L’ultimo baluardo dell’auto elettrica in Italia è caduto: anche A2A ha abbandonato la strategia degli abbonamenti nelle colonnine HPC favorendo quella della ricarica a consumo. Certo, scontata, ma non certamente a prezzo allineato a quello che si riusciva a spuntare precedentemente con il pagamento mensile anticipato. E’ la fine di un’era, non solo perché EnelX e BeCharge avevano già abbandonato questa strategia ma anche perché A2A conferma come la strategia della tariffazione in roaming tra i vari gestori delle colonnine non sia più vincente: sì perché in realtà gli abbonamenti A2A in realtà esistono ancora ma laddove serve, ovvero autostrada e fast charge in genere, si pagherà una tariffazione extra rispetto a quello che si paga nell’abbonamento che rimane disponibile.
Insomma una batosta per chi ha scelto di usare l’auto elettrico anche per fini lavorativi ed una batosta per tutti coloro i quali non hanno un garage all’interno del quale caricare quando l’auto è ferma: condizione ormai sempre più fondamentale per chi ha o desidera entrare in questo mondo senza dover considerare costi di utilizzo da auto termica. Si perché superando di slancio la tariffa di 0,6 a kWh il costo di una ricarica diventa sostanzialmente quello del costo/km di un’auto termica.
Tutto questo in un momento in cui il PUN dell’energia in Italia è sceso sotto allo 0,.08 euro/kwh: un delta di più di mezzo euro tra il prezzo di acquisto e quello di rivendita che comprende indubbiamente i costi di esistenza del sistema e dell’attività commerciale che i gestori esercitano ma che non è compatibile con quello di un reale vantaggio nell’uso di questa tecnologia.
Rimane vincente la scelta di Tesla: il fatto di avere i supercharger di proprietà consente di contare su un fronte utenza più ampio e costante e soprattutto su logiche che permettono all’azienda di gestire i prezzi con cui sono presenti sul mercato: sono una azienda di auto elettriche, con un progetto molto ampio alla base, e questo si riflette poi nel successo dell’azienda americana su scala globale. Con alti e bassi, certamente, ma con un senso ben più profondo rispetto a quello degli altri costruttori che hanno provato ma non ce l’hanno mai realmente fatta.
28 сен 2024