“A dritta. Altrimenti andiamo sugli scogli”.
Sono le 21 e 43 del 13 gennaio 2012 quando il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, 60 anni, sul ponte di comando, si rivolge al timoniere Jacob Rusli Bin, scherzando, per correggere un ordine che non era stato compreso, mentre la nave sta andando alla velocità di 16 nodi verso la costa dell’Isola del Giglio, dopo che lo stesso comandante aveva modificato la rotta pianificata alla partenza da Civitavecchia, per fare l’inchino all’isola.
È una battuta, in quel momento. Ma due minuti dopo, esattamente alle 21:45’:07”, il transatlantico da crociera con 4229 persone a bordo tra passeggeri e membri dell’equipaggio, impatta con un piccolo scoglio del gruppo Le Scole. La collisione taglia letteralmente il lato sinistro della nave, provocando uno squarcio di oltre cinquanta metri e causando quasi subito un blackout, per poi mettere fuori uso in pochi minuti i compartimenti della nave dove si trovavano i motori.
La collisione nel buio fa piombare quel gigante e tutte le sue persone a bordo nelle braccia della signorìa della morte.
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4 окт 2024