Ingegnere all'estero reagisce al video di Marcello Ascani (Quanto si GUADAGNA a Milano? 🤑) 

Concordo pienamente. Sicuramente non dico che un laureato debba rifiutare quei 1300 al mese (le bollette si devono pagare in qualche modo), però non ha senso dire di essere soddisfatti... cioè raga dopo tutti i sacrifici fatti all'università, i pianti e le rinunce... anche no.

Grazie mille per questo video

Vivo in Italia, a Firenze… grazie di aver pubblicato questo video!

Hai detto tutto ciò che si poteva dire dalla prospettiva dei diretti interessati, senza omettere nulla. Altra dinamica preoccupante la questione generazionale, ossia il fatto che ci si adagi sul supporto economico dei genitori, a mio parere miope.

Dal video emergono cose che già si sapevano, ma che tuttavia gli italioti fissati con Milano ancora ignorano. Per anni hanno ripetuto che a Milano c’è lavoro, si fa carriera e si guadagna bene. Adesso il castello di carta si sta sgretolando. Qualche mese fa una recruiter mi ha contattato da Milano per segnalarmi un’offerta di lavoro come business developer per una paga da fame. Le ho detto che sto bene a Parigi con il mio contratto 100% remoto e inquadramento come quadro 😅

Ho 48 anni, vengo della provincia di Bergamo e sono diplomato in Ragioneria con una laurea in Scienze Politiche (vecchio ordinamento, indirizzo internazionale-privatistico) conseguita c/o l'Università degli Studi di Milano Ho sempre lavorato durante il mio periodo universitario, anche perché provenendo da una famiglia monoreddito, di soldi in casa non ne giravano molti. Sicuramente ero anche desideroso di trovare la mia strada professionale. Purtroppo, la mia incostanza mentale, ovvero il non avere mai avuto le idee chiare in merito a ciò che avrei desiderato fare nella e della mia vita, mi ha sicuramente penalizzato a livello di carriera. Mi spiego meglio: avendo cambiato parecchi lavori durante i miei primi 7 anni da contribuente e, soprattutto, settori lavorativi (assunto sempre da "semplice" impiegato), se da una parte ciò arricchiva il mio CV, che risultava evidentemente multidisciplinare consentendomi di non rimanere mai disoccupato (aiutato anche da una discreta conoscenza delle lingue straniere come l'inglese e il francese), dall'altro non mi permetteva di specializzarmi in una professione o anche soltanto in un ambito nello specifico. Passavo, infatti, da quello delle Telecomunicazioni al settore delle Assicurazioni; da quest'ultimo a quello del leasing/credito, fino ad abbracciare il mondo delle spedizioni internazionali, da me considerato il più interessante (più adrenalinico). Ho sempre lavorato a Milano e nell'Interland milanese. Tuttavia, vivevo ancora con i miei genitori e, di conseguenza, il costo della vita della città in realtà mi ha sempre toccato relativamente. Oggi lavoro in un'azienda di automazione nella bergamasca occupandomi di spedizioni internazionali ed export in generale. Ho un RAL che rientra nella fascia 40K/50K, che sembrerebbe essere abbastanza alto rispetto alla media italiana. FYI: non sono né quadro e nemmeno responsabile di un Ufficio. Sicuramente la mia mansione richiede diverse skills e una serie di responsabilità spesso particolarmente delicate, ma rimane il fatto che sono un semplice "impiegato". Scusate tutto il "pippone", ma che è funzionale ad esporre alcune mie considerazioni: in provincia (quantomeno qui al Nord) nelle piccole/medie imprese si possono ottenere stipendi più alti. Lavorare invece nei colossi internazionali comporta il fatto di venire considerati un numero sostituibile in qualsiasi momento (nonostante le multinazionali straniere siano solite illudere i propri dipendenti facendo creder loro che il "people" è il valore più importante per l'azienda). Purtroppo nelle multinazionali gli stipendi sono spesso standardizzati, contrariamente a quanto avviene nelle imprese nelle quali esiste un rapporto diretto con la proprietà. In questi casi la meritocrazia è più probabile che venga premiata. Comunque, col senno di poi, a 19 anni farei altre scelte: una di queste sarebbe quella di andare a lavorare all'estero (non che io non ci abbia provato, seppur da troppo "vecchio", ma sicuramente avrei insistito di più). Purtroppo le vicissitudini personali, familiari, ecc... a volte rappresentano un ostacolo troppo difficile da superare. Magari non per tutti, ma per molti sì. Sono comunque curioso di conoscere se il mio stipendio sia effettivamente in linea con il mercato del lavoro, considerata anche l'esperienza/età.

ciao Andrea, anche io sono stato colpito dal video. Mi rendo conto di quanto possa essere difficile anche solo considerare investire (non rischiare) in uno spostamento all'estero. Non ricercare i dati e ingigantire le difficoltà non fanno che aumentare l'inerzia. Spero sempre più professionisti, non solo i neolaureati, possano prendere più il controllo della loro carriera. A presto!

sono d'accordo

La tematica sugli orari lavorativi andrebbe assolutamente affrontata in Italia e bisognerebbe cercare di cambiare questa mentalità basata sul fatto di stare in ufficio tanto per starci e tanto per mostrare che si ha lavorato molto. Nei paesi nordici per l'appunto stare tanto in ufficio e oltrepassare gli orari è segno che non sei stato capace di svolgere in tempo le mansioni assegnate; dovremmo girarci verso una società più orientata verso il risultato finale

L'argomento di cui hai parlato mi preoccupa moltissimo. Onestamente, se non con un colpo di fortuna, vedo difficile il mio futuro in questo paese. Almeno per i primi anni dopo l'università (che ora come ora spero di finire entro il 2027/28).

Una curiosità, sto per finire la magistrale in ingegneria biomedica, dando per scontato un buon livello d'inglese, secondo la tua esperienza, quanto è facile farsi assumere nei paesi che citi nel video con un buono stipendio? O magari si incontrano molte difficoltà perché le aziende preferiscono assumere persone di altre nazioni (esempio perché in Italia i neolaureati a livello pratico ne sanno pochissimo)?

Ciao Andrea, video e riflessioni molto interessanti. Ho finito il liceo quest'anno ed ho un po' di dubbi sul mio futuro, ma essendo danese per metà con questo video mi hai convinto definitivamente a trasferirmi là ed iniziare questo nuovo capitolo nella mia vita. Ci vediamo a Copenaghen ;) , continua così!

Uno dei punti nodali che hai toccato Andrea non è solo lo stipendio ma anche gli orari di lavoro in tante realtà disumani. Posso parlare dell’ambito legale perché è il mio campo: parlo spesso con tanti colleghi che mi raccontano che quando escono alle 22 si considerano fortunati. A mio parere questa non è vita, figuriamoci farla tra l’altro per uno stipendio assolutamente non commisurato a tutto ciò. Sarebbe interessante approfondire le ragioni per cui molti di questi ragazzi accettino queste condizioni invece di valutare di fare un’esperienza all’estero. Sono pienamente conscio che le motivazioni di rimanere in Italia possano essere diverse e di natura anche personale. Vanno assolutamente rispettate, ci mancherebbe altro. Quello che sarei curioso di sapere però è quanti di questi ragazzi scelgono davvero di rimanere a Milano per motivi personali (es vicinanza con la famiglia) e quanti invece per mera accettazione passiva della situazione lavorativa in italia che non offre loro migliori alternative quando avrebbero invece pienamente le capacità e le competenze di potersi aprire ad esperienze (anche brevi) all’estero che possano davvero dirsi dignitose di loro stessi come persone prima che lavoratori.

Ho avvertito la stessa sensazione!

Da italiano in UK non posso che confermare ciò che hai detto.

ciao Andrea, se posso ti vorrei chiedere un parere. Sono stato tempo fa a lavorare in Belgio come data analyst, poi pero feci l errore di accettare un posto in poste italiane, ed ora sono anche disoccupato. Si potrebbero creare delle occasioni in Danimarca, dal tuo punto di vista. Sono laureato in economia. Grazie:)

Fai lo stesso video di Marcello ma nella tua città attuale! Così da avere un confronto alla pari

Condivido ogni parola che hai detto. L'italia purtroppo si trova in uno stato terribile, e trovo odioso quando ti vengono a dire "Eh guadagni di piú ma il costo della vita é piú alto" I personalmente ho lavorato come sviluppatore 1 anno a Milano, dopo un anno ho deciso di abbandonare completamente Milano a causa burnout e sono andato a Londra. Stipendi nettamente piú alti, anche considerando il costo della vita, e soprattutto che aumentano piú facilmente! Non é assolutamente raro nel settore trovare persone che riescono a raddoppiare il proprio stipendio nel giro di qualche anno. Per dare qualche numero, un dev a Milano guadagna dai 20k a 40-50k. A Londra guadagna dai 40k fino ai 120-150k. Inoltre a Milano orario 9-18 con straordinari richiesti quasi ogni giorno, qui orario 9-17 e zero straordinari (tranne per rare emergenze) Ricordo di avere avuto a Milano colleghi che ce la facevano a mala pena ad arrivare a fine mese. Ma seriamente siete soddisfatti? Non so cosa si possa fare per migliorare, ma se le condizioni sono queste in Italia, ANDATEVENE all'estero, soprattutto se é un lavoro che riguarda il settore tech o ingegneristico

Un giovane, laureato o meno, che vuole crescere sia personalmente che professionalmente, DEVE (non dovrebbe) andare via dall'Italia per fare delle esperienze diverse che arricchiranno in tutti i sensi. Ho lasciato l'Italia 10 anni fa e ogni giorno mi pento di non averlo fatto prima.

Tante delle risposte andrebbero però contestualizzate meglio. In generale certi stipendi bassi? Sì, però è anche vero che ho parlato con alcuni di loro, tanti erano molto junior, ci sta, in parte uno stipendio basso al primo anno di lavoro. Punto due, bisogna anche considerare il perché si rimane qui a Milano. Leggo troppo pressappochismo, riducendo il tutto a "se prendi poco vai via che stai facendo a milano"... mmm, magari è bello vivere qui? piace a prescindere? Il lavoro mio posso farlo solo qui perché altrove è anche peggio? Ho una mia vita oltre il lavoro che preferisco a quella della città natale? Andrei oltre la RAL e penserei anche agli altri motivi che spingono una persona a rimanere e tenere duro, sperando in futuro migliore. Non mi rivolgo a te, è un messaggio in generale. Tanto so già che mi prenderò i miei insulti (sì, sono l'art director del video e ne ho mangiata di m nei primi anni, ma ho tenuto duro e sto raccogliendo i frutti da un bel po').

Io finisco la magistrale di ingegneria gestionale l'anno prossimo cosa mi consigli di fare?

Buongiorno, io vorrei fare ingegneria gestionale, secondo lei è un a buona scelta?

Concordo Andrea, è sorta una certa tristezza anche me vedendo quel video. Io tra un anno quando finisco l'università punto ad entrare nell'ambito farmaceutico e mi interessa molto la regione del Benelux dove ho già vissuto per un periodo, e l'ho trovata fantastica nel rapporto qualità della vita/stipendio/relazioni sociali ( la Germania la scarto proprio per l'ultimo punto). Confrontare le opportunità di carriera Italia-Nord Europa è mortificante, e non vedo nessuna luce in fondo al tunnel. Poi c'è sempre il sogno nel cassetto di vivere negli states per qualche anno, ma entrare è dura, si spera nella lotteria della green card anche quest'anno.

M E R A V I G L I O S O.

Il problema è che non vedi il lato delle aziende, la tassazione soprattutto sul lavoro in Italia è ridicolmente alta, un dipendente che prende 30k all’anno, costa più di 50k all’azienda, il vero problema sta tutto li, se si cominciasse a snellire la burocrazia e la tassazione, gli stipendi di conseguenza sarebbero decisamente più alti. Per la qualità di vita ti do ragione, anche se in Italia ci sono posti con qualità di vita paragonabili al nord Europa, già in città come, Rovereto, Trento, Bolzano, Merano, la qualità di vita è decisamente alta. Grazie al fatto di essere province a statuto speciale e avere una sorta di federalismo fiscale (il 90% delle tasse resta in loco) fa capire come anche in Italia nonostante tassazioni assurde, si può arrivare a standard elevati.

Ormai sono completamente disilluso dall'idea di poter trovare un lavoro qualificato all'estero😥😪, il problema da quanto ho appreso fino ad ora è che le università italiane sono molto nozionistiche o comunque prediligono una formazione molto teorica, che da un lato può essere un vantaggio per chi vuole fare il dottorato, ma per le aziende significa che devono farti una formazione ulteriore rispetto a quella che necessitano i tuoi contendenti laureati in altre nazioni; come posso competere se io ho passato sui libri e loro in laboratorio? La cosa più vicina a trovare un lavoro che mi è capitato è stato in Svizzera dove le condizioni di assunzione erano che avrei preso meno rispetto agli altri neolauerati, una specie di apprendistato nemmeno a tempo pieno, poiché non ero adeguatamente formato come loro, purtroppo il salario proposto era insufficiente per affrontare il costo del lavoro (che in Svizzera è molto elevato). A tutto questo si aggiungono le difficoltà legate alla lingua, pochi neolauerati italiani arrivano ad avere un B2 pieno di inglese e molte aziende richiedono almeno un C1 (altro problema che ho avuto), i più ricchi possono permettersi di fare un corso intensivo di 6 mesi o più all'estero, i più poveri però si attaccano oppure emigrano per cercare un lavoro sotto-qualificato solo al fine di imparare adeguatamente la lingua (locale o inglese). Onestamente non avrei la forza di iniziare una magistrale all'estero e ora la mia scelta si riduce a : 1) andare in qualche paese europeo per fare il barista o comunque un lavoro per cui non è richiesta nessuna qualifica accademica oppure 2) cercare disperatamente qualche posto in Italia mettendomi l'anima in pace che , ammesso di avere la fortuna di trovarlo questo lavoro, all'inizio dovrò fare la gavetta ed essere sottopagato. È un brutto dilemma.😓😓

Sono contento quando vedo italiani che se ne vanno all’estero…troppa gente qui, meglio così per chi va e chi rimane.

Anche a me ha colpito molto il video di Marcello, e mi fa veramente male vedere gente che si accontenta di tutto ciò. Io, in realtà, sono tornato a vivere in Italia quest'anno, ma dopo 10 mesi nei Paesi Bassi (esperienza abbastanza dolceamara); questo mi ha permesso di mercanteggiare nel momento in cui mi proponevano le offerte di lavoro, e diciamo che sono riuscito a strappare un salario quasi pari a quello che avevo in Olanda (non uno stipendio alto là, ma ampiamente buono qua). Però è stato un passaggio obbligatorio quello di vivere all'estero per alzare il salario. Purtroppo il nostro paese è alla mercé di una classe politica ad immagine e somiglianza di una popolazione sempre più anziana che ragiona nell'arco di 5-10 anni massimo, e che nel tempo ha costruito uno schema Ponzi che, s breve crollerà. Ma se sono tornato è perché credo si possa ancora fare qualcosa, non voglio vedere l'Italia diventare un ospizio

Non potevo crederci quando ho cliccato questo video e ti ho ascoltato solo per i primi minuti. Ho visto letteralmente la copia di me, non tanto per la tua carriera lavorativa ma per la visione che hai dell Italia. Gia' dalle espressioni facciali e dalle improvvise pause fatte durante il tuo discorso, si puo capire perfettamente il tuo livello di frustrazione e rabbia 😂, non tanto per Ascani ma propio per il sistema malato dell Italia. Anche io ho visto il video di Ascani e mi scioccai quando un project manager diceva di prendere 1500/1600 euro al mese ( se non sbaglio) a Milano. Io abito ad Amsterdam da diversi anni e ho lasciato l'italia 13 anni fa e non me ne pento. Qui ad Amsterdam, e anche qui potrei sbagliarmi, un project manager dovrebbe guadagnare almeno il doppio, o quasi, e il costo della vita e' quasi uguale a quello della citta di Milano. Poi alle <a href="#" class="seekto" data-time="305">5:05</a> del pomeriggio la maggior parte delle persone stanno gia in strada in bicicletta di ritorno a casa. A me da parecchio fastidio,a volte, a dover interagire con connazzionali che sopratutto abitano in Italia e che non ammettono che siamo tutti noi gli artefici di questa situazione. Noi Italiani, la mentalita' e l' ignoranza a livello generale che ci ha portati a questa situazione. Molti puntano sempre il dito sul politico, sulla UE e sull Euro.

Senza offesa ma, e' un po' da presuntuosi giudicare un esperienza che nemmeno ci tocca dall'alto della propria condizione privilegiata. Lo dico da persona privilegiata tanto quanto te, visto che anche io non sono piu' in Italia e a 23 anni guadagno piu' di quanto mio padre abbia mai guadagnato in vita sua. 1) Marcello ha intervistato 28 persone in totale, quindi un campione talmente piccolo da non permettere di dare davvero un quadro della situazione in Italia. 2) Si e' parlato principalmente di professioni in ambito digitale e business, lasciando fuori tutte quelle categorie che davvero fanno la fame. 3) Facile dire che bisognerebbe rifiutare le offerte di lavoro, essere intraprendenti e andare all'estero, ma non tutti hanno la possibilita' economica e il desiderio di farlo! e va bene cosi. Le condizioni lavorative in Italia non sono un requisito sufficiente per decidere di compiere questo passo, perche' partire e' solo il primo ostacolo. Finalmente se ne parla di piu' di questo problema e la cosa bella e' che sono i giovani a parlarne e non piu' soltanto le statistiche di Repubblica che definisce i giovani italiani "bamboccioni". Il cambiamento arrivera' e' solo una questione di tempo.

Orari,salari , qualità della vita.....ricordo che hanno reintrodotto pure i voucher .... Ragazzi scappate e tornate solo per le vacanze....😂

L'Italia non è fatta per chi deve vivere di stipendio

Andrea hai perfettamente ragione. Io ci credo ancora così tanto a sto paese che ci ho pure aperto una società. Molto spesso mi gira il boccino e dico ma chi me l'ha fatto fare.

Ragioni male, passi 6 mesi in Svezia e cadi in depressione, unica nota positiva per un 25enne sono la bellezza delle donne ed esperienze lavorative formative.. Alla tua età non puoi basare vita in base al RAL: molto triste. @pprezerai l'Italia tra qualche anno. Un ingegnere espatriato e poi rientrato..

Le cose sono due. O si va tutti via dall italia cosi la facxiamo diventare definitivamente il burchina faso o lottiamo rimanendo qui.

Andrea Fasuolo. Premetto che ugnuno nella propria vita fa quello che meglio crede. Tu hai suppongo, studiato in Italia e ti sei laureato, giustamente ora vuoi fare rendere la tua laurea e per questo ti sei trasferito all'estero. Io invece come la maggior parte degli italiani, sono uno di quelli che non hanno studiato, ma hanno lavorato e di conseguenza hanno pagato le tasse per fare in modo che tanti come te potessero laurearsi. Non ti chiedo di fare l'eroe e tornare in Italia, ma almeno non sputare nel piatto dove hai mangiato.

<a href="#" class="seekto" data-time="204">3:24</a> per essere bello tornare nel proprio paese bisogna mollare tutto, andare a Tripoli, prendere un gommone per l'Italia ed una volta sbarcati iniziare tutto da capo, felici di partecipare al banchetto con quel poco che passa il convento Italia. Dimenticate gli stipendi da 50-100k, in Italia oggi vive felice chi guadagna meno di 1000 euro al mese e si considera fortunato per non essere nel suo paese dove ne guadagnava 200

Mi meraviglio che avete studiato! Siete troppi e avete saturato il mercato.. quindi si può pagare al ribasso che tanto un altro accetta.. inoltre il livello dei laureati è molto basso e soprattutto non hanno umiltà di apprendere.. escono e vogliono 20000 euro al mese o fare topsupermegaipermanager perché infilano una parola di inglese ibridata con l'italiano ogni tanto.. io ho studiato all'università, ma poi ho abbandonato perché mi sono reso conto che non faceva per me e per il mercato del lavoro sarebbe stata una perdita di tempo e così sono andato a lavorare, ho fatto vari lavori poi ho iniziato da zero un lavoro di cui che non conoscevo nulla perché avevo bisogno di lavorare visto che non studiavo o più.. adesso dirigo quattro stabilimenti.. inutile incapponirsi a voler fare quello per cui si è studiato, anche se sarebbe ovvio, ma ormai siete troppi alzando l'offerta e saturando il mercato per cui qualcuno che è laureato ingegnere finirà a fare lavori per cui la laurea non serve.. la fuga all'estero è giusta così com'è giusto che chi ci va non torni, così si abbassa l'offerta qua e magari altri troveranno da lavorare a migliori condizioni, e soprattutto perché quando era magra sono scappati lasciando altri a cambiare le cose che poi una volta che miglioreranno o vedranno che pure all'estero non tutto è oro quel che luccica vogliono rientrare... PS: in Italia non serve a una mazza la laurea se uno la prende solo per puntare a stipendi alti, ci si arriva anche senza laurea.. c'è gente che con un diploma professionale ha messo su attività che vanno bene e che prendono già a 28/30 anni 500000/600000 anno...

vivi in Germania?

Video finto quello di marcello, che abbatte ideali e sogni dei più giovani, un video vergognoso a mani basse

Dal 2005 al 2021 ho vissuto all’estero. Da 3 anni sono tornato. Vedo quarantenni che parcheggiano in doppia fila e fanno aperitivo per poi tornare a cena da mammina. Un gruppo di bamboccioni poco qualificati, zero spirito di sacrificio e progetti. Mediocri che si accontentano di sopravvivere aspettando l’eredità dei genitori. Chi si è dato da fare se ne è andato. Per non parlare dei ventenni senza competenze e speranze per il futuro. Studenti universitari che pensano che la formazione sia un hobby. Serve una rivoluzione culturale, serve una formazione seria