2:03 Bellissima riflessione. Ha perfettamente ragione. La scienza non si interessa della verità in senso stretto, cioè di ciò che è incontrovertibile vero ma di ciò che è probabile sia vero. Tutto deriva dal metodo usato dalla scienza che è quello induttivo. La velocità della luce (nel vuoto) è considerata costante perchè tutte le osservazioni fatte fino ad ora hanno mostrato ciò. Non significa sia incontrovertibilmente vero però che la velocità della luce sia costante. Magari domani scopriamo non sia così. Questo è il carattere ipotetico della scienza di cui parla Severino. Ed ha ragione nel dire che se questo è il metodo usato per trarre conclusioni nella scienza, anche riuscissimo a soddisfare qualsiasi bisogno tramite la scienza non sapremmo mai se ciò sia garantito anche l'indomani, o i giorni a venire. E avremmo comunque angoscia.
No. Il video è tratto da uno dei 30 dvd appartenenti alla collana "Philosophia. Il cammino del pensiero". Non saprei dire esattamente da quale dvd, perché ci sono pochissime informazioni in rete, ma sul canale youtube "logos e pathos" è possibile trovare dei video estratti da quella collana.
se la "felicità" è un fenomeno biochimico non è importante che la scienza abbia abbandonato in ragione del suo metodo l'incontrovertibilità della "verità", è sufficiente che produca tecniche capaci di riprodurre quel fenomeno in modo artificiale. L'unico limite diventano le contraddizioni rispetto al "compito" della sopravvivenza in cui un individuo (o una società, o la specie umana) artificialmente "felice" può incorrere. Ma anche queste contraddizioni si possono supporre in qualche modo superabili grazie alla tecnica, chissà magari a prezzo della "libertà", qualcosa a cui le masse non sono mai state davvero interessate. Io penso che stiamo andando verso un mondo in cui una ristretta elite con la passione del potere manterrà la "libertà", le masse si lasceranno dalla prima "gestire" senza libertà in cambio di maggiore "felicità" artificiale, e una minoranza di irriducibili amanti della libertà e indisponibili allo sfruttamento e manipolazione del prossimo, che però via via "usciranno dalla Storia", perché privi di alcun vero potere per incidere sui processi. Pensieri come quelli di Severino saranno coltivati (con altri) proprio da questa minoranza, ma è un pensiero destinato all'irrilevanza sul piano sociale, politico.
L'interpretazione della parola "meraviglia" intesa come "paura", "orrore" è suggestiva, ma l'attenta lettura del brano aristotelico fa propendere per il significato originario della parola, cioè stupore, meraviglia per il mondo e per il nostro esserci. Semmai la paura, l'orrore è responsabile della nascita del mito che è una visione del mondo precostituita e mirante a rassicurare gli uomini. La filosofia nasce invece dalla meraviglia e dal desiderio di comprendere il senso della Realtà.
Severino...il filosofo che ci dice tutto dell'assoluto o totalità e niente divquello che deve fare l,'uomo nella società nella politica nelle relazioni lavorative...unagrave mancanza
