera 2/3 pacchetti al giorno. E prima dei concerti, mi è stato detto... beveva un intero termos di caffe !
Salve Alex, il suo entusiasmo e' genuino e contagioso, ma devo dirle che non sono per niente d'accordo con quanto ha affermato nel video, e desidero scrivere un commento proprio per esprimere una opinione diametralmente opposta alla sua, e che si applica anche ad altri artisti. Prima mi permetta di dirle che a mio avviso il piu' grande pianista italiano del dopoguerra e' per distacco Arturo Benedetti Michelangeli (solo una mia opinione personale). Ora vengo al punto: questi ultimi anni della carriera pianistica di Pollini sono una autentica agonia. Pollini martella sul pianoforte in modo ormai incomprensibile, fa molti errori, la tecnica da sontuosa e' diventata molto approssimativa, l'interpretazione soggetta a momenti che potremmo definire in modo benevolo estemporanei, la scansione ritmica troppo fluttuante. L'attuale Pollini non passerebbe le eliminatorie di un qualunque concorso pianistico italiano prestigioso, tipo il Casagrande, senza stare a scomodare il Busoni. A differenza di Ashkenazy non si e' ritirato dalle scene, a differenza di Richter vuole ancora suonare a memoria, a differenza di Rubinstein ha perso lucidita', ma il dato di fondo e' che l'attuale Pollini - mi spiace scriverlo, ma lo penso - e' la caricatura di se stesso. Per questo motivo io non vedo niente di eroico nella sua ostinazione a voler fare concerti e non comprendo perche' non si ritiri: Pollini fu un pioniere nel proporre musica contemporanea, che all'epoca non suonava nessuno ma oggi Pollini non e' pioniere di nulla: raccoglie gli applausi di un pubblico che alimenta un equivoco: tributa l'ovazione non a quanto ascolta ma alla splendida carriera dell'artista. Intendo questo: che suoni, o non suoni, diventa quasi un dettaglio marginale, l'evento e' la presenza di Pollini, non la musica che produce. Il che, con questi grandissimi artisti, ci sta, ma - e qui arrivo alla critica al suo video, e al motivo del mio commento - perche' si deve per forza scrivere che quello che fa e' eccezionale artisticamente e/o umanamente? Non lo e', non e' un gesto coraggioso, non e' una bella storia, e' solo una declinazione di quel fenomeno che noi chiamiamo "divismo" (e al riguardo e' molto interessante quello che dice Ashkenazy in qualche intervista). Io ho ascoltato in questi anni (dal vivo) esecuzioni eccezionali se non sbalorditive dai vari Alessandro Taverna, Beatrice Rana, Andrea Bacchetti, Olaf Laneri (e potrei proseguire per non far torto a tutti coloro che non nomino: il pianismo italiano non e' affatto messo male!), ma - se mi fido delle mie orecchie e dei confronti che posso fare - non da Pollini, e mi infastidisce leggere commenti molto superficiali (non mi sto riferendo a questo video) che parlano di performance miracolose di Pollini. Comprende l'equivoco? Naturalmente puo' essere che io non capisca nulla di musica. My two cents. Un cordiale saluto.
Pollini e' stato un grandissimo. Negli ultimi anni purtroppo non era piu quello di una volta. Le sue performance a cui ho assistito erano un misto di errori ,vuoti di memoria e lampi di grandissima arte. Credo che ne fosse ben consapevole ma non volesse interrompere quella gioia del contatto col pubblico che sembrava desse significato ai suoi ultimi anni..E' stato titanico nel non volersi piegare alla durezza e ai limiti che la vecchiaia impone rimanendone purtroppo sconfitto. In questa lotta a non volersi piegare al destino ci vedo l' anima di un grande uomo..E credo non fosse un caso che spesso proponesse Beethoven nei programmi degli ultimi anni..
A parte il fatto che dopo le tue parole sto piangendo come un imbecille, a noi musicisti ci inculcano di andare avanti, qualsiasi cosa succeda. Quello che ci importa veramente è far felice la gente con la nostra performance: è quello per cui suoniamo e per cui siamo stati creati. Capisco perfettamente Pollini che ha fatto di tutto per finire il concerto: per lui sarebbe stata un dispiacere, un'onta tremenda non poter dare alle persone quello che si aspettavano da lui . Vedere le persone che hanno cambiato completamente espressione quando hai finito di suonare non ha prezzo e quell'applauso che ti tributano è come un grande abbraccio che ti dice quanto le hai fatte star bene. Grande Pollini!
Anche altri grandi sono inciampati in passato, ma come lui si sono rialzati, passando alla storia. Pensate a quello che è successo ad Horowitz con il concerto in Giappone ad esempio.
Maurizio Pollin, uno straordinario artista. Come uomo un gigante, un uomo da prendere da esempio. Grazie del video, non conoscevo la storia. Ora che il Maestro se n'è andato, questo episodio me lo ha reso ancora più vicino al cuore.
Ascoltandoti ho pianto come se fossi in prima fila al concerto. Grazie di questo video. É bellissimo! Qualcosa di più di una riflessione...un viaggio, presi per mano.
Bella e commovente riflessione e bel gesto di solidarietà verso un uomo che nel suo declino senile e in quell'episodio si sarà visto crollare il mondo addosso, e che aveva appunto bisogno dell'abbraccio caloroso di un pubblico sensibile e quindi di parole come le tue. La grandezza di Pollini è indiscutibile, in questa occasione di uomo fragile ma capace di reagire con grande dignità e nella sua lunga e prestigiosa carriera, in cui ci ha donato un pianismo nuovo, arricchito - anche nell'interpretazione di Beethoven e Chopin - della luce dei contemporanei. Uomo squisito, sobrio, di un'eleganza tutta interiore, misurata, tipica di quella borghesia colta e progressista milanese, di tradizione razionale e illuminista, che nel '900 ha continuato a dare il meglio di sé nell'impegno civile e democratico, e nell'interesse verso le avanguardie. Ci mancherà molto Pollini! Certo, non è stato l'unico grande, non dimentichiamoci il grandissimo ABM e tanti altri; ma, Pollini era un artista a 360*...