Sono ingegnere ed ho progettato per una azienda vinicola delle autoclavi e cisterne per metodo charmat .....all'inizio non ero entusiasta, oggi invece devo dire che lo continuerei a fare
Metti uva in vasca, inertizzi con co2 e così parte la macerazione carbonica. Raggiunti i gradi alcol massimi con la macerazione carbonica pressi l'uva e separi il solido la liquido, dopo di che la vinificazione continua normalmente.
Esatto. Recenti studi hanno dimostrato come si possano trovare le prime tracce di nebbiolo nel clone che oggi viene chiamato "Chiavennasca" (che però non c'entra niente con la Val Chiavenna nonostante l'assonanza) originario della zona Valtellinese. Nel video trattiamo in specifico l'origine del vino Barolo
Molto interessante, grazie. Ma, pensando alle sue spiegazioni, c'è un punto che non mi è chiaro. Nel mondo intero (o quasi), tutte le viti esistenti risultano di un innesto di viti locali su apparati radicali americani. Cosi, la vigna è totalmente resistente alla fillossera, dal 1890. Mi chiedo quindi perché, dopo questi 130 anni, la fillossera, che vive soltanto sulle viti, non è tutt'ora sparita.
Quello che proponi è un tema molto interessante e dibattuto. Proprio su questo argomento si basano molti recenti convegni. Attualmente la fillossera è quasi sparita dalle zone vitivinicole al passo con i tempi. Purtroppo la vigna è totalmente resistente ad essa solo quando è impostata per esserlo e soprattutto è curata per esserlo. Difatti vigne abbandonate o non create in funzione di ciò permettono nuovi attacchi e focolai. Inoltre è tema dei recenti dibattiti la tolleranza dei portainnesti anche grazie ai cambiamenti climatici. Quindi per adesso non ci siamo sbarazzati del parassita.
Il vino novello va consumato il prima possibile, le sue caratteristiche sono peculiari nel momento della messa in commercio. Averne una bottiglia e attendere per aprirla significa denaturare l'idea con il quale è stato concepito.
Senza alcun dubbio, se io acquistassi per intero la Romanèe Conti potrei coltivare le uve per creare un vino che porti il nome di quel cru. Ma qualcuno un giorno ha pensato che il suddetto vigneto avesse una particolarità diversa dal Richebourg e li ha separati, divisi. Questa intuizione è frutto di secoli di assaggi, di fermentazioni e di osservazioni. Non c'è forse più diretto legame nel vino che quello tra la scelta di una zona specifica e la volontà dell'uomo di fare un grande vino.
Assolutamente! Martinotti, direttore dal 1901 della Regia stazione enologica sperimentale di Asti inventa il metodo. Come diciamo nel video il "Prosecco" è un figlio storico del metodo.
Nonostante sia un punto di vista romantico dobbiamo ricordarti che: Secondo la definizione di legge della comunità europea lo spumante è il prodotto che si ottiene dalla prima o seconda fermentazione alcolica di uve fresche, di mosto di uve o di vino, caratterizzato alla stappatura della bottiglia da uno sviluppo di anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione. Per essere definito spumante, il vino deve presentare a una temperatura di 20°C in recipienti chiusi una sovrappressione dovuta all'anidride carbonica in soluzione non inferiore a 3 bar. Il Vsq, Vino spumante di qualità prevede invece un minimo di 3,5 bar. Quindi il Prosecco è a tutti gli effetti uno spumante.
Per i sesti d'impianto ci sono delle regole precise in funzione delle densità. Ogni disciplinare ha i suoi limiti minimi. La forma (geometria) del sesto non è vincolata invece.
CIAO DAVIDE, ciao Patrizio, vorrei capire meglio il discorso delle rese... infatti le rese alte per grandi vitigni in toscana e in Piemonte e comunque un po' dovunque, hanno portato a una maggiore qualità...perché per il verdicchio non va bene? perché con rese alte avrebbero uve pronte in anticipo ma senza aromi e polifenoli tipici del verdicchio?
Buonasera Benny, la domanda non mi è chiara, forse intendeva dire con basse rese per ettaro, se fosse questo, il discorso è semplice. Il Verdicchio è un vitigno a maturazione tardiva, quindi se abbassiamo le rese per ettaro la maturazione, visto il clima che abbiamo nella nostra zona, sarebbe anticipata e non raggiungeremmo gli standard qualitativi che otteniamo sempre. Per completare il discorso, la vendemmia la facciamo (a mano) in più passaggi andando a raccogliere le uve già mature permettendo alla vite di concentrarsi sui grappoli rimasti, così utilizziamo tutto il potenziale dei nostri vigneti. Sempre a disposizione per qualsiasi domanda o chiarimento. Patrizio
@@sartarelliwine16 grazie per aver risposto in modo così gentile e mi scuso perché effettivamente ho formulato la domanda in modo non corretto... Però a mia discolpa posso dire che ero concentrata sulla vostra intervista e non ho fatto abbastanza attenzione... Comunque mi chiedevo come mai il vs verdicchio vada controtendenza con solo 2500 ceppi per ettari invece dei 6000/ 7000 ceppi x ha di altri grandi produttori di vini tipo Sangiovese in Toscana o nebbiolo, quest'ultimo a maturazione tardiva... Perché influirebbe in modo negativo per il verdicchio una densità maggiore? Spero di essere riuscita a esprimermi meglio e comunque appena potrò verrò personalmente a trovarvi perché ho mille altre cose da chiedere e soprattutto voglio provare i vostri vini, che certamente rappresentano l'eccellenza non solo del verdicchio ma anche dei vini italiani. Grazie per il tempo che mi ha dedicato 🥂
Grande Davide! Anche se io sono di zona, e di parte, devo dire che l'Enyo è stata una bella scoperta, per la prima volta si produce un Bellone fatto per durare nel tempo. QUanto? Vedremo... :-D
Ciao Enoagricola. La sensazione è stata proprio quella! Di un vino fatto per durare nel tempo! SIamo curiosi anche noi di risentirlo tra qualche anno! Una prospettiva? 5 anni per goderne appieno.
Spero in primavera di poter fare un giro nelle Langhe e riuscire a visitare un'azienda storica come quella di Valentina sarebbe stupendo! Barolo un paese piccolo ma ricco di un passato illustre e fondamentale per il grandissimo vino che porta il suo nome! Grazie Davide e grazie Valentina! 😊
MARZIA SEI FANTASTICA! SIMPATICA MASOPRATTUTTO PREPARATA E DETERMINATA! APPENA POTRò VERRO A TROVARTI IN AZIENDA PER SCOPRIRE I TUOI VINI DAVVERO ACCATTIVANTI! GRAZIE DAVIDE CHE SCOPRI QUESTI GIOIELLI ENOLOGICI PER NOI!
Grazie per il Feedback! Il colore di questo stile di vino non deriva dal contatto con le bucce, bensì da una particolare tecnica di affinamento, che prevede le botti di vino parzialmente scolme, il vino va quindi incontro ad una controllata ossidazione; nelle bottii si forma uno strato di lieviti che rallenta l'ossidazione e arricchisce la Vernaccia di Oristano di sensazioni uniche. Se vuoi saperne di più sul canale youtube del Volto del Vino potrai trovare l'intervista che abbiamo fatto ad Andrea Balleri, che ci racconta la magia di questo orgoglio Sardo.
L'anidride solforosa se usata nelle giuste misure non uccide i lieviti naturali delle bucce. Viene utilizzata, anzi, per selezionare i suddetti lieviti. Ad esempio, i lieviti apiculati, che danneggerebbero la fermentazione, vengono inibiti da un piccolo quantitativo di solforosa, che crea così l'ambiente favorevole solo ad alcuni ceppi di lieviti indigeni.
Ciao Daniele, puoi trovare tutte le informazioni sul Progetto Prime Donne in questo video ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-FSrBAN6GEI0.html