i mercati sono sistemi dinamici non lineari, qualsiasi modelizzazione e' sempre una approssimazione che cattura un aspetto tra i molteplici. Io penso al mercato di borsa come un continuo scambio di prezzi e volumi, per questo un indice market cap e' la rappresentazione piu' fedele.
Sarebbe interessante sapere di più sulla strategia di market timing del portafoglio di PG durante forti ribassi nel mercato azionario. In che % va ad reinvestire nei mercati azionari vendendo gli asset più sicuri?
Sinceramente non sono per niente convinto di questa strategia di market timing. Il motivo è che mantenere un buffer per comprare su eventuali ribassi dell’azionario ha un costo opportunità elevatissimo dato dal fatto che l’azionario, probabilisticamente, va molte più volte in guadagno rispetto a quando va in perdita. Capisco però che da un punto di vista emotivo, avere soldi su asset più sicuri fa stare più tranquilli. Ma infatti pg lo ha specificato.
grazie Giorgio, quindi per chi ha poco tempo (e purtroppo non ha tempo di seguire la live) è consigliabile vedere il video editato. Poi la live rimane come "doppione"? Mi sono sempre chiesto se RU-vid impone dei limiti ai video caricati oppure no. Di fatto lo stesso video c'è 3 volte considerando anche il canale di Paolo. (Mi si è cancellato il commento prima per sbaglio). Capito Giorgio, grazie. Mi studierò cosa vuol dire unlisted.
Per quanto riguarda il rendimento di lungo termine, ho plottato il rendimenti a 30 anni dell'S&P 500 dal 1871 a settembre 2024. E mi sembra che siamo abbondantemente nel range di media storica. Siamo al 10,8% annualizzato, che e' in linea con media e mediana. Abbiamo avuto picchi del 13%-14% negli anni 60/70 e anni 2000. Non condivido il pessimismo di Paolo (Bowman). PS. Contattatemi se volete leggere l'analisi completa.
Per carità, non faccio market timing né diffondo pessimismo. I 'profeti di sventura' sui mercati non li ho mai sopportati perché è un approccio furbo: se va male tutti li ricorderanno come geni, se va bene gli basterà correggere un pò il tiro. Sui rendimenti delle azioni Jeremy Siegel fece uno studio accademico approfondito e probabilmente poco contestabile nel 1994: "Stocks for the Long Run". Quindi escludiamo gli eventi degli ultimi 30 anni (l'attualità che potrebbe fuorviarci ed essere congiunturale). A pagina 226 riporta, per il mercato USA, un ritorno annualizzato medio 1885-1992 del 9,46%, facendo notare che è superiore al mercato storico delle azioni globali o USA pre-1885 (intorno al 7%). Ovviamente con un ritorno molto inferiore nel 1926-1945 (6,45% con volatilità superiore al 33%... immondizia lo giudicheremmo noi, soprattutto su 20 anni) e molto superiore negli anni '80 fino al 1992. Si noti che in 107 anni la volatilità media del mercato è stata superiore al 23%, non solo molto superiore al rendimento, ma impensabile rispetto ai dati rendimento/rischio degli ultimi nostri 20 anni. Per l'investitore europeo, oltretutto, le fasi di forza o debolezza del dollaro avrebbero completamente cambiato la natura dell'investimento. Per l'investitore USA il problema è il rapporto rendimento/inflazione. E qui cade la mia analisi: assistiamo ad una rosa di 4 fattori che falsificano per noi la percezione degli USA rispetto allo storico. Non è la profezia di un Iceberg finanziario, è un'analisi leggendo un libro di dati di 30 anni fa. L'inflazione USA è stata relativamente bassa negli ultimi 15 anni, la volatilità del S&P500 è stata inferiore 1992-2024 rispetto alla media storica dei 107 anni prima (15,24% rispetto a 23,09%), il rendimento medio annuo è stato superiore (10,9% rispetto al 9,46%), il dollaro è stato forte rispetto all'euro negli ultimi 15 anni (5 ottobre 2009 con un euro compravi 1,46 dollari oggi con un euro compri 1,11 dollari). Risultato: osserviamo i rendimenti delle azioni, USA in particolare, da un punto di vista molto privilegiato rispetto allo storico per 4 fattori determinanti su 4. Questo non vuol dire che il potenziale della capitalizzazione di mercato non possa anche incrementare e stabilizzarsi ulteriormente, in futuro: nessuno esclude che la Quinta Rivoluzione Industriale, magari trainata dall'automatismo dell'Intelligenza Artificiale, non possa scaricare sul mercato produttività mai viste, che non si possa diventare tutti e 8 miliardi benestanti con 2 ore di lavoro al giorno, e che questo non si rifletta nel "Valore" del capitale produttivo. Tuttavia notiamo che questa mitigazione dei rischi (inflazione, valuta, volatilità) a fronte di rendimenti più alti del secolo prima è accaduta in una fase in cui il debito aggregato mondiale è passato dal 100% del PIL mondiale di inizio secolo (prima della crisi del Dot Com e del crollo di Leman Brothers), al 333% attuale. La domanda è: non avremo dato "valore" ed efficienza rispetto al rischio ai mercati riempiendoci di una mare di buffi?
@@Bowman-OST se ho frainteso mi scuso. È stata una live lunga e ricca di spunti. Conosco il lavoro di Siegel. Il mio punto era leggermente diverso, ma mi rendo conto che sia difficile esprimerlo chiaramente senza grafici. Siegel calcola rendimenti annuali e ne calcola le medie in vari momenti storici, concludendone che negli ultimi anni è stata più alta della media storica. Questo approccio ha il problema che gli intervalli temporali sono arbitrari (critica di Edward McQuarrie). Io invece ho diviso i rendimenti dal 1871 ad oggi in intervalli di 30 anni rolling, per ovviare a questo problema. Quello che ne risulta è che oggi siamo al 10,8% annualizzato, contro una media del 9,3% e una mediana di 9,8%. Ma siamo anche lontanissimi dalle punte del 14%/15% di rendimento trentennale toccati nella bolla tech o prima degli shock petroliferi. Per questo escluderei che i mercati siano overpriced (e come giustamente hai detto, qui non cerchiamo di fare market timing). Per quanto riguarda la volatilità, di nuovo siamo vicini alla media storica (media del 2024 di 14,1% uguale a media 1871-2024). Su inflazione e currency non ho molto da aggiungere perché’ sono sostanzialmente d’accordo. Fonti: Mio articolo: www&economiaxfinanza.com/2024/10/05/ma-le-azioni-rendono-davvero-il-10/ Grafico Standard Deviation www&public.flourish.studio/visualisation/19685848/