Questa ricetta dello strudel di mele l'ho imparata dalle mie nonne e da mia mamma: una ricetta tradizionale del Trentino-Alto Adige legata al mio territorio e al mio passato (per questo motivo quando lo assaggio non sento solo i profumi delle mele, della cannella ♥️) dev'essere rispettata fino alla fine! Provate questa meravigliosa ricetta che profuma di montagna: una ricetta che sicuramente non vincerà sull'aspetto estetico per la sua rusticità ma che vi conquisterà per la sua bontà e sopratutto per il suo meraviglioso equilibrio, pure nelle consistenze. LEGGETE TUTTO PER SCOPRIRE TANTI SEGRETI!
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Le mele che ho scelto per questa preparazione, e ve lo consiglio nella maggior parte dei casi in cucina, sono le renette, regine appunto della cottura.
Contengono una ridotta quantità di acqua ma sappiate che non sono solo ottime per essere infornate, trasformate in frittelle o in cremose puree, perché sono perfette anche gustate crude e sopratutto salutari, grazie ad una quantità di antiossidanti superiore rispetto alle altre mele.
Sappiate comunque che anche la varietà più comune ma sempre buonissima "Golden Delicious" andrà benissimo per preparare il vostro strudel.
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Quest'estate mi avete tormentato per avere la ricetta dello strudel, ma è giusto così ahaha. Ogni dieci messaggi me ne arrivava uno dove veniva riportata la richiesta nell'avere la ricetta dello strudel.
Naturalmente a coloro che me l'hanno chiesta non ho potuto non dargliela, ma poi mi sono sentito quasi obbligato a condividerla qui sul blog, anche perché un trentino che non vi da la ricetta dello strudel è come uno spaghetto senza cacio.
Ho atteso i primi di ottobre, proprio il periodo della raccolta delle mele, le vere protagoniste di questa ricetta che sa di Trentino-Alto Adige, anche se si dice che le sue origini provengano addirittura dalla Turchia.
Lo strudel è autunno, non potevo di certo proporvi la ricetta a Ferragosto.
E appunto perchè ci sono le mele che è proprio in questi giorni che cominciano ad essere sfornati i primi strudel di stagione.
Ma le mele che ho utilizzato da dove proverranno?
Non posso tradire le mie vallate e la scelta cade su Melinda, il Consorzio dei frutticoltori della Val di Non, confinante con la mia Val di Sole, oramai marchio che ha oltrepassato i confini pure europei.
Melinda poi ha ben tre varietà di mele Dop ben consolidate da ormai alcuni anni (mi riferisco alla Golden, alla Renetta e alla Red Delicious) e tutto questo certifica anche una maggior attenzione alla qualità.
Partiamo con il guscio. Molti credono che sia originalmente di sfoglia o di frolla ma ahimè, queste sono versioni più innovative e, sopratutto nel caso della sfoglia, più economiche dato che ormai queste paste si possono già trovare pronte al supermercato.
La tradizione lo vuole di pasta matta, ossia una pasta poverissima ma molto elastica, fatta con farina, acqua, un cucchiaio di strutto e un goccio di aceto di mele.
Questa pasta sarà molto comoda da stendere ma non mi soddisfa pienamente e vi dirò che non ha mai soddisfatto neppure la mia famiglia.
✅Da sempre a casa mia lo si prepara con una pasta che mi piace molto di più: poco burro, poco olio di semi, naturalmente farina, poco zucchero, un uovo e un goccio di latte.
Io ho aggiunto una punta di lievito per dare maggiore friabilità (sembra quasi una frolla così ma è molto più magra) e mezza bacca di vaniglia, per avere un profumo meraviglioso.
Ora il ripieno: tradizionale, ma con un goccio di liquore all'amaretto per dare una nota di mandorle e albicocche che con le mele ci sta d'incanto.
ANDATE SUL BLOG PER LA RICETTA SCRITTA DOVE TROVERETE TUTTE LE DOSI, GLI INGREDIENTI E ULTERIORI CONSIGLI;)
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2 окт 2019
