Professor Pievani grazie per la semplicità con cui riesce a descrivere concetti complessi. Sarebbe bello che molte più persone seguissero le sue conferenze anche semplicemente su you tube come faccio io. Volevo chiederle ,se troverà il tempo di rispondermi, se la soluzione dell evoluzione potrebbe essere la migliore possibile visto che la perfezione è di per sé sterile perché non vi è modo di cambiarla
Il professore è stato un po'impegnato, mi ha pregato di riferirle se può attendere ancora un po'. anche perché sta cercando una risposta al suo quesito.
Bravo, benissimo professor Pievani grazie della sua chiarezza e dell'aggiornamento; sono un insegnante di Educazione fisica e allenatore di Atletica Leggera, sto tentando di scrivere un nuovo libro "Il movimento umano" cominciando dalla preistoria, uno l'ho già scritto nel 2002 ma ormai risulta un pochino obsoleto specialmente nelle datazioni...In questo libro vorrei indagare ancora un po' sull'evoluzione della postura e sull'evoluzione di tutto il lato B, unico fra gli animali, ma spesso sottovalutato. Naturalmente ho letto i suoi libri quelli del compianto Cavalli Sforza, Barbuani, Manzi, Angela, Terranato, Tattersal
mi ha assegnato un compito la prof ed è per le che sono qui ma cmq sei bravo a spiegare ed mi hai attirato la mia attenzione, adesso sono nei commenti...... non sapendo che dire vai BENITO, top number one viva l'edilizzia!
Sarebbe bello poter porre qualche domanda. Ad esempio: nella fase intermedia che anticipò la postura eretta non erano più vulnerabili rispetto a qualsiasi altra scimmia in un ambiente come la savana con molti predatori e pochi ripari? Avevamo poche possibilità di sopravvivere in un ambiente tanto ostile, addirittura in adatti, cosa ci ha favorito?
In realtà era un vantaggio: offriva la possibilità di sfruttare due tipi di ambienti: la prateria aperta E la foresta, con diversi tipi anche di alimentazione possibile, oppure la capacità di rifugiarsi rapidamente sugli alberi in caso di predazione. Questo ha permesso la diffusione dei geni del bipedismo nella popolazione, mentre successivamente l'ulteriore riduzione delle foreste ha favorito gli individui in cui il bipedismo era più accentuato.
Questa spiegazione mi piace, anche se qualche dubbio mi resta quando penso ad australopitecine come Lucy (mi riferisco alla descrizione che viene proposta nei documentari, che non so quanto sia fedele alla realtà ) mi colpisce l' andatura caracollante e malferma che di sicuro non può essere un vantaggio ne in foresta,ne, ancor meno, in savana.
Tieni conto che le specie come le intendiamo noi sono un'etichetta che non esiste in natura. Ancora oggi gli scienziati stanno cercando di stabilire quando una specie si puó definire separata da una simile.
Abbiamo visto che l'evoluzione umana è ancorata all'ambiente. Il cervello e il corpo si adattano per sopravvivere in un ambiente che cambia... un ambiente biologico. Ora che lo abbiamo plasmato con la tecnologia e inventato città che richiedono continuo intervento umano e risorse ecologiche ampiamente disponibili e stabili per garantire la sopravvivenza, ci stiamo adattando ad un ambiente NON naturale che ci allontana da quello biologico. Se questo cambiamento non durerà a lungo ma nel frattempo ci siamo troppo adeguati ad esso, saremo capaci di recuperare le antiche qualità?
Nn penso che si possano vedere anche perché ci volgiono milioni di anni infatti 6 milioni di anni nn sono pochi anche gli animali sono molto cambiati o estinti noi viviamo in un tempo piccolissimo che nn ce ne accorgiamo di evolverci .
Perchè l'evoluzione non procede in linea retta, ma è un "cespuglio ramificato". L'essere umano non discende da nessun gruppo di scimmie moderne. Esseri umani e scimpanzè condividono un antenato comune.