Iscritta SUBITO. leggo in media una trentina di libri l'anno (romanzi e saggi) non ho facebook, non ho Istagram ma ho buoni amici in carne ed ossa e, dopo il lavoro, o leggo o esco. La TV non ce l'ho più, buttata via! Alcuni libri, pochi, non li ho finiti (o io non ero all'altezza loro o loro non erano x me 🤭). Ora sto leggendo "Specchio delle mie brame. La prigione della bellezza" mi ha catturata, folgorata, illuminata e ... Liberata (quasi) da un atavico e strisciante senso di colpa: quello di non fare e non essere abbastanza. Grazie Maura, grandissima donna!🌟
mi è piaciuto il modo in cui hai concluso un video intitolato "come leggere di più": "Se non è un piacere, non ha senso" dato il titolo non me lo sarei mai aspettato, di solito ho sentito dire "fissa un obbiettivo di pag. al giorno, etc, etc" però hai ragione XD
Ho provato di recente a leggere il libro "Il Silmarillion", di John Tolkien, un'antecedente al Signore degli Anelli, era un vero e proprio SERMONE. Ho valutato che non era il mio caso e l'ho abbandonato dopo circa 40 pagine, troppo noioso. A scuola viene spesso imposto il leggere libri senza spiegarne l'importanza, questo spesso provoca l'effetto contrario. Ricordo un professore di italiano, quando ero in 4° superiore, per l'estate ci ha imposto quattro libri da leggere, con l'arroganza di dire . Non le ho letto nessuno, ho mescolato più bigini e non se n'è accorto. Concordo sul valutare le priorità e lo spegnere il telefono, non aggiungo nulla.
Vedo persone che, meritoriamente, leggono in metropolitana, o in altri luoghi, anche solo poche pagine. A me risulta difficile leggere poche pagine alla volta. Preferisco avere più tempo a disposizione. Ho il timore, probabilmente infondato, che la lettura "spezzatino" non mi consenta la approfondita comprensione del libro. Che ne pensi? Grazie.
Concordo pienamente sul fatto che il numero di pagine non conti più di tanto . Secondo me però dipende anche da quali sono i tuoi pensieri/interessi in quel momento. Per esempio io avevo voglia di leggere un libro su un personaggio importante del panorama politico, e l'ho letto tutto (500 pagine). Mentre ho preso di recente tra le mani "Il piccolo principe" e non sono arrivato manco a metà perchè ero già stufo. Non perchè il libro di suo sia brutto o noioso, dato che è un racconto destinato pure ad un pubblico di bambini, ma evidentemente per adesso non sono interessato a questo genere di tematiche.
Ciao 03:00 Non so come ho fatto, ma ho scritto un opera proprio del genere. 51 pagine, ma richiede molta riflessione per la comprensione del testo. Il saggio breve che ho scritto si intitola "Scacco Matto, libertà e onnipotenza " di endrit vuka. In questo testo analizzo in modo logico il concetto di onnipotenza [..] Che mi ha portato a formulare un nuovo assioma
Se il libro mi è piaciuto quando lo finisco mi sento un po' orfano, i giorni successivi quasi mi manca ...sarà per quello che ne inizio tanti e ne finisco pochi?!? Mah
Gli americani (naturalmente...) hanno dato un nome a questo. Ma nome a parte, spiegano che c'è una lotta tra il finirlo in fretta per sapere come va a finire e il rallentare perché ci dispiace che finisca. E' normale, tanto da aver dato un nome a questo fenomeno. I libri sono relazioni che dobbiamo prima o poi chiudere e le relazioni sono come i libri, che quando finiscono dobbiamo chiudere fino all'ultima pagina.
Bel video! Sul serio. Vorrei chiedere una cosa a colei che parla nel filmato, spero possa vedere il mio commento, non so se questo è il suo canale... Pongo comunque una domanda a coloro che vorranno rispondermi e fugarmi questo dubbio: se una persona durante l'infanzia e l'adolescenza non è stata una lettrice assidua e abituale, può diventarlo (gradualmente) nell'età adulta? (Verso i 25- 30 anni ma anche oltre)
Si, si può. Non c'è una regola generale ma come dice Maura è un esercizio e come tale va continuato. Se smetti costa quando riprendi. Non importa la quantità all'inizio ma il piacere che provi e la curiosità.
Vero!!!! Via il cellulare, ogni libro ha il suo ritmo, leggere non e'ascoltare audiolibri. Unica aggiunta: ci vuole allenamento, perciò si parte con leggerezza! Scalare l'Everest senza preparazione si lascia le penne. Ciao
ad esempio io non leggo ammeno che non devo leggere i sottotitoli degli anime giapponesi. ho finito solo un "libro" era un compito per casa alle elementari piccoli brividi e scelsi quello più sottile. ho scoperto di recente la filosofia e devo dire che finalmente riesco ad esprimermi meglio rispetto a prima che più volte venivo interpretato male
Con le tecnologie digitali che possediamo, la lettura di un libro diventa un fatto abbastanza obsoleto, forse si legge di piu' on-line? No, diciamo che non si legge piu' in nessun formato, cartaceo o digitale, ameno che non si sia costretti; come nel caso degli studenti oppure nel caso in cui siamo interessati ad un argomento, ma se il pamplet e' sostanzioso allora la fatica di leggere diventa notevole. Sappiamo quindi che gli adulti (specialmente gli uomini, chissa' perche' gli uomini detengono il primato dell'ignoranza, non tutti ovviamente, ma la maggioranza), non scelgono di leggere spontaneamente dei libri. Io espongo un un sistema per alleggerire lo sforzo oculare del leggere; si tratta di produrre gia' dalle stamperie, i testi sottolineati in questo modo; una riga si, e una riga no; come dall'esempio che allego a questa e-mail; si tratta di un medesimo romanzetto, presentato in due modalita' differenti: una con testo normale, cioe' senza sottolineture e l'altro invece, con la sottolineatura eseguita in modo alternato, cioe' eseguita ogni due file di parole. Infatti cosi' abbiamo la alternaza di Yin e Yang, linea bianca e linea scura; la linea bianca non e' altro che la assenza della sottolineatura. Non si ottiene una migliorazione della facilita' nel leggere se si sottolineano tutte le righe perche' la difficolta' nel leggere sara' uguale al caso in cui non si esegua nessuna sottolineatura; tutto Yang o tutto Yin, non cambia niente. Viceversa l'alternanza tra chiaro e scuro sotto le file di parole, facilita la lettura e la rende piu' leggera e scorrevole, come se ad un meccanismo venga applicato dell'olio lubrificante, Infatti nell'Esempio 2, a differenza dell'Esempio 1, abbiamo che le parole saltano all'occhio piu' facilmente. Un caloroso saluto
Se magari non ci costringessero a studiare le cose scolastiche , la maggior parte inutili, nei minimi particolari forse avremmo anche il tempo per leggere i libri
Mi piace l'idea che leggere non sia un percorso lineare. Potrei dire che sono nella quantistica da sempre.........:) smileswitch.blog/2019/02/14/dal-pensiero-lineare-alla-quantistica/
E’ la somma che fa il totale diceva TOTÒ’ Però è anche vera una cosa : se tutti spegnessero il cellulare addio You tube e non si vedrebbero questi video molto interessanti...
Io credo che leggere sia un bene ma come ogni cosa non essere "ossessivi" nel leggere quanti più libri possibili, che comunque sono meglio dei social..
Per una che legge quindici libri al mese, hai una proprietà di linguaggio normalissima, direi quasi elementare. Mi chiedo a questo punto, che libri leggi e di quali autori!?! Ascoltandoti non ho appreso nulla di nuovo considerando la notevole cultura dichiarata, se non un tuo modo di concepire la cultura stessa, molto riduttivo francamente. Per controbattere potresti dirmi di usare un linguaggio comune a tutti, anche solo per motivi legati alla comunicabilita, ma questo sarebbe il fallimento della divulgazione stessa. Una terminologia più specifica, in ogni argomento, denota l'accrescimento intrinseco di chi ascolta. Il generico è tipico della staticità per antonomasia. Sarebbe opportuno, che tu leggessi autori che ti erudiscono anche nella dialettica, semplicemente perché con l'avvento dei social si è perduta la proprietà di linguaggio e quindi potresti dare un grandissimo contributo. Fino al 2000, dati della ricerca del Ministero della pubblica istruzione che ho letto da qualche parte, un liceale aveva nel proprio bagaglio culturale all'incirca 1600 parole utili da poter usare nel dialogo, nel 2020 si sono ridotte a circa 900. Una regressione verso un'ignoranza strutturale. La mancanza di terminologia porterà all'incapacità della descrizione delle cose, proprio per una carenza lessicale utile a tale scopo. Un tramonto, ad esempio, può essere bello e maestoso, ma se non conosci il termine maestoso, ne esalti solo la bellezza nuda e cruda. Ti privi, cioè, della poesia che potrebbe scaturire dalla sensazione comunicata dalla maestosità di quel momento. Meno parole all'attivo, significa meno descrizione e quindi meno approfondimento. Per concludere bisogna valutare il fatto, che usare parole non comuni, se si conosco ed in modo appropriato, spinge a chi segue un discorso a consultare un dizionario e quindi a dar vita ad una ricerca e allo studio di conseguenza. Chi vuole parlare di cultura non può esprimersi come una commessa di "Piazza Italia", altrimenti è finito lo scopo della divulgazione, qualsiasi argomento la stessa tratti. Buona lettura.