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Le Polveri dell'Etna Murale Mezzanine Living Anno Zero Quinta Dimensione Cortile delle Nevi 

sicily needs love claudio arezzo di trifiletti
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LE POLVERI DELL'ETNA (Murale Palazzo Speciale) - Virgole precedono un racconto futuro. Fabbrica delle uova, pollaio creativo. Sentimento si espande, coro notturno, suono ali che planano, silenzio, luna nascente. Terra bollente, sale registra, unione aliti nel vento.
L'arte come principio di conoscenza. Ci sono così tante informazioni nell'etere, che basta anche solo il silenzio che lascia esprimere il vento, il ricordo di un momento, la danza di una nuvola che canta, il sospiro di un gabbiano, il respiro del mare. Guardate che dove sono i delfini non mancano gli squali. Credo che dietro questa frase possano esistere infinite meditazioni. L'uomo è sconnesso dalla realtà, mentre la casa prende a fuoco, entra in contrasto col fratello, per chi deve detenere il potere, anziché creare comunione per salvaguardare il dono che gli è stato affidato. Se non si pone un limite a questa dormienza, anche i pesci ci cacceranno. La verità si manifesta senza troppe chiacchiere, non è una questione di vanità, il dovere di esprimere un pensiero senza alcun interesse, se non quello di essere consapevole di conoscere la storia. Senza arroganza, non posso esimermi dal confermare quanto già detto in passato. Tutto si rivela, anche lo stolto che non presta ascolto. Desidero manifestare un dissenso a questo andare, è paradossale che non si riesca a svegliare quella parte che dovrebbe cooperare per salvaguardare.
Energia si scioglie, il sole albeggia, fluisce acqua in profondità. Ricordi di un tempo che verrà. Credo che ci sia stata affidata la consapevolezza del domani. Ci rivestiremo un rifugio alchemico, ovunque ci rincontreremo le mie porte visibili e invisibili saranno aperte al tuo animo, vicino eterno di casa. Anche le formiche hanno diritto al proprio cielo. Il cielo è intorno a noi. La campagna la sento, la riconosco, perché è in me, anche se vivo in città resta sempre una parte di me, lì dove ho piantato, seminato, e non vedo l'ora tornare. Tutti abbiamo difficoltà, nessuno può essere, divenire senza comprenderle, superarle. Godiamoci l'odore della terra, prendersi cura del giardino, conoscerne le radici.
Connessione frasi nel mondo, speranza in rete, odore di libertà. Gli alberi sono antenne, più ne tagliano, bruciano, più potenziano il virus. Ogni albero, montagna, mare, ogni parte di questo pianeta che brucia, ogni guerra, ogni crimine che viene commesso, è una crocifissione. Che l’uomo armato possa convertirsi, che nessuno si permetti, che non venga permesso più questo crimine assoluto di tagliare alberi, custodiscono il nostro presente. Chi tace acconsente. Stop tecnologia, c'è bisogno un ritorno alla terra, rimediare umanità.
Da mangiare a preghiere - Che stupida creatura hanno reso il genere umano. Secoli fa avevamo tutti i pidocchi, farsi un bagno caldo era un lusso, oggi siamo chiusi dentro un grande fratello, noi insieme al pianeta facciamo parte di un grande esperimento. Precedentemente potevo essere Davide, padre di Salomone, ma oggi, la sera è un problema con le zanzare, agguerrite come non mai. Dolci delfini avvertono gravi insidie. Quando avevo un terrazzo (Casa Museo Sotto l’Etna), i vasi erano mondi, le piante torri, le radici antenne attraverso le foglie. Avevo due tipi di papiri, e dentro la vasca (pila) anche le ninfee e qualche pesciolino. Una volta cresciuto il papiro lo trasferii dentro una gebbia (Terre di Martorina - Rg). Era il compleanno di mio padre, ed ero felice perché da Catania, avevo fatto ascoltare a quelle radici buona musica, non vedevo l’ora potessero trasmetterla all’acqua per l’irrigazione nei campi. In seguito misi anche delle carpe che condividevano quell’oasi insieme a qualche rana. Dopo anni, e non poche discussioni, trovai il papiro seccare fuori dalla gebbia, e una rete ultra sottile che non permetteva più alle signore libellule benedire l’acqua. Ricordo la ritualità nella preparazione dell’organico, portare al terreno memoria di un momento di casa, vivevo in simbiosi con stelle e candele, sogni del mattino. Mangiare un frutto appena raccolto, sentire il consiglio su dove posizionare il seme. La ritualità del saper vivere. In questo momento la pioggia sta componendo musica.
Il Pensiero del mondo è stato rapito, nastro registrato degno di un dettato. Si saluta col gomito, proprio come il sei misurava in tempi egizi, si contava il gregge con sassolini, alte piramidi schiacciavano il peso umano col mezzo pane. Tempi andati sono tornati, il terrore regna tra la confusione del nulla. Vanità riveste guerrieri che sfiderebbero la sorte, per un plauso di gloria. Passeggio, osservo, mi siedo, mi alzo e rincontro.
Scritto Contemporaneo

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10 июн 2020

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