Ispirazione e metodo storico-critico: come si possono conciliare? 

Buongiorno padre Gianmaria(bellaprof)...vorrei donare qualcosa piccollo ma sto usando credit card di mia nipote e lei non può usare paypal pagamento..mi può scrivere suo IBAN (via mia email o WhatsApp o come vuole)Grazie.

1) collaboro con un parrocchia, con tutto ciò che ne consegue. E comunque sono vicerettore di una Chiesa non partocchiale al centro di Roma. 2) l’esegesi si occupa del significato letterale del testo (ed eventualmente anche della teologia che esprime); la teologia è una riflessione alla luce della fede basata sul testo o su altri aspetti e affermazioni della teologia stessa

@@Bellaprof grazie come sempre!

Ha ragione. Cercherò di fare un elenco di libri indispensabili.

@@Bellaprof grazie!

Quello che intendo dire è che quella che chiamiamo “ispirazione” (dello Spirito Santo) è qualcosa che NON CI DICE NULLA DEL PROCESSO secondo il quale sono state redatte le varie parti della Scrittura, ma qualcosa che riconosciamo A POSTERIORI come opera di Dio “causa” (quindi autore in senso analogico) della Scrittura in quanto il RISULTATO finale si condensa “in ciò che Dio voleva fosse scritto” (Dei Verbum). L’azione di Dio c’è eccome, ma viene riconosciuta dalla fede, non dalla qualità del testo o dal modo in cui si è formato.

@@Bellaprof Quindi anche se il testo è confuso in origine, grazie alla fede a posteriori ( molto tempo dopo), riusciamo a capire il vero messaggio di Dio. Questo però implica che i contemporanei degli scritti originali non erano in grado di discernere il messaggio corretto e anche i nostri posteriori magari dotati di una fede meglio definita della nostra possano trovare nelle sacre scritture un significato diverso è migliore di quello che riusciamo a vedere oggi. Un evizione della fede che speculano sempre dagli stessi testi si adatta a tutte le ere, non importa poi che quelle che erano verità un tempo non lo sono più oggi

@@salvatoredam6229 Non mi sono spiegato, evidentemente. Il testo non è "confuso" all'origine. Il testo ha più delle volte un significato letterale che si può ricostruire, alle volte facilmente, perché più universale, alle volte con il ricorso a varie altre conoscenze combinate (linguistica, storia, archeologia, contesto, critica delle forme, critica della redazione, ecc.), perché più legato per la sua comprensione al suo contesto particolare. Questo è lo scopo dell'esegesi. Ma questa è la base di ogni ulteriore interpretazione che collega insieme i significati in una luce definita, secondo presupposti diversi. Es.: un cristiano credente leggerà la Bibbia alla luce della passione e resurrezione di Cristo, un giudeo alla luce della tradizione rabbinica, ecc. I contemporanei erano in grado di percepire il messaggio iniziale, ma non tutte le sue implicazioni possibili in un contesto diverso. Questo vale anche per noi. Si può ricostruire p.es. che cosa l'11 settembre ha rappresentato per chi lo ha vissuto nel 2001, che cosa significa oggi ecc., ma chissà che cosa significherà e come lo leggeranno gli umani del 2300... È comunque assolutamente vero, come osservato, che, per quanto riguarda in generale le testimonianze scritte del passato, la conoscenza può progredire col migliorare degli strumenti a nostra disposizione, ma sempre e solo per ciò che riguarda il senso "letterale", cioè l'intenzione originale dell'autore nel suo contesto originante. Che cosa quei testi possono significare per noi è il risultato di una ermeneutica, non di una esegesi. Chi ha fede, legge nella luce della fede. Chi non ha fede leggendo con metodo rigoroso forse continuerà a non averla, ma almeno potrà leggere i testi in modo sensato e con la luce "naturale" della ragione. Il che, in sé, sarebbe già una gran cosa.

Sì

Ma chi può dire che fosse già completo come noi lo conosciamo,pur essendo un testo fondativo non e' stato certamente scritto in un solo periodo, può comprendere testi post esilici e non per questo essere meno autorevole ,anzi ne aumenta la comprensione

@@ariellaaquili269 Classica argomentazione da eretico modernista

@@Kurogane_Shin_ grazie ,ne sono felice

​​@@ariellaaquili269Minchia, sei messa proprio male allora se sei pure cosciente e felice di essere nello sbaglio

cosa ti è difficile da capire? lo amo quel capitolo. Se posso umilmente condividere qualcosa chiedi pure...😊

@@teresafilosa2279 L' angelo quando si presenta al padre di Tobia, dice di essere un suo parente, mentre in verità è un angelo...

Se questa era la Legge, Gesù dice altro ... 👋

Il denotato del mito è una realtà, ma di fede. Il ragionamento da lei espresso confonde la connotazione (la descrizione di una cosa) con la denotazione (la cosa che si vuole indicare/descrivere). Esempio: Gesù racconta parabole, dunque l’insegnamento di Gesù non è vero.

La domanda tocca un punto centrale della teologia cattolica: il rapporto tra la Parola di Dio e la parola umana, e in particolare il ruolo della fede nella lettura e comprensione della Bibbia. Il Concilio, nei suoi documenti, e in particolare nella costituzione dogmatica "Dei Verbum", affronta esplicitamente la questione dell'ispirazione divina delle Scritture e del loro ruolo nella vita della Chiesa. La "Dei Verbum" afferma che Dio si rivela all'umanità attraverso la storia della salvezza narrata nelle Scritture, e che le parole degli autori sacri devono essere intese come parole stesse di Dio, nel senso che l'azione dello Spirito Santo ha guidato gli autori umani nella loro redazione e stesura. Il concilio riconosce che la Bibbia è frutto dell'ispirazione divina e al tempo stesso opera umana, scritta in contesti storici e culturali precisi. Pertanto, l'interpretazione delle Scritture richiede di tenere conto di questi contesti, senza però fermarsi a una comprensione puramente storico-critica o letteraria. La fede entra in gioco come luce che apre a una comprensione più profonda, non solo del testo in sé ma anche del suo significato per la vita del credente e della comunità. La "Dei Verbum" sottolinea che la lettura e l'interpretazione della Bibbia nella Chiesa deve sempre essere guidata dallo Spirito Santo, affinché la Parola di Dio possa essere compresa nella sua pienezza e verità. Questo implica che, pur riconoscendo e valorizzando l'importanza dei metodi storico-critici e dei contesti culturali degli autori biblici, la fede svolge un ruolo cruciale nell'aprire i credenti a una comprensione più profonda della rivelazione divina contenuta nelle Scritture. Insomma la Bibbia aiuta e sostiene la fede? Certamente sì. Ma questo non vuol dire che ne è la causa diretta né, ovviamente, che la Bibbia dimostra la verità della fede. Semmai ne mostra il contenuto e indica la via. In questo senso, la Bibbia intesa come Parola di Dio, letta e meditata nella fede, è fonte di conversione e rinnovamento spirituale. Tuttavia, anche per chi si avvicina alla Bibbia senza fede, la bellezza, la profondità e la verità dei suoi testi possono suscitare domande, riflessioni e, in ultima analisi, possono diventare occasione di cambiamento personale e persino di un incontro con Dio. Tuttavia questo processo di apertura alla fede attraverso la Parola richiede l'azione dello Spirito Santo e spesso il supporto della comunità credente.

@@Bellaprof grazie per la risposta molto chiara ed esauriente!! 😊

E lei non ha appunto il ''rigore morale'' di considerare il fatto che tutto questo suo discorso sia invece un SUO accomodamento? Dovrebbe avere l'onesta di porsi il dubbio che forse è LEI a non aver compreso.

@@honestmaster1932 Dubbio su cosa, accomodamento per cosa? Queste sono incoerenze *fattuali* non opinioni mie! Infatti non ha potuto smentire NULLA di quello che ho detto, perche sono fatti non opinioni. Ci provi se ci riesce. L'unica cosa che puo fare è *ostinarsi* . Siete voi che avete *illusioni e speranze* da assecondare o "accomodare"..

@@quintonome3961 non c'è nessun fatto nelle sue parole. Solo una grande incomprensione che deriva dalla sua non conoscenza del tema. Studi e forse capirà, perché non serve solo lo studio ma anche la disposizione di cuore e mente

@@honestmaster1932 si, ci sono fatti ben circostanziati, dove ho dimotrato errori ed incoerenze contro cui *non mi stai portando uno straccio di argomento* . Puntare i piedi non è un argomento e dimostra che non sei assolutamente in condizione di mollare cristo e sei *schiavo di un'ideologia* . Fatti la domanda: sei *mentalmente libero* di rinnegare la fede di fronte a fatti oggettivi? Se dentro la tua coscienza capisci che *in ogni caso non sei libero* , allora hai un problema di *condizionamento mentale* ed è per questo che *i bambini* non devono essere portati dentro organizzazioni religiose.

​@@quintonome3961 avevo promesso di non risponderti più ma purtroppo non sopporto la presunzione e quando la vedo non riesco a starmi zitto...i tuoi fatti sono incongruenti e come al solito mostri solo quello che vuoi fare vedere tu questo è un trucco da prestigiatore non da uomo in ricerca della verità... comunque iniziamo: È evidente che tu non hai mai provato a creare un opera d'arte perché se lo avessi fatto capiresti che cos'è l ispirazione che e si insensata e illogica come dici tu ma perché è frutto della marmellata che hai nella testa nata dall' esperienza la conoscenza e l'emozione vissute. Noi Cristiani per comprendere ciò scindiamo conoscenza e reminescenza, i verbi più a noi familiari sono conoscere e sapere questi due verbi non sono sinonimi ma contrari, perché io conosco una dottrina quando me la spiegano ma io so di quella dottrina quando l ho introiettata nel mio pensiero l'ho padroneggiata l'ho digerita, la conoscenza è superficiale il sapere è profondo...e l'inspirazione attinge dalla sapienza non dalla conoscenza perché se no non sarei originale ma conoscendo e basta me la passerei a copiare e ricopiare una cosa sempre uguale oggettivo. Dio totalmente è inconoscibile ma di Dio si può sapere ci possiamo fare ispirare dall' soffio dello spirito....vedi come suonano ste parole??? Rifletti caro che devi camminare tanto ❤

Bisogna capirne il senso...

Per essere uno più letti "bestseller" della letteratura mondiale, mi pare un po' riduttivo ... non è la favoletta per bambini ... e ha tutto il fascino della storia, quella densa e profonda ...

Ebbene, si!

Buona serata, ma non deve necessariamente credere in ciò che c'è scritto, ma capire ciò che c'è scritto. E comporta fatica, studio, molto studio. Lei è sicuro di aver capito?

@@bortoloevelinobassini8432 capire e intepretare cosa c'è scritto...spetta hai teologi, che manipolano tutto