Ho visto diversi concerti" nei teatro con la tua sedia e il fiasco del vino,eri un poeta rivoluzionario per que tempi e spesso ascolto ancora la tua musica,il mio nome è Ulisse,e in questo pezzo racconti in musica l'odissea di un mitologico personaggio,che ha navigato nell'inferno di Dante❤
A letto, di sera, ascolto una playlist di Guccini e sogno. Cirano, Don chisciotte, Odysseus mi riscaldano il cuore. E mi addormento. Non mi interessa se alcuni testi sembrano "out-of-date" , le emozioni non seguono mode. Grazie Francesco
1973 io 19 anni oltre 20 km in bicicletta per andare a vederlo.Da allora tante altre volte fino al 2010 .Grazie Francesco per essere ancora la colonna sonora (e non solo) della mia vita.
L'odissea insieme all'Iliade sono i libri più belli mai scritti.. e Guccini gli rende onore in maniera meravigliosa. Bellissima canzone, sembra di entrare nella mente e nel cuore di Odisseo..(quindi di tutti gli uomini) Grazie per questa bellissima canzone.
Beh, ho avuto la fortuna di far parte della sicurezza durante suoi concerti, cazzo essere in prima fila ed essere pagato, incredibile! Guccini, un mito ineguagliabile uomo.
La mia vita sarebbe stata indubbiamente molto piu' povera senza la sua musica e le parole che ha saputo scegliere e affiancare al pari di un poeta.. non mi stanchero' mai di ritrovare nelle sue canzoni significati nuovi!Grazie Francesco!
Una rilettura originale e maestosa dell'immortale capolavoro di Omero. Toccante il ritratto dell'eroe, fragile nella sua umanità, potente nella sua ansia di conoscenza ed esperienza. Grandioso!
" E i remi mutai in ali al folle volo, oltre l'umano. " Una poesia di tale magnificenza deve essere per forza studiata sui libri di letteratura e poesia. Meglio, incisa sul marmo, così non venga dispersa nel tempo. Noi tutti siamo Odysseus, ognuno di noi sogna di esserlo. Questa notte voglio addormentarmi ascoltando questa poesia, questa notte desidero immensamente sognare Odysseus. Forse un giorno raggiungerò la mia Itaca.
ma si studia già: "e volta nostra poppa nel mattino, de’ remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino"; non ricordi la quartina?
Amici.. Dovrebbero introdurre questa poesia nelle antologie.. Almeno nelle scuole primarie... Trai vari Ungaretti d'Annunzio ecc... Grande Francesco.. Non mi stancherò mai di ringraziarti per le emozioni che riesci a darmi ogni giorno... Arte pura.
Quando facevo le elementari c'era Guccini nel libro di letture con "Il vecchio e il bambino" , tant'è che ero convinta fosse un poeta (non che non lo consideri tale, intendo dire che non sapevo che cantasse)...anni dopo e precisamente in prima superiore, per caso sentii per radio quella stessa poesia imparata a memoria anni prima.. mi informai, capii tutto, tra l'altro era anche appena uscito "Quello che non" e da allora non l'ho mai più lasciato. Mi appartiene!
TESTO Bisogna che lo affermi fortemente Che, certo, non appartenevo al mare Anche se Dei d'Olimpo e umana gente Mi sospinse un giorno a navigare E se guardavo l'isola petrosa Ulivi e armenti sopra ogni collina C'era il mio cuore al sommo d'ogni cosa C'era l'anima mia che è contadina Un'isola d'aratro e di frumento Senza le vele, senza pescatori Il sudore e la terra erano argento Il vino e l'olio erano i miei ori Ma se tu guardi un monte che è di faccia Senti che ti sospinge un altro monte Un'isola col mare che l'abbraccia Ti chiama un'altra isola di fronte E diedi un volto a quelle mie chimere Le navi costruii di forma ardita Concavi navi dalle vele nere E nel mare cambiò quella mia vita E il mare trascurato mi travolse Seppi che il mio futuro era sul mare Con un dubbio però che non si sciolse Senza futuro era il mio navigare Ma nel futuro trame di passato Si uniscono a brandelli di presente Ti esalta l'acqua e al gusto del salato Brucia la mente E ad ogni viaggio reinventarsi un mito A ogni incontro ridisegnare il mondo E perdersi nel gusto del proibito Sempre più in fondo E andare in giorni bianchi come arsura Soffio di vento e forza delle braccia Mano al timone e sguardo nella pura Schiuma che lascia effimera una traccia Andare nella notte che ti avvolge Scrutando delle stelle il tremolare In alto l'Orsa e un segno che ti volge Diritta verso il nord della Polare E andare come spinto dal destino Verso una guerra, verso l'avventura E tornare contro ogni vaticino Contro gli Dei e contro la paura E andar verso isole incantate Verso altri amori, verso forze arcane Compagni persi e navi naufragate Per mesi, anni, o soltanto settimane La memoria confonde e dà l'oblio Chi era Nausicaa, e dove le sirene Circe e Calypso perse nel brusio Di voci che non so legare assieme Mi sfuggono il timone, vela, remo La frattura fra inizio ed il finire L'urlo dell'accecato Polifemo Ed il mio navigare per fuggire E fuggendo si muore e la mia morte Sento vicina quando tutto tace Sul mare, e maledico la mia sorte Non trovo pace Forse perché sono rimasto solo Ma allora non tremava la mia mano E i remi mutai in ali al folle volo Oltre l'umano La vita del mare segna false rotte Ingannevole in mare ogni tracciato Solo leggende perse nella notte Perenne di chi un giorno mi ha cantato Donandomi però un'eterna vita Racchiusa in versi, in ritmi, in una rima Dandomi ancora la gioia infinita Di entrare in porti sconosciuti prima
"...e andare nella notte che ti avvolge, scrutando delle Stelle il tremolare, in alto l'Orsa è un segno che ti volge diritta verso il Nord della Polare..." Beh...questa è magia... Sembra di essere su quel Vascello con Ulisse...
Ho conosciuto questo mito in un periodo cruciale della mia vita, in un periodo di (tras) formazione. In un periodo nel quale da bambina stavo diventando ragazza, coi mille perchè, i dubbi la rabbia e la paura e beh, le sue canzoni, le sue storie, la sua poesia sono state le risposte che cercavo e la luce che ha obliato l'oscurità in cui sarei potuta cadere. Non ho paura a dire che quest'uomo ha forgiato il mio carattere e le mie idee, non c'è virgola di tutto ciò che scrive e pensa che io non condivida quindi Grazie Francesco, avessi io il talento che hai tu ti avrei già dedicato mille album. Ho avuto il piacere di sentirti dal vivo a Trento e ancora mi emoziono ricordando quella sera. Torna a cantare, torna a girare le città, avremmo sempre bisogno di te!!!!
Anche io mi sono formato anche grazie alle sue canzoni. Lo ascoltavo ossessivamente da ragazzo. L'ho visto dal vivo a Trento, mi pare nel 2006 (era lo stesso concerto?). Ne conservo un ricordo pieno di emozione.
La grandezza di Omero è nell'aver raccontato dell'uomo e delle sua capacità e delle sue miserie attraverso il mito di Ulisse. La grandezza di Francesco è nel riproporre quest'uomo avventuriero, astuto, generoso con la sua poetica, con il suo filtro che è fatto di tanta umanità, di tanto vissuto. mentre canta di Ulisse cante di se stesso, canta del suo tempo che passa, del suo viaggio nel mare dlela vita. Con Guccini ci imbarchiamo anche noi per seguire virtute e canoscenza....
Grande Francesco, la tua intensità nei testi e nell'interpretazione rende ogni tua canzone un capolavoro che mi ha fatto compagnia per tanti anni.. E ricordo ancora il giorno che ti scoprii a casa di mio cugino piu grande che mise una cassetta di quelle grandi (formato 8?) e ad un tratto inizio una canzone che mi prendeva per mano e mi diceva che quel tumulto che sentivo dentro non era altro che la mia rabbia giovanile e che poteva trovare una ragione negli ideali di giustizia e libertà. Di anarchia perfino. Avevo forse 14-15 anni, era l'87 o l'88. Si conciliava finalmente dentro di me l'istanza di ribellione e il senso di giustizia. Cominciò un amore infinito verso di te, verso la tua voce, bassa, da montanaro, abile e ammaliatrice. Quella canzone era La Locomotiva. Trionfi la giustizia proletaria
Grande Francesco, Sono disteso sul letto in questa Domenica con questo caldo torrido. Le tue canzoni riescono come sempre a farmi vivere emozioni e momenti di posti freschi e bellissimi nonostante sia in questa città di smog e caldo torrido. Grande e grazie.
Per amore dell'eroe multiforme, avrei tanto voluto che tali parole fossero uscite dalla mia di penna. Grazie Maestro! Non tutte le muse son donne, a quanto pare.
Basterebbe ascoltare le sue canzoni e cancellare in un attiimo pagine e pagine di insulsi libri scolastici, in lui c'è tutto, storia, poesia, letteratura di cos' altro dovrebbe nutrirsi l'animo umano? Grazie immenso maestro. Tu e poi tutti gli altri...❤
Questa canzone è dei primi anni Duemila... Non c'è nessun altro cantante al mondo che dopo 40 anni continua a scrivere canzoni che rimangono fra le sue più belle di sempre. Credo solo lui
Numero uno. Caro Francesco tu non hai “colleghi cantautori” solo Fabrizio fu poeta al tuo pari livello. Il resto sono “solo” cantautori, con tutto il rispetto.
Hai ragione, è proprio così! Sai che mi capitava la stessa cosa quando da ragazza ascoltavo Bisanzio? mi sambrava di essere davvero sulla riva del Bosforo, davanti al mare. Ne sentivo la potenza maestosa, quasi il vento nei capelli. E ascoltando Asia sentivo la potenza di Venezia, la grandezza della sua storia, mi pareva di essere su una nave, con la bandiera col Leone di San Marco gonfiata dal vento.... Non mi è mai successo con nessuna altra canzone, solo con quelle di Guccini.
solo Guccini poteva celebrare in canto il protagonista di un poema epico greco, nonché altissimo personaggio della 'comedia' dantesca. e lo fa mescolando mirabilmente musica, letteratura, poesia ed emozione.
Il fluire di parole ascendenti verso la bellezza, discendenti verso la malinconia, come le passioni dell'anima capaci di grandi vette per poi sprofondare nell'abisso. A tutti dovrebbe essere concesso a partire dai più piccoli di specchiarsi in queste parole. Guccini Vecchioni e De André il sublime fluire della nostra lingua...
@@leccellentedanilo9090 no, sono proprio 11, perché la lettura metrica non corrisponde a quella grammaticale... Se una parola finisce per vocale e la successiva inizia per vocale, queste si fondono formando un'unica sillaba!
Immenso. Semplicemente immenso. Mettetelo tra i grandi poeti dei nostri tempi, accanto ad Alda Merini. (E lui, in più, ti trascina anche con la musica, oltre che con le parole altissime)
Se volesse venire a casa mia, il vino non manca, la chitarra neppure. Ho anche scorte di sigarette. Lo ascolterei in silenzio. E poi, lo porterei a scuola dai miei figli a far lezione.
Bisogna che lo affermi fortemente che, certo, non appartenevo al mare anche se Dei d'Olimpo e umana gente mi sospinsero un giorno a navigare e se guardavo l'isola petrosa ulivi e armenti sopra a ogni collina c'era il mio cuore al sommo d'ogni cosa c'era l'anima mia che è contadina; un'isola d'aratro e di frumento senza le vele, senza pescatori, il sudore e la terra erano argento il vino e l'olio erano i miei ori. Ma se tu guardi un monte che hai di faccia senti che ti sospinge a un altro monte, un'isola col mare che l'abbraccia ti chiama a un'altra isola di fronte e diedi un volto a quelle mie chimere le navi costruii di forma ardita, concave navi dalle vele nere e nel mare cambiò quella mia vita e il mare trascurato mi travolse: seppi che il mio futuro era nel mare con un dubbio però che non si sciolse senza futuro era il mio navigare Ma nel futuro trame di passato si uniscono a brandelli di presente, ti esalta l'acqua e il gusto del salato brucia la mente e ad ogni viaggio reinventarsi un mito a ogni incontro ridisegnare il mondo e perdersi nel gusto del proibito sempre più in fondo E andare in giorni bianchi come arsura, soffio di vento e forza delle braccia, mano al timone e sguardo nella pura schiuma che lascia effimera una traccia; andare nella notte che ti avvolge scrutando delle stelle il tremolare in alto l'Orsa è un segno che ti volge diritta verso il Nord della Polare. E andare come spinto dal destino verso una guerra, verso l'avventura e tornare contro ogni vaticino contro gli Dei e contro la paura. E andare verso isole incantate, verso altri amori, verso forze arcane, compagni persi e navi naufragati; per mesi, anni, o soltanto settimane? La memoria confonde e dà l'oblio, chi era Nausicaa, e dove le sirene? Circe e Calypso perse nel brusio di voci che non so legare assieme. Mi sfuggono il timone, vela, remo, la frattura fra inizio ed il finire, l'urlo dell'accecato Polifemo ed il mio navigare per fuggire. E fuggendo si muore e la mia morte sento vicina quando tutto tace sul mare, e maledico la mia sorte non trovo pace. forse perché sono rimasto solo ma allora non tremava la mia mano e i remi mutai in ali al folle volo oltre l'umano. La vita del mare segna false rotte, ingannevole in mare ogni tracciato, solo leggende perse nella notte perenne di chi un giorno mi ha cantato donandomi però un'eterna vita racchiusa in versi, in ritmi, in una rima, dandomi ancora la gioia infinita di entrare in porti sconosciuti prima.
Sono passato dalle parti di Pavana quest'anno. Mi sono affacciato a casa sua, timidamente. Era lunedì in albis, ad ora di pranzo il Maestrone era fuori. Ritorno nel pomeriggio ma era troppo presto, il Maestrone stava per andare a riposare. Un vocio nel cortile sotto la sua finestra, altra gente in cerca di un contatto con lui, anche solo uno scambio di sguardi... un'ombra enorme indugia dietro la tendina ma poi rinuncia e si defila. Qualcuno d'istinto lo chiama a gran voce. Si affaccia la moglie: "Francesco è stanco... sta andando a riposare, non dimenticate che ha un'età...". Vorrei proferir parola ma mi blocco, come capita sempre in queste occasioni, chiedo scusa, sorrido, me ne vado. Non so se tornerò mai, "il tempo stringe la borsa"... Avrei voluto dire -a lei- : "Di' a Francesco... grazie di tutto... Grazie per Odysseus...". Non l'ho fatto, lo scrivo qui.
"'Amo...questa.. musicAAA!!!!, È qualcosa...de meraviglioso, si può sentire ...il batido del tuo..cuore!,.là voglio de fede è verità. Ti saluto...con un sorriso...pieno di gioia. 💘"."👏🏼👏🏼👏🏼👏🏼👏🏼🧠).
Le parole della canzone aumentano di pathos con l’espressività dello sguardo di Guccini, ciò è qualcosa, a parer mio, unico ed sempre più travolgente. I versi sembrano catapultarti lì affianco Odisseo
Ogni nostra vita è l'Odissea di Odisseo, la raccolta di vittorie e sconfitte ci appartengono per natura. Omero grande visionario, Francesco la sua esaltazione grazie Francesco
ora che sono 52enne ricordo con nostalgia il lavoro che feci da alunno di 3 elementare sull'odissea, e quando da più grandicello battezzai il mio primo server Ulisse
...c'era l'anima mia che è contadina...un'isola d'aratro e di frumento ...sto perdendo mio padre, contadino per vocazione operaio per necessità...questo testo come un piccolo scalpello incide il mio cuore di mille piccoli rivi ...e fuggendo si muore ...forse perchè son rimasto solo...cantastorie dall'omerica forza , tu, Guccini hai accompagnato la mia infanzia e quella di milioni di miei amici in te