il Maggiore Generale Enrico Bolzano von Kronstadt venne ferito e catturato il 17 giugno 1918 da un gruppo di arditi presso la zona nord della chiesa di Bavaria. La salma del Generale venne sepolta nell’angolo nord-ovest del cimitero italiano “Guido Alessi” di Giavera. Prima era stata inumata, come permetteva il momento, di fianco alla Chiesa di Giavera dietro alla casa canonica. Il cadavere, si disse, resto lì per qualche tempo, con i piedi fuori della fossa. La dismissione del cimitero militare di Giavera, che si trovava originariamente alla sinistra della casa canonica, fu fatta con poco metodo e cura cosicché molti caduti divennero ignoti ed anche i resti del Generale Von Bolzano sparirono. Resta forse il caso più famoso di fuga crepuscolare (cioè di stato di confusione mentale indotto dallo stress dei combattimenti) di tutta la grande guerra.
vedere quei ragazzi disfatti dalle allucinazioni e dagli spasmi muscolari è davvero un pugno nello stomaco, povere anime straziate, soldati usati e dimenticati
Grande conferenza e bellissimo filmato 😮😮😮😮 complimenti...... APPENA POSSIAMO IO E I MIEI AMICI PORTIAMO SPESSO FIORI E RICORDI AI VARI CIPPI E MONUMENTI DEDICATI ALLE DUE GUERRE MONDIALI. ........ 😊😊😊😊😊 SOPRATTUTTO NEI NOSTRI PAESI IN ZONA..... È IL MINIMO DEL MINIMO CHE POSSIAMO FARE 😢😢😢😢😢
Mio nonno materno (sardo)stava nell'artiglieria di fortezza. oltre 6 mesi in postazione,senza permesso o licenze. Grazie per la citazione su Emilio Lussu
Mio nonno, clase 1890, combattè dal 1915 al 1917 sul Carso, facendo un anno e mezzo di prigionia, prima in Est Europa poi in Belgio. 88° Fanteria Livorno, Brigata Friuli. Al ritorno non fu più lo stesso. Non l'ho mai conosciuto ma ho il suo foglio matricolare. Catturato il 25 ottobre 1917 dai tedeschi. Ho visionato anche del carteggio storico, che la dice lunga: quando si parlava dei prigionieri liberati in Benelux, la preoccupazione dei Comandi era per gli ufficiali... che dovevano ricevere denaro per il rancio. La truppa? Nessuna preoccupazione...
Immagino come deve essere stata, magari a Verdun, un' immoblità forzata, nel fango, per giorni interi, sotto il fuoco di preparazione delle artiglierie. Tra lampi di luce e distrurbi acustici continui con il terrore di dover morire da un momento all'altro.
l'obbiettivo della divisa è dividere, cioè creare una separazione tangibile tra chi la indossa e il resto del mondo, quello dell'uniforme è uniformare.
e' doveroso ricordare i caduti, di tutte le guerre e di tutte le nazioni. La memoria di quelle sofferenze va mantenuta ed in questo Marchesini ha ragione. Quello che pero' manca gravemente nella sua esposizione e' una condanna senza se e senza ma delle atrocita' e del non senso della guerra. Tra Peppone e Don Camillo io scelgo si' di ricordare, ma ricordare anche a causa di chi e perche' e' stato sparso tanto sangue inutilmente. La guerra non va dimenticata ma neanche eroicizzata.
Mah io penso che tutta l'esposizione del dott. Marchesini sia una condanna alla guerra. Come giusto che sia. Vi rendete conto che la linea del fronte di oltre 100 anni fa è comunque (più o meno) l'attuale confine tra nazioni o Regioni? Se andate a sciare in Alto Adige e fate il giro della Grande Guerra sulle Dolomiti (Corvara. San Cassiano, Passo Falzarego per capirci) quello che mi ha colpito che il confine tra Veneto ed Alto Adige è praticamente la linea del fronte Dolomitico. A dimostrazione dell'inutilità della guerra.
Probabile che ci fossero casi del genere, ma restando materia rara non furono presi in considerazione dalla storia. Il caso forse più famoso in epoca premoderna è quello del generale Junot. Ma le cause della sua pazzia sono dibattute.
Coloro che hanno sofferto e sono morti in guerra, diventando assassini e assassinati al tempo stesso, meritano certamente la nostra compassione. Come meritano certamente il nostro odio e disprezzo coloro che spingono i popoli a farsi guerra.
Queste patologie esistevano anche se in maniera minore anche prima della grande guerra o erano patologie legate soprattutto allo "stallo" da trincea??...